lunedi` 27 ottobre 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



Clicca qui






Setteottobre Rassegna Stampa
27.10.2025 Irlanda: l’ipocrisia come programma politico
Commento di Daniele Scalise

Testata: Setteottobre
Data: 27 ottobre 2025
Pagina: 1
Autore: Daniele Scalise
Titolo: «Irlanda: l’ipocrisia come programma politico»

Irlanda: l’ipocrisia come programma politico
Commento di Daniele Scalise su Setteottobre

 
Daniele Scalise

La nuova presidente dell'Irlanda, Catherine Connolly è una scatenata pro-Pal. Il suo umanitarismo è ipocrita: compassione selettiva, indignazione a orologeria, solidarietà con chiunque impugni un kalashnikov purché non sia ebreo. Del partito terrorista Hamas è giunta a dire, in un'intervista alla BBC, che è «parte del tessuto del popolo palestinese», «parte della società civile».

In Irlanda la nuova eroina della sinistra radicale si chiama Catherine Connolly. È la deputata che ha appena trionfato alle elezioni presidenziali promettendo giustizia, diritti, uguaglianza e altre parole nobili che, messe in fila, suonano bene in ogni comizio. Ma basta ascoltarla per qualche minuto per capire che dietro il lessico progressista si nasconde l’antico vizio doppiopesista: compassione selettiva, indignazione a orologeria, solidarietà con chiunque impugni un kalashnikov purché non sia ebreo.

Il 23 settembre, intervistata dalla BBC, Connolly ha dichiarato che Hamas è «parte del tessuto del popolo palestinese», «parte della società civile». Una definizione che, se non fosse tragica, sarebbe comica. Perché «parte della società civile» non si addice a chi brucia bambini, violenta donne e rapisce anziani: si addice, semmai, a un sindacato, a un’associazione culturale, a un giornale indipendente. Non a una milizia teocratica che predica il genocidio.

Poi, qualche giorno dopo, un sussulto di imbarazzo. Il 7 ottobre è arrivato — con i massacri, i video, i corpi. E allora Connolly ha tentato di correggere il tiro: «Quello che hanno fatto è assolutamente inaccettabile». Si direbbe un passo avanti. Peccato che, appena finita la frase, arrivi il fatidico «ma». E dietro quel «ma» c’è tutta la sporcizia etica e politica che si possa immaginare. «Entrambe le parti hanno commesso crimini di guerra», dice la signora per la quale Israele e Hamas sono sullo stesso piano morale. I terroristi che decapitano civili e lo Stato che difende i propri cittadini: la notte e il giorno, pareggiati in nome dell’equidistanza.

È la grammatica morale di una certa sinistra europea, che da anni non riesce più a distinguere tra vittima e carnefice, tra democrazia e fanatismo. Si commuove per Gaza ma tace per le ragazze iraniane impiccate. Grida al «colonialismo» contro Israele ma benedice le dittature che finanziano la distruzione d’Israele. Ogni volta che l’orrore costringe a scegliere, trova un modo per non farlo.

La signora Connolly non è un’eccezione: è il sintomo di una malattia che ha infestato la nostra civiltà occidentale. Parla di pace ma riconosce come interlocutori coloro che della pace fanno strame. Dice di odiare la violenza «da entrambe le parti», ma il suo sguardo si posa sempre su una sola. Si dichiara contro i crimini di guerra, ma non specifica mai quali. È la classica neutralità di chi è codardo, travestita da umanità superiore.

Eppure questa formula funziona. In Irlanda e non solo. È comoda, rassicurante, consente di restare nel campo del bene senza il fastidio della responsabilità morale. Basta dire «sono contro la violenza ovunque», e ogni massacro trova la sua giustificazione implicita. L’equidistanza diventa anestesia.

L’ipocrisia non è più una colpa ma un vero e proprio metodo politico. E Catherine Connolly ne è la perfetta rappresentante: una donna colta, elegante, progressista, che parla la lingua dell’Occidente mentre ne disprezza i principi. È il volto gentile di una sinistra che non ha più il coraggio di difendere la libertà, e preferisce compatire i suoi nemici.


info@setteottobre.com

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT