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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
30.10.2025 Italia e Israele all’ONU sconfessano la Albanese
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 30 ottobre 2025
Pagina: 15
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Italia e Israele all’Onu sconfessano la Albanese: «Il suo rapporto su Gaza è incredibile e di parte»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 28/10/2025, a pag. 17, con il titolo "I caschi blu abbattono un drone israeliano. L’Egitto a Gaza cerca i corpi degli ostaggi", la cronaca di Amedeo Ardenza.

I rappresentanti all'ONU di Israele, ma anche della stessa Italia, sconfessano il rapporto di Francesca Albanese su Gaza. Un rapporto fazioso e non credibile, in cui si accusa Israele di "genocidio" senza portare prove.

L’Italia sconfessa Francesca Albanese, la discussa giurista italiana scelta dalle Nazioni Unite quale special rapporteur sui Territori palestinesi.
Ieri il rappresentante permanente dell’Italia all’Onu, ambasciatore Maurizio Massari, ha affermato che la relazione presentata dalla relatrice speciale «è totalmente priva di credibilità e imparzialità. Come Italia, non ne siamo sorpresi. Il contenuto del dossier eccede palesemente il mandato specifico del relatore speciale, che non include indagini su presunte violazioni commesse da altri Stati o entità, né giudizi sulla cooperazione tra Paesi terzi e la Corte penale internazionale».
L’Italia è tra i 63 Stati accusati nel rapporto di Albanese di «essere complici del genocidio a Gaza». «Ancora più preoccupante», ha proseguito Massari, «è il totale disprezzo del codice di condotta per i relatori speciali, che include principi quali integrità, imparzialità e buona fede. Questi sono il fondamento di qualsiasi rapporto credibile, dell'attuazione del mandato e delle Nazioni Unite stesse». L’ambasciatore italiano ha ricordato che «il codice di condotta invita i relatori a garantire che le loro opinioni politiche personali non pregiudichino l’esecuzione della loro missione e a mostrare moderazione e discrezione per non compromettere il riconoscimento della natura indipendente del loro mandato». L’esatto contrario della postura di Albanese che, interviste e dichiarazioni alla mano, ha aggiunto Massari, «non può essere considerata imparziale». L’ambasciatore ha chiesto alla special rapporteur se ritiene che la sua opera contribuisca ad alleviare le sofferenze dei civili.
«Sarebbe un tragico paradosso se l'Onu fosse percepita come un’organizzazione che mina la pace anziché promuoverla». Una sconfessione invocata in questi giorni anche attraverso un’interrogazione parlamentare dell’esponente di FdI Mauro Malaguti, che chiedeva al ministro degli Esteri di associarsi al governo degli Stati Uniti per allontanare Albanese dal suo ruolo nelle istituzioni internazionali.
Sul campo, intanto le Israeli Defense Forces (Idf) hanno scatenato la loro potenza di fuoco contro obiettivi del gruppo terrorista palestinese, eliminando 30 comandanti di Hamas. Tra questi diversi terroristi infiltrati in Israele durante il pogrom del 7 ottobre 2023 come Muhammad Isa e Fawwaz 'Uwayda, entrambi della forza di Nukhba. L’ordine del primo ministro Benjamin (Bibi) Netanyahu di riaprire le ostilità per la prima volta dal 10 ottobre era arrivato a seguito di due violazioni del piano di pace di Donald Trump da parte dei tagliagole islamici. La prima: la messinscena, svelata da alcuni droni, con cui Hamas ha finto di ritrovare la salma di un ostaggio – sono ancora 13 i corpi che il gruppo deve restituire; la seconda: l’uccisione del militare delle Idf, Efraim Feldbaum. Il riservista 37enne è stato ucciso da un cecchino di Hamas mentre smantellava un tunnel del terrore a Rafah, in una zona ancora di competenza di Israele secondo il piano Trump. In conferenza stampa mercoledì mattina il portavoce del ministero degli Esteri di Gerusalemme, Oren Marmorstein, ha spiegato che «Israele non resterà in standby mentre viene attaccato: risponderemo con forza a ogni violazione dell’accordo. Continueremo a rispettare il cessate il fuoco e siamo impegnati a favore del piano Trump. Hamas invece no», ha poi osservato il portavoce, «visto che il piano di pace alla fine richiede che depongano le armi, e loro non vogliono».
Per una volta anche il Qatar, storico protettore e finanziatore di Hamas, ha bacchettato il gruppo di ispirazione islamica. Nel corso di una conferenza a New York il primo ministro dell’emirato, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, ha definito la morte del riservista israeliano a Rafah «un incidente molto deludente, una violazione del cessate il fuoco». Per non apparire troppo filosionista, al Thani ha poi aggiustato il tiro affermando che «Hamas è disposto a rinunciare al controllo di Gaza».
Mercoledì sera, nonostante il governo di Gerusalemme avesse dichiarato la fine degli attacchi, l’offensiva israeliana è ripresa: a Beit Lahia, nel nord della Striscia, le Idf hanno attaccato un parapendio motorizzato di Hamas, lo stesso tipo di velivolo leggero utilizzato dal gruppo terrorista il 7 ottobre 2023; sempre a Beit Lahia, le Idf hanno colpito un magazzino di armi e dispositivi aerei che, secondo un portavoce israeliano, «erano destinati all'uso immediato».
Ma mentre le Idf riferiscono di attacchi su obiettivi di Hamas, il ministero della Salute palestinese, espressione anch’esso di Hamas, ha ripreso a snocciolare cifre di decine di morti di civili causate dall’offensiva delle Idf, cifre che nessuno è in grado di verificare. Mercoledì sera Hamas parlava di 104 vittime, fra le quali 46 bambini e 20 donne.
Impegnato in un viaggio in Estremo Oriente, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha commentato a bordo dell'Air Force One: «A quanto ho capito, hanno fatto fuori un soldato israeliano: quindi gli israeliani hanno risposto». Un meccanismo “normale” per l’inquilino della Casa Bianca, secondo cui «niente metterà a repentaglio» il cessate il fuoco. «Dovete capire», ha poi detto ai giornalisti, «che Hamas è una parte molto piccola della pace in Medio Oriente, e deve comportarsi bene».

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