Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
La nuova presidente dell’Irlanda è una pro-Pal Commento di Ben Cohen
Testata: Informazione Corretta Data: 05 novembre 2025 Pagina: 1 Autore: Ben Cohen Titolo: «Con la nuova Presidente della Repubblica, l’Irlanda diventa Paddestyne»
Catherine Conolly, la nuova presidente dell'Irlanda è una scatenata pro-Pal. Anzi: è esplicitamente pro-Hamas. Il suo trionfo elettorale è una testimonianza dell’influenza che il culto della kefiah ha sull'immaginario irlandese, che ancora nutre risentimento per i postumi della colonizzazione britannica e che vede la propria lotta per l'indipendenza come un'immagine speculare di quella palestinese.
Mi vengono in mente tre persone che saranno felicissime della vittoria di Catherine Connolly, la candidata pro-Hamas alle elezioni presidenziali della Repubblica d'Irlanda, avvenuta la scorsa settimana. Due di queste le posso nominare: Zena Ismail e Lena Seale. La terza persona non è identificata, quindi dirò “l'uomo sull'autobus.” Tutte e tre quest'anno hanno commesso violenze contro gli ebrei in nome della difesa dei palestinesi. A marzo, Ismail e Seale hanno aggredito l'uomo d'affari israeliano Tamir Ohayon mentre beveva con un collega in un bar di Dublino, con Ismail che in aggiunta gli ha sputato addosso in modo disgustoso. Poi, a luglio, l'uomo sull'autobus che ha aggredito un passeggero ebreo inveendo contro gli “ebrei genocidi.” Anche una donna sull'autobus che aveva tentato di fermarlo è stata vittima di improperi per aver difeso gli "ebrei genocidi". Questo comportamento da teppista, da nazista, gode ora di riconoscimento ufficiale. Se Connolly non ricoprisse una carica pubblica, potrei facilmente immaginarla impegnata in azioni simili, o almeno pronta ad istigare a farlo. Nonostante fosse entrata in lizza per la presidenza solo a luglio, quando la candidata ampiamente favorita Mairead McGuinness si era ritirata per motivi di salute, Connolly ha ottenuto una vittoria schiacciante con il 63% dei voti. Il suo trionfo è una testimonianza dell’influenza che il culto della kefiah ha sull'immaginario irlandese, che ancora nutre risentimento per i postumi della colonizzazione britannica e che vede la propria lotta per l'indipendenza come un'immagine speculare di quella palestinese. Come accade altrove in Europa, manifestazioni pro-Hamas si svolgono frequentemente a Dublino e in altre città irlandesi, con migliaia di partecipanti che abbracciano con entusiasmo la ridicola identità di “Paddystiniani.” Queste proteste di massa sono state alimentate dal governo irlandese, che ha attivamente appoggiato false accuse di “genocidio” contro Israele e che ha presentato al parlamento un “disegno di legge sui territori occupati” che limita severamente il commercio con lo Stato ebraico. In questo contesto, è legittimo chiedersi se Connolly sarà peggiore del suo predecessore di lunga data, Michael Higgins, il cui stile bonario attentamente pianificato, mascherava la sua abitudine di promuovere stravaganti teorie cospirazioniste antisemite, come l'affermazione che Israele voglia realizzare insediamenti in Libano, Siria ed Egitto. Secondo me la risposta è sì. Rappresentante dell'estrema sinistra, Connolly ha denunciato Israele come uno “Stato terrorista.” Ha difeso Hamas di fronte all'insistenza di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e altri Stati occidentali nel voler negare all'organizzazione terroristica sostenuta dall'Iran, un ruolo nella gestione della Gaza del dopoguerra. Descrivendo Hamas come “parte integrante del tessuto del popolo palestinese”, non è contraria a rilasciare dichiarazioni “paddystine.” “Vengo dall'Irlanda, che ha una storia di colonizzazione”, ha dichiarato alla BBC all'inizio di quest'anno. “Sarei molto cauta nel dire a un popolo sovrano come governare il proprio Paese.” Una delle dottrine fondamentali del Palestinianismo è che la “Palestina” è l'unica questione che conta e che le altre crisi internazionali – dall'Ucraina al Kurdistan al Sudan – sono politicamente sospette o semplicemente irrilevanti. Come ha affermato Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i palestinesi, in un briefing del 30 ottobre organizzato dal Comitato delle Nazioni Unite sull'Esercizio dei Diritti inalienabili del Popolo palestinese , “la Palestina oggi è il palcoscenico per verificare se vivremo o meno in un mondo veramente decolonizzato.” Il messaggio inviato agli abitanti della città di El-Fasher in Sudan, che la scorsa settimana sono stati cacciati dalle loro case a causa delle atrocità bestiali commesse dalle Forze di Supporto Rapido (RSF), così come alle migliaia di bambini ucraini rapiti illegalmente dagli invasori russi, è che loro non contano. In realtà, l'imperialismo russo non viene solo giustificato. Nel caso di Connolly, esso riceve un supporto a pieni voti. Sostenitrice incrollabile della neutralità irlandese, notoriamente dimostrata durante la Seconda Guerra Mondiale, lei si oppone a un maggiore contributo irlandese in difesa dell'Europa. Ha inoltre criticato l'espansione della NATO verso Est, accusando l'alleanza di svolgere “un ruolo spregevole nel far avanzare il suo confine e nel fomentare la guerra”, ritenendo che il rischio maggiore posto dall'invasione russa dell'Ucraina sia la “militarizzazione” dell'Europa.
Come ha osservato Rachelle Moiselle, attenta osservatrice dello scenario politico irlandese, Connolly ha anche la pessima abitudine di riferirsi allo Stato dell’Ucraina chiamandolo “l'Ucraina”, come se il Paese fosse una caratteristica geografica piuttosto che uno Stato indipendente alleato con l'Occidente. Tanto vale, quindi, non dire “a un popolo sovrano come governare il proprio Paese”, a meno che non si creda, come chiaramente crede Connolly, che l'Ucraina sia una provincia della Grande Russia. Ma forse il maggiore reato imputabile alla Connolly è stato il suo omaggio nel 2018 al Presidente siriano Bashar Assad, ora deposto. In piedi, tra le macerie di Aleppo bombardata senza sosta dalle forze russe che sostenevano Assad durante la guerra civile, lei ha offerto la sua piena solidarietà a questo modello di dittatori arabi, senza minimamente considerare che Assad aveva ridotto il quartiere palestinese di Yarmouk, alla periferia di Damasco, da – come disse in modo memorabile un testimone palestinese – “un quartiere fiorente di centinaia di migliaia di persone a solo 18.000 disperati in attesa di morire.”
È improbabile che Connolly si attenga al tradizionale ruolo di figura di rappresentanza del Presidente irlandese, opterà invece per il profilo attivista adottato da Higgins e sperimentato per la prima volta negli anni Novanta da Mary Robinson. Sebbene sia improbabile che l'attuale schiera di leader occidentali presti attenzione ai suoi ammonimenti e alle sue lamentele, lei è destinata a diventare una componente importante del movimento globale per isolare e indebolire lo Stato di Israele. Non sarà sola. Pedro Sánchez, il Primo Ministro spagnolo, siede dalla sua parte, così come – ammesso che vinca le elezioni a sindaco di New York – il complice di Hamas Zohran Mamdani, per citare solo due dei suoi ex compagni. In quanto principale alleato di Israele sulla scena mondiale, gli Stati Uniti devono aumentare la pressione politica ed economica sull'Irlanda, che, secondo il Segretario al Commercio Howard Lutnick, “ha un surplus commerciale a nostre spese.” Per quanto riguarda la comunità ebraica americana, dovrebbe evitare le vacanze in Irlanda e astenersi dall'acquistare prodotti irlandesi. Innanzitutto, non è sicuro essere ebrei lì. In secondo luogo, con l'Irlanda che preme per il boicottaggio di Israele, non dovremmo avere scrupoli a rispondere sollecitando il boicottaggio dell'Irlanda.