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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
28.10.2025 Raddoppiati gli episodi di antisemitismo
Analisi di Antonio Castro

Testata: Libero
Data: 28 ottobre 2025
Pagina: 11
Autore: Antonio Castro
Titolo: «Raddoppiati gli episodi di antisemitismo»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 28/10/2025, a pag. 11, con il titolo "Raddoppiati gli episodi di antisemitismo" la cronaca di Antonio Castro.

Scritta antisemita a Venezia. Dal 7 ottobre, gli atti di antisemitismo, dal vandalismo all'aggressione fisica, sono raddoppiati. L'aumento si nota nel trimestre immediatamente successivo al pogrom di Hamas, come se il massacro di ebrei nel Sud di Israele avesse riacceso la fiamma di un antisemitismo diffuso che covava sotto le ceneri. Lo rileva l'ultimo rapporto Cdec. Ed è il motivo principale per cui Setteottobre ha organizzato la manifestazione di piazza, per gli ebrei, il 30 ottobre, a Roma.

“Non indossate la Kippah”, “evitate di esibire monili con la stella di David”, “restate vigili”. Dal 7 ottobre 2023, dall’attentato di Hamas che è costato la vita a 1200 cittadini israeliani, nel mondo sono paradossalmente lievitati gli episodi di antisemitismo. E i consigli ai membri delle comunità della diaspora (da Parigi a New York, da Berlino a Roma) hanno fatto alzare il livello di guardia.
L’onda di indignazione mondiale per l’attacco terroristico contro i cittadini di Israele aggrediti dai terroristi di Hamas si è presto sopita. La poderosa reazione militare decisa dal governo del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha offerto la sponda a quanti già solitamente mal tolleravano l’esistenza stessa di Israele, del popolo ebraico e delle comunità sparse nel mondo. L’aggredito è diventato così il nemico da contestare, da additare come colpevole, rispolverando i temi storici dell’antisemitismo:.
In Italia (Roma può vantare la comunità ebraica più antica del nostro Paese), i crudi numeri messi in colonna testimoniano un crescente livello di intolleranza. Facendo emergere un “doppio standard” diffuso. Nel 2023 l’Osservatorio Antisemitismo della Fondazione Cdec aveva registrato 454 episodi di antisemitismo. Con una crescita esponenziale, approfondisce il dossier SetteOttobre realizzato all’Associazione, «rispetto alla tendenza degli anni precedenti».
Nel biennio precedente gli episodi censiti oscillava fra i 220 e i 240 annui. Ma è dal «quarto trimestre del 2023, immediatamente successivo al 7 ottobre, quando gli episodi segnalati quintuplicano nel giro di poche settimane. L’effetto-onda prosegue nel 2024, con 877 episodi, pari a un incremento del 93% anno su anno, il livello più alto mai registrato dal dopoguerra».
Ma non basta. L’aspetto preoccupante è il cambiamento di atteggiamento.
Le aggressioni, nella «maggior parte degli episodi», non avvengono «più solo sui social network, ma nel mondo fisico. La quota di atti “offline” passa infatti «dal 36% del 2023 a circa il 45% nel 2024», sintetizza il dossier realizzato dall’associazione SetteOttobre che ha tenuto conto degli eventi di antisemitismo in Italia dal 7 ottobre 2023 ad oggi.
Insomma, l’odio si sarebbe purtroppo «materializzato». E così dalla «retorica digitale si trasforma in azione visibile: scritte antisemite sui muri, svastiche su negozi e scuole, minacce dirette, rifiuti di servizio in esercizi pubblici, pressioni su eventi culturali o accademici. L’antisemitismo, da discorso, diventa comportamento sociale».
E così tirando le somme «dal 7 ottobre in poi l’antisemitismo in Italia non è “tornato”: ha solo cambiato pelle. La metamorfosi è netta. L’odio non si presenta più con la faccia sfrontata del razzismo novecentesco; indossa invece l’abito del dovere morale e della presa di posizione politica. Così diventa più accettabile, più condivisibile, più facilmente praticabile. Nel discorso pubblico l’ebreo si dissolve nella figura del “sionista”; il pregiudizio si traveste da etica; la discriminazione diventa gesto di militanza». La disinformazione digitale alimenta l’odio. Riproponendo la teoria del “potere ebraico”, della “lobby sionista”, il “controllo dei media”. Ma nel lessico aggiornato ai tempi: “élite globaliste”, “finanza cosmopolita”, “sistema occidentale”. Il meccanismo però è sempre lo stesso: attribuire agli ebrei (o a Israele) la regia invisibile di ogni ingiustizia.
Le varie manifestazioni pro-Pal dilagano (la Flotilla per Gaza con il contorno di copertura mediatica orchestrata da mesi e altrettanto ben finanziata), gli slogan: “from the river to the sea”, sottintendendo “dal Giordano fino al mare” sono assurti a nuovo inno riuscendo anche a soppiantare Bella Ciao. Tralasciando il modesto dettaglio che si punterebbe così alla cancellazione di Israele. E per fortuna che ad ogni microfono e telecamera si garantisce che si «tratta di manifestazioni pacifiche e pacifiste». Dove alla fine, spesso, i più facinorosi camuffati con la kefiah e sotto il mantello della bandiera palestinese finiscono per aggredire carabinieri e polizia. Ogni scusa ripropone l’odio. Ovviamente verso Israele, gli ebrei e i sionisti in genere. Dopodomani alle 19 a Roma a piazza Santi Apostoli, si terrà la manifestazione nazionale organizzata da SetteOttobre «Per la nostra libertà a testa alta con gli ebrei» che «tornano ad essere perseguitati nel mondo. Nelle nostre scuole e nelle università i giovani ebrei non possono più parlare. Le mamme portano i loro bambini alle manifestazioni a urlare gli slogan di Hamas: “Palestina libera dal fiume al mare”. Vuol dire far dire a quei bambini che gli ebrei devono essere cacciati della loro terra», scandisce Stefano Parisi, tra i fondatori e presidente dell’associazione SetteOttobre. 

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