Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Francia: sinistra e islamisti Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 25 ottobre 2025 Pagina: 1/4 Autore: Giulio Meotti Titolo: «La France soumise»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 24/10/2025, a pagina 1/4, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "La France soumise".
Giulio Meotti
Jean Luc Melenchon, fondatore de La France Insoumise, partito di estrema sinistra francese. I suoi legami con il mondo dell'islamismo sono sempre più chiari e oggetto di inchieste. Dove sta finendo la Francia?
“La France insoumise ha stretti legami con elementi islamisti”, testimoniano diversi giornalisti all’Assemblea nazionale, che ha istituito una commissione parlamentare d’inchiesta sui rapporti tra la sinistra di Jean-Luc Mélenchon e le reti islamiste. Il giornalista francosiriano Omar Youssef Souleimane ha pubblicato un libro sui “complici del male” che ha scatenato il panico negli ambienti di sinistra, che hanno tentato, per vie legali, di procurarsene una copia prima della pubblicazione, ma senza successo. “Vengo dalla Siria, un paese dominato dagli islamisti”, ha detto Souleimane alla commissione d’inchiesta. “Quando sono arrivato in Francia, ciò che mi ha davvero scioccato è stato trovare quell’atmosfera da cui ero fuggito”, ha continuato lo scrittore e giornalista.
“Ho vissuto per sette anni nella periferia di Parigi. Sono sempre rimasto sorpreso dal fatto che alcuni imam, imam radicali, sostenessero Mélenchon senza alcuna riserva. Gli islamisti usano la France insoumise come cavallo di Troia per perseguire interessi politici e arrivare in Parlamento. Da parte sua, la France insoumise sta usando gli islamisti per motivi elettorali”. Souleimane ha testimoniato al parlamento che, dopo il massacro del 7 ottobre, ha partecipato a diverse manifestazioni pro Palestina organizzate direttamente dalla France insoumise e da un’“associazione islamista antisemita”, Urgence Palestine, fondata da un uomo di nome Omar al Soumi il giorno dopo il massacro di Hamas. Uno dei deputati più attivi in queste manifestazioni è Thomas Portes, ha detto Souleimane. Portes si è recentemente recato in Libano con Salah Amouri, membro del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, un gruppo considerato un’organizzazione terroristica in Europa.
Naëm Bestandji, attivista femminista impegnata contro il velo, osserva che nelle piattaforme di Mélenchon è presente un buon numero di islamisti. Si salutano con “salam”, non “bonjour”. Erwan Seznec, autore del libro “Nos élus et l’islam”, racconta che “Mélenchon ha difeso la moschea di Omar dell’XI arrondissement di Parigi, tristemente famosa per aver ospitato i fratelli Kouachi (i terroristi di Charlie Hebdo) e accusata di predicare discorsi estremisti e di sostenere la sharia”.
Nel libro “La Pieuvre de Téhéran” (Éditions du Cerf), Emmanuel Razavi e Jean-Marie Montali descrivono invece i mezzi impiegati dall’Iran per diffondere i suoi messaggi nella sinistra francese. Le foto in loro possesso di dimostrano che, dal 2013 al 2018, emissari di Teheran hanno ripetutamente utilizzato i locali della XIII sezione del Partito comunista francese a Parigi per tenere conferenze.
Tra loro c’era Seraj Mirdamady, collaboratore del ministero dell’Interno iraniano e cugino di Ali Khamenei.
Durante la sua audizione davanti alla commissione d’inchiesta, un’altra giornalista, Nora Bussigny, che si è infiltrata nei gruppi pro Pal per scrivere un libro, ha rivelato che “c’è un progetto di infiltrazione islamista nella France insoumise in vista delle elezioni comunali”.
Le banlieue e le grandi città ad alto tasso di immigrazione sono il cuore del suo progetto politico e lì Mélenchon ha ottenuto il 60 per cento dei voti al primo turno delle ultime presidenziali nel 2022: il 61,13 per cento a Saint-Denis (17 punti in più rispetto al 2017); a Montreuil, il 55,35 per cento; a Bobigny, il 60 per cento. In tutta la Seine-Saint-Denis, Mélenchon è arrivato al 49,09 per cento.
E per il 2027? Il solito clientelismo, comunitarismo e cecità ma con ancora numeri più grandi e reti ancora più fitte. O per dirla col libro del giornalista siriano Omar Youssef Souleimane, “nell’attuale quadro politico, non immagino gli islamisti arrivare al potere nel 2027, ma il gioco della sinistra con loro potrebbe creare il caos con la creazione di quelle che i Fratelli musulmani chiamano ‘isole musulmane’ nel paese”. E per fortuna si chiama France insoumise, perché se fosse stata soumise avremmo già la Marianna velata.
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