Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Scandalo alla Tv tedesca: il giornalista era di Hamas Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 30 ottobre 2025 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Il canone di Hamas»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 30/10/2025, a pagina 1, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "Il canone di Hamas".
Giulio Meotti
La ZDF tedesca ha scoperto che un collaboratore ucciso, presentato come giornalista, era in realtà un comandante di Hamas, mentre la BBC ha ritirato un documentario che presentava come “ragazzo comune” il figlio di un alto dirigente di Hamas
Roma. Dei 192 presunti giornalisti uccisi a Gaza e presenti nella lista di Reporter senza frontiere, la metà di quelli finora accertati lavorava per enti di organizzazioni terroristiche, come Hamas, il Jihad islamico, Hezbollah, il Fronte popolare per la liberazione della Palestina e gli houthi. Era evidente che una pettorina con scritto “Press” bastava a trasformare molti terroristi in giornalisti. La “Rai tedesca”, Zdf, non pensava certo che uno dei giornalisti che utilizzava a Gaza, Abu Mutair, fosse un “ingegnere del terrore”. O nelle parole della Faz, “il collega di Hamas della Zdf”. L’emittente pubblica tedesca aveva appena finito di condannare l’uccisione da parte di Israele del suo giornalista in un attacco militare a Gaza.
Il 20 ottobre, il corrispondente della Zdf per il medio oriente, Thomas Reichart, ha annunciato che “i nostri colleghi palestinesi della Palestine Media Production (Pmp) sono stati colpiti da un razzo nella loro sede nel sud di Gaza”. “E’ inaccettabile che gli operatori dei media vengano attaccati mentre svolgono il loro lavoro”, ha continuato la caporedattrice di Zdf, Bettina Schausten. “I nostri pensieri sono rivolti alle vittime e alle loro famiglie, alle quali esprimiamo la nostra più profonda solidarietà”. Al funerale, il giorno dopo l’attacco missilistico, sul suo corpo è stato appoggiato un gilet blu con la scritta “Press”. Il quotidiano tedesco Bild è riuscito ad avere i documenti dell’esercito israeliano. Il giornalista era anche un comandante delle Brigate al Qassam, l’ala militare di Hamas classificata come organizzazione terroristica dalla maggior parte delle nazioni occidentali e dall’Egitto. In risposta alla rivelazione, Zdf si è affrettata ad “accogliere con favore il fatto che l’esercito israeliano abbia accettato la richiesta di chiarire l’identità del dipendente ucciso della società di produzione Pmp a Gaza”. Zdf ha aggiunto di aver sospeso la sua collaborazione con l’azienda “fino a nuovo avviso”.
Caso chiuso? Non così in fretta. Ottilie Klein della Cdu ha parlato di “uno scandalo che mina profondamente la fiducia nell’emittenza pubblica. Bisogna verificare se Hamas e i suoi sostenitori abbiano avuto influenza sul tipo e sul contenuto dei servizi giornalistici di Zdf”. Il presidente della commissione Affari esteri della Cdu del Bundestag,Armin Laschet, ha dichiarato: “Il fatto che la Zdf non si accorga, in dodici anni di collaborazione, che uno dei suoi dipendenti è attivamente coinvolto nel terrorismo controIsraele parla da sé”. Si chiede la Faz: “Si
tratta di uno scandalo che scuote la reputazione dell’emittente pubblica e rimangono senza risposta domande urgenti: come è possibile che un fornitore di servizi Zdf sia coinvolto con Hamas? Perché dovremmo credere che non ci sia alcuna influenza sul servizio? Perché dovremmo credere ancora a questa vicenda da parte di Zdf, che prima si vanta della sua superiorità morale e poi si allontana docilmente?”.
Un’organizzazione terroristica islamista, antioccidentale e antisemita è stata dunque finanziata con il canone televisivo tedesco. E il caso non è certo isolato.
La Bbc ha diffuso un documentario: “La storia di un ragazzo che lotta per sopravvivere nella zona di guerra di Gaza”. Abdullah il suo nome. Tredici anni. Telegenico. Perfetto per il pubblico britannico. Solo che viene fuori che non è un ragazzino qualsiasi, ma il figlio di Ayman al Yazouri, viceministro di Hamas e alto ufficiale del movimento terroristico. Cosa che, inspiegabilmente, la Bbc ha trascurato di menzionare nel documentario. Spacciare un ragazzino palestinese come uno qualunque quando era il figlio di un capo di Hamas è troppo anche per la Bbc. E così la tv pubblica britannica ha ritirato il documentario. Succede, quando i media occidentali si fidano di più di ciò che viene detto loro da Hamas che non da Israele.
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