Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
La sinistra che rimpiange Hitler Cronaca di Daniele Dell'Orco
Testata: Libero Data: 26 ottobre 2025 Pagina: 11 Autore: Daniele Dell'Orco Titolo: «La sinistra tira dritto: confermati in lista gli ultrà anti-Israele»
Riprendiamo da LIBERO del 26/10/2025, a pag. 11, con il titolo "La sinistra tira dritto: confermati in lista gli ultrà anti-Israele" la cronaca di Daniele Dell'Orco.
Daniele Dell'Orco
Souzan Fatayer candidata per l'Alleanza Verdi e Sinistra per la Regione Campania, è stata confermata, nonostante abbia scritto, a proposito dell'ex ambasciatore israeliano Dror Eydar: "Le parole di questo ebreo fanno rimpiangere l’incompleta missione di Hitler". Chiunque altro, per molto meno, sarebbe stato cancellato dalla politica italiana, lei no, perché è dalla parte "giusta" e soprattutto perché l'odio contro Israele ha sdoganato anche il peggior antisemitismo.
La sinistra voleva “liste pulite”, e invece ha messo in campo una collezione di mine social pronte a esplodere alla prima ricerca su Google. Tra un appello alla pace e un post negazionista, il “campo largo” si trasforma in un campo minato.
Avs ad esempio, ieri, ha presentato negli uffici del tribunale Napoli il suo dream team a supporto di Roberto Fico. C’è anche Souzan Fatayer: docente all’Orientale, mediatrice culturale e protagonista della querelle con Paolo Mieli, che l’aveva definita nel programma 24 Mattino «la palestinese napulitana che esalta Hamas, una signora in leggerissimo sovrappeso». Da lì, più che un dibattito, ne è nato un melodramma, ma con tutti gli astanti concentrati sulla gaffe di Mieli anziché sui contenuti di Fatayer. Quelli che pesano davvero.
Lo scorso 2 settembre la candidata condivise un video dell’ex ambasciatore israeliano Dror Eydar, che dice: «Noi abbiamo uno scopo, distruggere Gaza, questo male assoluto». La didascalia nel post di Fatayer era: «Le parole di questo ebreo fanno rimpiangere l’incompleta missione di Hitler». A chi le chiedeva conto di quelle parole più che del consumo di carboidrati, ha risposto: «Una disattenzione». Tipo mettere il sale nel caffè. Poco dopo, a novembre, scriveva che Al Qassam, il braccio armato di Hamas, il 7 ottobre «non sapeva nemmeno della festa», e che a colpire il rave Nova sarebbe stato «un aereo israeliano». Il 19 dicembre rincarava: «Un’immagine aerea dimostra che i bombardamenti del 7 ottobre furono opera di un bulldozer israeliano...». E chiudeva in bellezza: «Un po’ di verità inizia finalmente a venir fuori».
Probabilmente le verità che piacerebbero a coloro che l’hanno scelta: Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, maghi dei casting da circo. Tra le tante prodezze di Fatayer anche un post di cordoglio per Samih Aliwi: «Era più di un vicino di casa. Un amico, un fratello devoto, uno di famiglia». Lei lo definiva “martire”. Peccato fosse nei vertici di Hamas.
Fatayer, tra l’altro, ha un gemello, nelle liste M5S col supporto di Rifondazione Comunista per Antonio Decaro in Puglia. Decaro che, a inizio mese, venne pizzicato in una delle «pacifiche» piazze pro-Pal a cantare e ripostare sui social cori sulla «Palestina libera dal fiume fino al mare», slogan preferito dai fanatici che eliminerebbero ciò che c’è nel mezzo: cioè Israele.
Il diamante incastonato nel suo schieramento sarà Bassem Jarban, odontoiatra palestinese con un profilo social che è una specie di enciclopedia del cattivo gusto. Celebra Francesca Albanese («Meriterebbe il Nobel per la pace»), la Flotilla, e pubblica immagini di Gesù crocifisso con kefiah e bandiera palestinese, e di una Madonna con in braccio il Bambino contornati da angurie, la nuova bandiera del progressismo gourmet. La didascalia natalizia? «No Christmas in Betlemme». Tra un’icona e l’altra, il pacifista Bassem spara più colpi di una mitragliatrice: «Questa donna è un mostro, sei una sio... nazista... fascista di m...», scrive all’europarlamentare di FdI Elena Donazzan. Poi attacca gli alleati: «Questo uomo è un servo dello Stato sionista non degno a governare l’Italia», riferito a Matteo Renzi.
Quando il tema sono gli ebrei, Jarban dà il meglio di sé: «Per non dimenticare condividi», scrive su un post che accosta Auschwitz a Gaza, con il commento: «Se gli israeliani non vogliono essere accusati di essere come i nazisti, devono semplicemente smettere di comportarsi da nazisti». E il gran finale arriva l’11 settembre 2017: una foto delle Torri Gemelle in fiamme, accompagnata da: «Adesso è tutto chiaro...
chi è stato e chi ha progettato e a chi ha giovato... morte ai bastardi sionisti».
Nel suo archivio social c’è pure un post del 2016 in difesa di una candidata Pd accusata di simpatie jihadiste: «Già li hanno dato il marchio Anti Simita... se fosse milanese la voterei...» Coerenza a prova di dizionario. Al loro cospetto, tutti gli altri sembrano dei dilettanti: tipo l’ex europarlamentare Rosa D’Amato (Avs) che sponsorizza Boycat, l’app che invita a scansionare i prodotti al supermercato «per evitare di acquistare quelli che supportano il genocidio in corso», o Tommaso Sgarro (lista Decaro) che nelle ultime settimane ha scoperto magicamente la guerra a Gaza e incolpa il governo di «complicità nel genocidio».
Gaza come navetta per amministrare Regioni nel Sud Italia. E così il “campo largo” s’allarga davvero, ma verso il ridicolo.
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