Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Lebreo č un tabų e la stampa muta Commento di Daniele Scalise
Testata: Il Riformista Data: 02 novembre 2025 Pagina: 3 Autore: Daniele Scalise Titolo: «Lebreo č un tabų e la stampa muta»
Riprendiamo dal RIFORMISTA del 01/11/2025, a pagina 3, il commento di Daniele Scalise dal titolo "L’ebreo č un tabų e la stampa muta".
Daniele Scalise
La manifestazione di Piazza Santi Apostoli di Roma, "Con gli ebrei, a testa alta", non č stata coperta dalla grande stampa italiana. E d'altra parte era prevedibile: due anni a parlare male di Israele, non potevano raccontare un evento che andava contro la loro narrazione. E la stessa parola "ebrei" in questo periodo č diventata un tabų.
Io, che ho esercitato il mestiere di giornalista per mezzo secolo, capisco i miei poveri colleghi. Dopo mesi passati a chiamarli con il loro nome – complici, corrotti, ignoranti, servi del racconto dei carnefici, stipendiati indirettamente da Doha – che cosa avreste preteso, applausi? Editoriali commossi sulla libertā e la memoria? No. Il silenzio č la loro forma pių sincera di coerenza.
La manifestazione del 30 ottobre contro l’antisemitismo non rientrava nel copione. Nessun raccontino da titolare – “Povero popolo oppresso” o “Cessate il fuoco” – nessuna lacrima d’ordinanza. Solo cittadini, molti, troppi per essere ignorati, che dicevano l’indicibile: che l’odio contro gli ebrei č tornato in scena e che stavolta ha trovato platee accademiche, parrocchiali e mediatiche pronte a ospitarlo e a nutrirlo.
E poi quella parola, ebrei, č diventata per molti impronunciabile. E allora sė, meglio tacere. Meglio voltarsi dall’altra parte, come a loro viene facile fare. Non č censura: č pudore da vecchi malati che non vogliono guardarsi allo specchio. Hanno scelto il loro campo da tempo, quello in cui l’indignazione č selettiva e la vergogna, un lusso.
Un po’ di compassione, quindi, bisogna pur averla. Perché un giornalismo ridotto a eco delle proprie bugie non si combatte: si accompagna al cimitero con passo lento e senza rancore.
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