Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Testata: Il Foglio Data: 25 ottobre 2025 Pagina: 1/4 Autore: Maurizio Crippa Titolo: «Il Pd senza più ebrei»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 25/10/2025, a pag. 1/4, con il titolo "Il Pd senza più ebrei", il commento di Maurizio Crippa.
Maurizio Crippa
Il sindaco piddino di Reggio Emilia subisce l'umiliazione della sgridata di Francesca Albanese: solo uno dei tanti esempi di come il PD sia ormai diventato subalterno a partiti e personaggi dichiaratamente antisionisti e antisemiti, senza reagire, pur di cavalcare l'onda palestinista in Italia. E così si spezza il legame storico con l'ebraismo in Italia.
La sinistra-sinistra, via social, riesce a polemizzare con i riformisti del Pd riuniti a Milano persino sulla scelta della colonna sonora, Revolution dei Beatles sarebbe troppo al passato, ma soprattutto è troppo moderata. Da non crederci, eppure col suo passato più recente il Pd farebbe bene e confrontarsi. Ad esempio per misurare quanto abbia abbassato la guardia del controllo democratico sul tema dell’antisemitismo, rischiando la deriva verso secche pericolose. Bastano pochi anni. Il 2022. Raffaele La Regina era il segretario regionale del Pd in Basilicata, candidato alle imminenti politiche. Ma si lasciò scappare un pensiero sui social. Purtroppo il suo: “Credete più agli alieni o all’esistenza dello Stato di Israele?”, mettendo in discussione l’esistenza stessa del paese. Scoppiò una polemica, nel Pd, Enrico Letta segretario fu duro, pretese una motivata marcia indietro.
Ora un Pd molto diverso s’accompagna in campo largo, anzi si fa proprio guidare, da partiti come Avs e Cinque stelle che non si peritano di candidare autentici antisemiti. E tutti zitti. Prima la “palestinese napoletana” Souzan Fatayer, nelle liste in Campania di Avs, responsabile di un post d’odio. Commentando le parole dell’ex ambasciatore israeliano in Italia ha detto: “Le parole di questo ebreo fanno rimpiangere l’incompleta missione di Hitler”.
Poi il candidato palestinese grillino in Puglia, Jarban Bassem, con i suoi profili social pieni di attacchi a Israele. Ora questo Pd distratto sulla caratura democratica dei candidati alleati tiene bordone a Francesca Albanese. La special rapporteur che bullizzando il sindaco pd di Reggio Emilia, che pure la stava premiando, spiegò alla canea ululante e sbandierante che la parola “ostaggi” non va nemmeno pronunciata. Ma in più città molti sindaci del Pd hanno provato a darle la cittadinanza onoraria, ma grazie al Cielo qualcuno, come a Firenze, s’è fermato in tempo. Eppure il Pd, se ricordasse la sua storia, nel 2019, quando il Parlamento istituì la Commissione contro l’odio su proposta di Liliana Segre scatenò una polemica dai toni indignati (ma anche un po’ ciabattona, va detto) accusando il mancato omaggio alla senatrice a vita da parte del centrodestra. I cui rappresentanti non si erano alzati in piedi durante il voto, e tanto bastò per muovere accuse di mai sopito odio agli ebrei (e a tutte le minoranze) nelle animale nere delle destre fasciste. Adesso quel Pd fatica a prendere le distanze da Albanese, che si è alzata da uno studio tv appena è stata nominata Liliana Segre: e non per omaggiarla, ma per prenderne le distanze. La “special” ha definito la senatrice a vita una “pietra di inciampo”, un capolavoro di cattivo gusto, arrivando a sminuire la sua testimonianza di sopravvissuta ad Auschwitz con parole indegne: “Se una persona ha una malattia, non va a farsi fare la diagnosi da un sopravvissuto a quella malattia, ma da un oncologo”. Eppure c’è una parte consistente, della sinistra. In Francia, invece, l’eurodeputata nel raggruppamento di sinistra e attivista palestinese Rima Hassan è stata accusata per apologia del terrorismo dopo aver appoggiato su Instagram le esecuzioni pubbliche compiute da Hamas contro i palestinesi. Da noi si può inneggiare a Hitler e nessuno si pone il problema di rompere l’alleanza con partiti che candidano orditrici simili.
La cosa paradossale, e significativa, è però un’altra. Fino a qualche anno fa il Pd si atteggiava a grande difensore (la chiave retorica resistenziale) dell’ebraismo e della libertà di esistere di Israele. L’accusa del sangue ricadeva ogni volta solo sulla destra. Ugualmente accadeva in tutti gli infiniti casi in cui Giorgia Meloni o chi per lei sono stati chiamati a rispondere di camicie nere, di saluti romani, di grida “presente!”. Lo scandalo nel 2020 per Galeazzo Bignami in divisa nazista da SS a una festa rimbalza ancora dagli archivi della pigrizia. Fino alla famosa inchiesta di Fanpage dello scorso anno coi filmati di alcuni militanti di Gioventù nazionale che lanciavano insulti antisemiti. Adesso quegli insulti si sentono in ogni piazza pro Pal. Ieri il corteo a Roma “in sostengono della Freedom Flotilla” ha tentato di sfondare i cordoni di polizia per dirigersi minacciosamente contro l’ambasciata israeliana. Un’ambasciata. In casi come questi, in passato, i membri del Pd eventualmente presenti hanno spesso fatto elegantemente finta di nulla. Vedremo stavolta. La sorveglianza democratica, si diceva una volta, evidentemente è meno di moda. Si dirà che è colpa di Netanyahu, anzi proprio di Israele. Può essere vero per il mutamento del giudizio politico, ma solo up to a point. Troppi sono gli episodi, in due anni, di mancata sorveglianza democratica. Così che oggi a scandalizzarsi per come è stata trattata Liliana Segre ci sono i partiti e i giornali di destra, e a condannare chi vorrebbe trasformare Israele in una “finzione di alieni”, come lo sciagurato Raffaele La Regina, c’è solo la destra.
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