Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Conte contro gli sprechi dopo 200 miliardi buttati Analisi di Sandro Iacometti
Testata: Libero Data: 03 novembre 2025 Pagina: 11 Autore: Sandro Iacometti Titolo: «Conte contro gli sprechi dopo 200 miliardi buttati»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/11/2025, a pag. 11, con il titolo "Conte contro gli sprechi dopo 200 miliardi buttati", l'analisi di Sandro Iacometti
Sandro Iacometti
Secondo Giuseppe Conte, il ponte di Messina è uno spreco. Senti chi parla: proprio l'ex premier che ha buttato 200 miliari di soldi pubblici nei suoi progetti di reddito di cittadinanza e superbonus.
Il Ponte sullo Stretto è uno spreco. Parola di Giuseppe Conte.
Il tempo, si dice, è galantuomo. Ma a volte fa anche brutti scherzi. Come quello giocato all’ex premier, che nel giro di qualche anno sembra aver completamente dimenticato l’impatto che le sue scelte politiche hanno avuto, e hanno tuttora, sulle tasche degli italiani. Limitiamoci alle due misure bandiera del leader M5S, reddito di cittadinanza e Superbonus.
Il primo, tra l’aprile 2019 e il dicembre 2023, è costato alle casse dello Stato circa 34,5 miliardi. Un bel salasso, senza ombra di dubbio. Ma forse ne è valsa la pena.
Vediamo gli effetti. Lato indigenza: le persone in povertà assoluta nel 2020 (complice ovviamente anche il Covid) sono salite a 5,6 milioni. Nel 2023, malgrado il potente sussidio messo in campo dai grillini, i poveri registrati dall’Istat ammontavano a 5,7 milioni. Lato lavoro: secondo i calcoli effettuati dalla Cgia di Mestre nel 2021, mettendo in relazione i soldi spesi e le assunzioni procacciate dai famosi navigator schierati dal professore del Mississippi, ma originario di Ostuni, Mimmo Parisi, che nei ritagli di tempo faceva il presidente dell’Anpal, ogni posto ottenuto è costato allo Stato circa 52mila euro. Un cifra non irrisoria se si considera che è oltre il doppio dei 25mila euro che un imprenditore privato spende per un operaio full time a tempo indeterminato.
Ma vabbè, del resto l’avvocato (del popolo) di Volturara Appula era stato catapultato a sorpresa a Palazzo Chigi dalla sera alla mattina, qualche sbavatura ci sta. Epperò Conte nel suo secondo governo, questa volta con il Pd, ci è ricascato. Con una operazione al cui confronto i costi del reddito di cittadinanza paiono bruscolini. Sul tavolo questa volta c’è la possibilità per tutti gli italiani, a prescindere dal reddito, di ristrutturarsi casa gra-tui-ta-men-te. Il costo? Un’inezia. L’ideona del Superbonus al 110% viene presentata in Parlamento, con la complicità dell’allora ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, come un affarone: si da una spinta incredibile all’economia messa in ginocchio dal Covid al costo di pochi spicci. Nelle prime relazioni tecniche le proiezioni di spesa sono addirittura calcolate in milioni, poi si passa ai miliardi, ma sempre nell’ordine di qualche decina. Niente di trascendentale. Tripudio e giubilo di tutto l’arco costituzionale.
Alla fine a fare i calcoli è l’Ufficio parlamentare di bilancio, authority indipendente sui conti pubblici: «Al 1 marzo 2024, data di pubblicazione del conto economico delle Amministrazioni pubbliche, l'ammontare del Superbonus nel periodo 2020-23 è stato pari a circa 170 miliardi. Quanto rilevato in termini di competenza economica nel quadriennio 2020-23 inciderà, a livello di debito, soprattutto sul triennio 2024-26. La differenza tra i risultati e le attese è stata macroscopica nel caso del Superbonus e non ha precedenti». Insomma, una svista «senza precedenti» che solo quest’anno ci costa 40 miliardi di debito aggiuntivo, più del doppio della manovra di bilancio da 18,7 miliardi. In tutto i soldi gettati dalla finestra ammontano a circa 200 miliardi.
Una catastrofe? Macché, il vero problema è il Ponte sullo Stretto, che costa 13,5 miliardi (molti dei quali fondi europei), ne vale 23 di Pil, 10 di entrate fiscali e crea 36mila posti di lavoro stabili. Secondo Conte il governo dovrebbe dire grazie alla Corte dei Conti, perché ci evita «di buttare tutti quei soldi solo perché il ministro di turno vuole passare alla storia». Ora, va bene tutto. Il Ponte può anche non piacere, Conte del resto aveva proposto di fare un tunnel come quello sotto la Manica. Ma che il papà del reddito di cittadinanza e del Superbonus ci venga a dare lezioni di oculata gestione dei soldi pubblici scagliandosi contro gli sprechi è come se Voldemort ci volesse spiegare l’essenza del bene.
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