Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Turista israeliano aggredito a Manhattan, allarme antisementismo a New York Cronaca di Michelle Zarfati
Testata: Shalom Data: 05 novembre 2025 Pagina: 1 Autore: Michelle Zarfati Titolo: «Turista israeliano aggredito a Manhattan, è allarme antisemitismo a New York»
Riprendiamo da SHALOM online la cronaca di Michelle Zarfati dal titolo "Turista israeliano aggredito a Manhattan, è allarme antisemitismo a New York".
Michelle Zarfati
Rami Glickstein, un professore israeliano in vacanza a New York, mentre andava a mangiare in un ristorante kosher, è stato aggredito e mandato in ospedale. Si tratta di un'aggressione puramente antisemita: l'aggressore lo ha attaccato perché indossava la kippah e gli ha chiesto che religione professasse prima di colpirlo. Se anche a New York, sede della più grande comunità ebraica d'America, succedono questi fatti, rendiamoci conto quanto sia ormai dilagante l'antisemitismo.
Doveva essere una tranquilla visita nella città che “non dorme mai”. Si è invece trasformata in un incubo. Rami Glickstein, 59 anni, docente universitario israeliano in vacanza negli Stati Uniti, è stato vittima di una violenta aggressione a sfondo antisemita nel cuore di Manhattan. È accaduto in pieno giorno, su un marciapiede affollato. L’uomo stava camminando verso un ristorante kasher quando uno sconosciuto lo ha fermato, chiedendogli con tono sospetto quale fosse la sua religione. Prima ancora che potesse rispondere, l’aggressore gli ha strappato la kippah dal capo, l’ha gettata a terra e ci ha sputato sopra.
Poi, il colpo: un pugno al volto così violento da fargli perdere l’equilibrio e cadere sull’asfalto. Trasportato d’urgenza in ospedale, i medici hanno riscontrato un’emorragia cerebrale interna e contusioni facciali. Ora è in fase di recupero, sotto osservazione, ma lo shock resta profondo.
Nonostante le ferite, Glickstein ha parlato alla stampa con lucidità. “Non ho paura per me. Ho paura per il mio popolo. Quello che ho vissuto qui è terribile sembra il 1939”. Nel frattempo, la polizia di New York ha aperto un’indagine per crimine d’odio. Gli investigatori stanno cercando l’aggressore attraverso testimonianze e telecamere di sicurezza della zona. Le autorità cittadine e i rappresentanti della comunità ebraica hanno condannato fermamente l’episodio, sottolineando l’aumento di atti antisemiti negli ultimi mesi.
L’aggressione di Manhattan non è un caso isolato. Episodi simili vengono segnalati sempre più spesso nelle grandi città occidentali, alimentando timori e tensioni. Per molti, quanto accaduto a Glickstein è un amaro campanello d’allarme: l’antisemitismo, lungi dall’essere un capitolo superato della storia, continua a serpeggiare e talvolta esplode in violenza improvvisa.
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