Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
L’Europa democratica è debole e supina Commento di Antonio Donno
Testata: Informazione Corretta Data: 27 ottobre 2025 Pagina: 1 Autore: Antonio Donno Titolo: «L’Europa democratica è debole e supina»
L’Europa democratica è debole e supina Commento di Antonio Donno
Antonio Donno
Il presidente ucraino Zelensky con l'Alta Rappresentante europea Kaja Kallas. A parole, il sostegno dell'UE alla nazione aggredita da Putin è incrollabile. Nei fatti, l'Europa sta dimostrando di non saper più combattere per la difesa della democrazia. E anche il ruolo degli Usa di Trump è inconsistente.
Il nuovo bombardamento russo di Kiev riapre una questione di estrema importanza. Concluso il primo attacco diretto sulla capitale ucraina nei primi tempi dell’invasione russa dell’Ucraina, Putin non aveva rinunciato ad un secondo attacco nel cuore del Paese. In questo caso, però, il leader russo punta a conquistare ed annettere le regioni orientali dell’Ucraina non soltanto con l’invasione via terra, ma con la distruzione sistematica dall’alto di parti della capitale ucraina, senza alcun riguardo per la popolazione civile. Il suo intento, dunque, è fiaccare il morale del popolo ucraino, costringendolo a chiedere al proprio presidente Zelensky di scendere a patti con la Russia e rinunciando ai territori già occupati da Putin e nei quali si sono svolte elezioni-farsa. Del resto, le perdite umane e materiali dell’esercito russo sono pesanti a causa della coraggiosa, strenua resistenza dei soldati ucraini; per questo motivo, l’attacco diretto su Kiev è volto a decapitare la nazione ucraina e ad imporre la resa a Zelensky.
Zelensky ha viaggiato per tutta l’Europa, chiedendo aiuti materiali, e si è recato da Trump per ottenere denaro per l’acquisto di armi, così come ha ricevuto sostegno economico da parte dell’Unione Europea. Ma tutto ciò è insufficiente. Lo è per un motivo prevalentemente di politica internazionale. La conquista del grande settore orientale dell’Ucraina è un fatto compiuto e nulla potrà riportare indietro le conquiste di Putin. Esse sono l’esito di una politica di espansione già evidente da qualche anno da parte della Russia, una sorta di riconquista del territorio ucraino già facente parte dell’Impero russo. La politica imperiale di Putin non si fermerà all’Ucraina, perché questa politica non ha opposizione concreta da parte dell’Unione Europea e degli stessi Stati Uniti.
Putin sapeva bene che non si sarebbe verificato alcun contrasto da parte dell’Occidente. L’Occidente europeo è in una condizione di passività allarmante. Solo da poco si è varata una politica di riarmo dell’Unione Europea, ma ci vorrà del tempo perché questa grande operazione vada in porto, ammesso che sia utilizzata per contrastare la minaccia putiniana di espansione russa verso il centro dell’Europa. Tuttavia, da un punto di vista prettamente politico, il riarmo europeo e una condivisione stretta dell’impegno a difendere la democrazia europea all’interno di tutte le organizzazioni politiche ed economiche che caratterizzano la vita comunitaria europea sono indispensabili per mostrare all’avversario russo una disposizione di contrasto fermo e continuo.
Tuttavia, la situazione attuale della democrazia europea ha abbandonato da tempo ciò che l’aveva caratterizzato per molti anni del secondo dopoguerra: un’opposizione ferma nei confronti dell’Unione Sovietica. Oggi, non esiste più la Russia comunista, ma una pseudo-democrazia che nei fatti è la proposizione, sotto mentite spoglie, di un’autocrazia plutocratica che detiene il potere economico-politico nelle varie facce di cui è composta e che si identifica, nel concreto, in un potere centrale sotto il dominio di Putin. È una dittatura ben diversa da quelle di un tempo, perché si diversifica nei vari rami che i plutocrati russi gestiscono riferendosi sempre ad una vetta politica che assicura stabilità e guadagni, ricevendo, a sua volta, una conferma continua e stabile.
La debolezza politica dell’Europa democratica e l’inconsistente risposta dell’America di Trump disegnano una situazione di irresolutezza che fa il gioco di Putin oggi e negli anni a venire. Se si guarda la cartina politica dell’Europa Orientale, si comprende bene che quella immensa regione è alle soglie della Russia di Putin. Recentemente la Finlandia ha rafforzato il proprio sistema militare; ma, nello stesso tempo, gli Stati baltici sono costantemente in allarme. Per quanto la Lituania, la Lettonia e l’Estonia siano Stati democratici, aderenti alla Nato, all’Unione Europea, alla Zona Euro e all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, essi sanno bene che l’Europa democratica vive oggi una situazione di debolezza politica, di cui Putin è ben consapevole. Si tratta di una distanza tra istituzioni politiche e cittadini, che potrebbe portare ad una crescente disaffezione politica dei cittadini del nostro Continente, che, dalla fine della seconda guerra mondiale, avevano riposto tutte le loro speranze nelle istituzione europee e nella loro capacità di difendere la democrazia.