Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Mancano gli ostaggi rapiti dai 'civili' di Gaza Cronaca di Amedeo Ardenza
Testata: Libero Data: 27 ottobre 2025 Pagina: 12 Autore: Amedeo Ardenza Titolo: «Mancano gli ostaggi rapiti dai «civili» di Gaza»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 27/10/2025, a pag. 12, con il titolo "Mancano gli ostaggi rapiti dai «civili» di Gaza", la cronaca di Amedeo Ardenza.
L'Egitto sta aiutando nella ricerca dei corpi degli ostaggi israeliani assassinati da Hamas. Avevano promesso tutte e 28 le salme rimaste a Gaza, ne hanno restituite 15. Hamas mente spudoratamente o ha firmato un accordo che non può rispettare?
Delle due l’una: o Hamas la sta tirando per le lunghe oppure ha commesso un errore quando, firmando l’intesa per la fine delle ostilità con Israele, ha promesso la liberazione di tutti gli ostaggi: quelli vivi e quelli morti. Tutti e 20 i sequestrati ancora in vita sono stati restituiti alle loro vite nelle prime ore dell’applicazione del piano di pace vergato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Delle 28 salme degli ostaggi, invece, solo 15 sono state traslate da Gaza in Israele. Sabato, ha riferito un funzionario della difesa israeliana, una squadra egiziana è entrata nella Striscia con diversi veicoli per aiutare a localizzare i corpi. La mossa è stata approvata dal primo ministro Benjamin Netanyahu, ha detto il suo ufficio al Times of Israel. «È un team tecnico», ha reso noto l’ufficio di Bibi. «Stanno andando solo per localizzare gli ostaggi uccisi». Ore dopo una portavoce del governo ha affermato che anche la Croce Rossa avrebbe utilizzato escavatori e camion per cercare i corpi degli ostaggi nel territorio gazawi ancora sotto il controllo delle Israeli Defense Forces (Idf). La Croce Rossa, che durante i due anni della cattività dei 251 israeliani rapiti ha brillato per la propria assenza, si fa dunque viva per cercare i morti. In un crescendo, domenica sera è anche circolata la notizia che, sempre allo scopo di individuare i resti degli ostaggi, addirittura dei responsabili di Hamas avrebbero ottenuto l’autorizzazione da parte di Israele ad attraversare la “linea gialla” sulla quale si sono attestate le Idf da quando è iniziato la tregua.
Un tale attivismo indicherebbe l’oggettiva difficoltà del gruppo terrorista a reperire alcune delle salme ma l’opinione prevalente in Israele è che il problema riguardo quattro o cinque ex ostaggi; quelli cioè che il 7 ottobre 2023 non sono stati rapiti né da Hamas né dalla Jihad islamica bensì dai civili gazawi penetrati in Israele a seguito dei terroristi. Persone senza una precisa agenda politica ma liete di mettere le mani su qualche israeliano per poi chiedere un riscatto: lo scoppio della guerra ha fatto fallire i loro piani e ora c’è il timore di una rappresaglia di Hamas, temuta nella Striscia perché capace di fucilare sul posto chi non segue la sua agenda. Solo un futuribile disarmo del gruppo terrorista potrebbe spingere queste famiglie a uscire allo scoperto. Per l’altra decina di salme, Hamas starebbe solo prendendo tempo: più settimane passano dall’inizio delle ostilità, più il gruppo terrorista si riorganizza e più difficile per Israele è la ripresa della guerra. Trump ha dunque legato le mani all’alleato israeliano Netanyahu? In parte sì. Allo stesso tempo Israele ha subito incassato il ritorno a casa di tutti gli ostaggi vivi, un obiettivo fondamentale per tutta la nazione israeliana. Ieri migliaia di persone hanno festeggiato il ritorno a casa, dopo le dimissioni dall’ospedale, degli ex ostaggi Segev Kalfon, Eitan Mor, Guy Gilboa-Dalal ed Evyatar David.
E mentre lavora per la pace al sud, Israele non dimentica il fronte nord: ieri droni israeliani hanno eliminato un comandante di Hezbollah nel sud del Libano. Nelle stesse zone, il contingente di caschi blu Unifil ha denunciato di essere stato attaccato dagli israeliani. Ma non ci sono né danni né feriti.
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