3 Lettere
1. Il furto al Louvre e l'aiuto israeliano
Gentile Deborah,
dunque la Francia e' un paese da me amatissimo e ormai in profonda crisi, dovuta al '' macronismo '' ed all'islamizzazione ormai irreversibile. Tuttavia non ho potuto evitare di sorridere ( amaramente ! ! ) quando ho letto che, dopo l'umiliante furto di gioielli e corone napoleoniche al Museo del Louvre ha preso una decisione.
L'ex grande paese patria di Voltaire, Camus, Manet e mille altri, dopo anni di filoarabismo cieco, si è dovuto rivolgere, indovinate a chi? ? A ISRAELE !!!!!.
saluti
Dante Dalessandro
Caro Dante,
Esattamente! La Grandeur ha chiesto aiuto a una società israeliana per ritrovare il tesoro rubato al Louvre alle 9 del mattino con le sale piene di visitatori. Ennesima figuraccia per Macron. Scrive Daniele Scalise sul Riformista “Il museo più famoso del mondo ha chiesto aiuto a un’azienda israeliana di business intelligence, la CGI Group, fondata dall’ex capo dello Shin Bet Yaakov Perry e da Zvika Naveh. Loro, gli israeliani che tante anime pie in Europa giurano di voler boicottare, sono quelli che ora devono salvare il patrimonio nazionale francese.”
Insomma, quando Israele serve, quando la sua tecnologia, che non ha pari al mondo, è necessaria per risolvere i problemi dei boicottatori, allora chiedono aiuto al paese più boicottato e demonizzato del mondo.
E non provano nemmeno vergogna!
Un cordiale shalom
Deborah Fait
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2. Le scuole italiane educano all'odio per Israele
Cara Deborah
Ho ascoltato attentamente il video della signora Angelica Calò Livnè.
I docenti italiani tifano per Hamas, ben sapendo chi sono, perchè prima di tutto odiano gli Ebrei, questo è il loro primo obiettivo. Partecipano assieme agli alunni ai cortei con ex brigatisti rossi smaniosi di rientrate in azione, leoncavallini tristi per li sgombero, magrebini delle grandi città il cui solo obiettivo è spaccare la testa a carabinieri e poliziotti ed infine spostati di ogni genere. Difendono le donne e diversi solo fino a quando i colpevoli sono bianchi suprematisti (come usano chiamarli) quando ci sono i musulmani silenzio assoluto.
Il secondo obiettivo è mettere in difficolta il governo Meloni (vedi flottiglia) per la sua politica equilibrata verso Israele. La fregata avrebbe dovuto andare a sparare sulla spiaggia di Tel Aviv? Questi pacifisti a senso unico come cambiano quando fa loro comodo.
Ho una nipote che andrà in prima elementare tra due anni e penso che in famiglia dovremo stare vigili.
Cordiali saluti.
Roberto Razza
Caro Roberto,
una delle manifestazioni che mi ha più impressionata è stata quella di Firenze dove le maestre hanno portato in corteo i bambini delle elementari a gridare, sventolando le bandiere palestinesi, “Dal fiume al mare Palestina”. È stata una vergogna assoluta. Certamente, uno dei motivi di queste manifestazioni non è solo l’odio per Israele e ma il desiderio di far cadere il governo Meloni.
Dovrete sorvegliare molto il nipotino perché la scuola italiana è ideologizzata ed è diventata pericolosa per la formazione dei nostri figli. Ho molte amiche insegnanti disperate perché dalla Presidenza delle scuole arrivano ordini osceni ai docenti.
Tanti auguri e un cordiale shalom
Deborah Fait
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3. Il dilemma dell'antisemitismo
Gentile redazione
sottopongo alla vostra cortese attenzione un articolo di analisi e commento relativo al recente e acceso dibattito sull'antisemitismo in Italia, innescato dalle dichiarazioni della Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, e dalla conseguente dura replica della senatrice a vita Liliana Segre.
Allego il testo completo dell'articolo per la vostra valutazione.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento o modifica. Ringraziando per l'attenzione, porgo cordiali saluti.
Luca Ablondi
Il Dilemma dell'Antisemitismo
La recente dichiarazione del ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, sulla totale limitazione dell'antisemitismo al solo nazifascismo, mossa a partire dalle critiche alle gite scolastiche ad Auschwitz, ha riacceso un dibattito cruciale in Italia sul modo in cui il Paese affronta e percepisce l'odio antiebraico. Le sue parole, pronunciate in un convegno e poi ribadite, hanno suscitato aspre polemiche, in particolare con la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah.
La ministra ha sostenuto che i viaggi della memoria avrebbero, paradossalmente, contribuito a circoscrivere l'antisemitismo solamente a un fenomeno storico e politico passato, quello nazifascista, impedendo una piena consapevolezza della sua persistenza e delle sue manifestazioni contemporanee, spesso legate ad altre ideologie o contesti politici, come il conflitto arabo-israeliano. Secondo Roccella, l'Italia non avrebbe "fatto i conti fino in fondo" con il proprio antisemitismo.
La senatrice Segre ha replicato duramente, affermando che "la memoria della verità storica fa male solo a chi conserva scheletri negli armadi", sottolineando come l'esperienza della Shoah sia un monito universale contro ogni forma di odio razziale. Lo scontro verbale evidenzia la tensione tra la necessità di custodire la memoria storica della Shoah e l'urgenza di riconoscere e contrastare l'antisemitismo che emerge oggi, spesso mascherato da critica politica allo Stato di Israele.
Questo dibattito si colloca in un periodo di forte polarizzazione, specialmente a causa del conflitto in Medio Oriente. Le manifestazioni a favore di Gaza che si sono tenute in Occidente, pur nascendo con l'intento legittimo di solidarietà verso il popolo palestinese e di critica alle azioni del governo israeliano, sono state in molti casi degenerate in slogan apertamente antisemiti.
Si è assistito, in alcune piazze, a messaggi che superavano la semplice condanna della politica israeliana per sfociare nell'odio totale verso gli ebrei in quanto tali o nell'apologia di organizzazioni terroristiche come Hamas, il cui Statuto e i cui obiettivi non si limitano alla liberazione della Palestina ma includono l'annientamento dello Stato di Israele e la cancellazione del popolo ebraico. Slogan come "dal fiume al mare la Palestina sarà libera" (che nega l'esistenza stessa di Israele) o riferimenti espliciti all'Intifada con richiami violenti, sebbene non universali, hanno sollevato allarme tra la Comunità Ebraica e le autorità.
Il punto cruciale è il sottile e spesso violato confine tra l'antisionismo e l'antisemitismo. Se la critica alle politiche di uno Stato è un diritto legittimo in democrazia (ed è esercitata anche da molti ebrei), l'uso di stereotipi antiebraici, l'equiparazione dello Stato di Israele ai nazisti (l'uso, condannato da Roccella, della parola "genocidio") o l'incitamento all'odio contro gli ebrei, tradiscono la causa palestinese e ne minano la legittimità etica.
La dichiarazione di Roccella, pur discutibile nella sua formulazione sui viaggi ad Auschwitz, centra un nervo scoperto: il rischio di non vedere l'odio antiebraico quando non si presenta con le vesti storiche del fascismo o del nazismo, sottovalutando la sua pericolosa insorgenza nelle piazze contemporanee, spesso in un'ambigua fusione tra solidarietà per il popolo palestinese e retorica estremista. Il Paese è chiamato a una riflessione più profonda, che sappia tenere insieme la memoria della Shoah con la vigilanza sull'antisemitismo di ogni colore politico.
Caro Luca,
Personalmente sono completamente d’accordo con il Ministro Roccella. Parlando delle visite scolastiche a Auschwitz ha detto che non devono essere considerate “gite” perché non lo sono e non lo devono essere. D’accordo anche sul termine “genocidio” che qualcuno ha, furbescamente, inventato per la guerra di Gaza. Così funziona la propaganda più becera, si inventa una parola d’effetto contro Israele e tutti la ripetono come quello che il Manzoni definisce “popolo bue”.
Un cordiale shalom
Deborah Fait