Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Il gioco pericoloso di Hamas sugli ultimi corpi per rimandare la fase due (e il suo disarmo) Commento di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale Data: 29 ottobre 2025 Pagina: 14 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «Il gioco pericoloso di Hamas sugli ultimi corpi per rimandare la fase due (e il suo disarmo)»
Riprendiamo da IL GIORNALE di oggi 29/10/2025 a pag. 14 il commento di Fiamma Nirenstein dal titolo: "Il gioco pericoloso di Hamas sugli ultimi corpi per rimandare la fase due (e il suo disarmo)".
Fiamma Nirenstein
Hamas restituisce i corpi degli ostaggi uccisi col contagocce e in ritardo, prende tempo e non avvia la fase due del piano di pace. E intanto attacca le forze dell'Idf. Israele risponde con raid aerei, ma senza strafare, perché non ha alcuna intenzione di far saltare la tregua. Quanto potrà durare la pantomima di Hamas, prima che getti la maschera? Perché è chiaro che non vuole la pace.
Hamas gioca duro, mette in crisi la tregua, sfida Israele e Trump, e Israele deve rispondere, ma cerca di mantenere un margine di ritorno al grande progetto di pace: ieri mentre tutto il mondo commentava lo spettacolo disgustoso che metteva in scena la finta restituzione del corpo di un rapito, Hamas ha sparato di nuovo, tendendo un agguato con armi anti tank ai soldati israeliani nel sud di Gaza, mentre, inoltre, annunciava, per poi ripensarci, la restituzione del corpo di uno dei tredici nelle sue mani. La provocazione è il suo giuoco, la sfida è non farsi prendere in giro mentre però tiene in piedi il piano in 20 punti. Israele ha cercato di resistere fino all’impossibile, mentre la situazione si disegnava sempre di più su uno scontro interno fra l’Egitto, Qatar, Turchia: Hamas ha approfittato della confusione per spingere oltre tutti i limiti. Quando scadevano le 48 ore oltre le quali Trump aveva di nuovo promesso la sua distruzione, è cominciata la rappresentazione beffarda del finto ritrovamento e restituzione. Che farà adesso Israele? Per ora il ministro della difesa Katz minaccia e bombarda la zona di Rafah: Israele non può restare a braccia conserte pena essere messo in ginocchio da Hamas, ma non vuole rovinare la pax americana. Israele potrebbe oggi agire con successo inusitato: occupa già il 60 per cento del territorio, non ci sono più rapiti vivi usati come scudi umani, Hamas è debole in uomini e armi. Battersi bisogna, ma la decisione strategica è il largo piano di pace di Trump, senza farsi fuorviare. Per questo Netanyahu, che sa benissimo con chi ha a che fare, aveva lasciato che con l’Egitto entrasse Hamas dentro la sua linea gialla. Ha tenuto fuori il Qatar e i Turchi con questa concessione. Per i rapiti si fa di tutto, e Hamas può ancora, se vuole restituire la maggior parte dei corpi, ma se lo fa si passa alla seconda parte in cui deve consegnare le armi: per Israele è il passo necessario nell’ambito di una serie di grandi successi, abbattimento di Hamas e di Hezbollah, indebolimento dell’Iran e dei Houty, avvicinamento al Libano, alla Siria, all’Arabia Saudita. Non vale la pena di sciupare tutto, ma nemmeno si può evitare il confronto. Trump ci sta pensando e presto dirà la sua. Si calibra la pressione e se ne parla col Centcom nella nuova serie di Kiriat Gat. Ad Hamas piacerebbe staccare Israele dalla strategia dei grandi Patti di Abramo, Israele sa che deve stare attenta alla trappola. Però il nervosismo sale, ci si comincia a chiedere con chi mai si è fatto l’accordo, e perchè macchinari così massicci dovrebbero trovare i corpi quando Hamas sa benissimo dove sono? Le macchine sembrano più utili, in verità, a sistemare le gallerie distrutte. La realtà messa in scena ieri è agghiacciante: nella voragine, in mezzo a tonnellate di terra smossa e stato scaricato il lenzuolo che conteneva parti del corpo di un ragazzo di 27 anni, Ofir Tzarfati: la prima parte è già stata seppellita. Per la terza volta, nello strazio della famiglia, la tomba dovrà essere riaperta. È uno spettacolo di orrore non minore del 7 ottobre: si è visto Hamas depositare e coprire parti del corpo, fingere di trovarlo, chiamare la Croce Rossa. Hamas sapeva benissimo che i suoi traffici mortuari sarebbero stati scoperti come è già successo per Yarden Bibas, e in altri casi. Ma bere il veleno che sparge esso stesso gli fa bene. Chi non ricorda come Hamas abbia firmato i suoi stupri e i suoi roghi? Ma Israele, anche provocato, non si metterà in contrasto diretto con l’alleato americano anche se ha annunciato che attaccherà zone della Striscia. Trump dovrà dire la sua. Ci sono varie cose da fare, come allargare la zona in cui è l’esercito. L’ufficio di Netanyahu ha parlato di “una patente violazione dell’accordo”, la risposta deve esserci. Hamas con la solita capriola ha detto che per le violazioni di Israele non potrà restituire un corpo pronto nelle sue mani. Ridicolo? Così rallenta l’accordo di pace per restare al potere. Israele lo sa, guerra doppia, sul fronte e per non cedere al nervosismo.
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