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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
25.10.2025 Macron censura la strage di Hezbollah
Commento di Mauro Zanon

Testata: Libero
Data: 25 ottobre 2025
Pagina: 11
Autore: Mauro Zanon
Titolo: «Macron censura la strage di Hezbollah»

Riprendiamo LIBERO di oggi, 25/10/2025, a pagina 11, con il titolo "Macron censura la strage di Hezbollah", il commento di Mauro Zanon.

Mauro Zanon
Mauro Zanon

La strage dei paracadutisti francesi e dei marines americani a Beirut, nel 1983, fu il primo celebre attentato suicida compiuto da Hezbollah. Ora, nella commemorazione dell'anniversario, in Francia, Hezbollah è stato volutamente omesso dalle dichiarazioni. Perché Macron insiste nel voler dialogare con i terrroristi sciiti.

Era il 23 ottobre 1983 quando la Multinational Force in Lebanon (Mfl), contingente militare internazionale per un’operazione di peacekeeping in Libano, composto da reparti delle forze armate di Stati Uniti, Francia, Italia e Regno Unito, subì un colpo devastante a causa di un duplice attentato a Beirut. Due camion-bomba colpirono con pochi minuti di differenza le basi della Mfl, prendendo di mira i contingenti statunitense e francese: alle 6.22 del mattino, un camion imbottito di esplosivo si schiantò contro l’edificio che ospitava il 1º Battaglione dell’8° Reggimento Marine presso l’aeroporto internazionale di Beirut. La deflagrazione distrusse la struttura, uccidendo 241 militari statunitensi. Due minuti dopo, un secondo camion bomba colpì il quartier generale dei paracadutisti del 1º e del 9° Reggimento cacciatori paracadutisti alloggiati nel palazzo Drakkar a 4 km di distanza, causando la morte di 58 militari francesi.
Dietro gli attacchi, c’erano la Jihad islamica e Hezbollah, la neonata milizia sciita.
Giovedì il ministero della Difesa francese ha pubblicato un messaggio su X per commemorare i caduti. «42 anni fa, il 23 ottobre 1983, 58 militari francesi del 1° e del 9° Reggimento cacciatori paracadutisti furono uccisi a Beirut, vittime di un attentato suicida. La Francia ricorda, onora il loro sacrificio e non li dimentica #Drakkar #Libano #DovereDiMemoria», si legge nel messaggio, dove è omessa l’identità di chi quell’attentato lo ha compiuto. Sotto il tweet, da giovedì, dilaga l’indignazione. «Attentato suicida? Preciso: attacco teleguidato dall’Iran come rappresaglia alla cooperazione militare tra Francia e Iraq, eseguito dalla Jihad Islamica e da Hezbollah», scrive un’utente, Mélanie Lacide. «Perché non citare chiaramente il movimento terroristico e i suoi sostenitori che hanno commesso questi orribili attentati dopo quello che ha colpito i militari americani?», ha aggiunto un altro, Bob Alban. «Questa codardia istituzionale è vergognosa.
Questo attentato è opera dei musulmani di Hezbollah e non è frutto del caso. Un semplice comunicato stampa per la morte dei nostri soldati, ma nessuna dichiarazione del presidente per onorare i nostri caduti la dice lunga su questo governo», ha commentato JL Ferracci.
L’omissione potrebbe essere spiegata con la paura di attentati islamisti sul suolo francese che attanaglia i vertici della République dagli attacchi di Charlie Hébdo. Ma anche con la strategia internazionale di Emmanuel Macron in Medio Oriente, indispettito dal fatto che la Francia non tocca più palla da quando gli Stati Uniti sono tronati protagonisti nella regione. Martedì, in una lettera indirizzata al presidente libanese Joseph Aoun, Macron ha sottolineato la sua «determinazione» a organizzare, entro la fine del 2025, una conferenza a sostegno delle forze armate libanesi e un’altra dedicata alla ricostruzione del Paese.
«Riponiamo grandi speranze in questa doppia conferenza, organizzata congiuntamente dalla Francia e dall’Arabia Saudita», ha dichiarato pochi giorni fa a Paris Match il primo ministro libanese, Nawaf Salam.
L’altra spiegazione sono i legami ambigui di Macron con Hezbollah che lo storico inviato di guerra del Figaro Georges Malbrunot, aveva messo in luce nell’estate del 2020, in un articolo dove veniva riportata la conversazione avvenuta nell’agosto di quell’anno tra il presidente francese e un responsabile di Hezbollah, durante la quale il primo chiedeva al secondo di dimostrare di essere libanese e che la sua agenda non fosse esclusivamente iraniana. Nasrallah, ex capo di Hezbollah, salutò «la visita positiva» di Macron. Walid Charara, analista vicino a Hezbollah, aggiunse: «Emmanuel Macron ha davvero un approccio diverso da quello degli Stati Uniti».

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