Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Hamas uccide Intervista di Giulio Meotti a Mumen al-Natour
Testata: Il Foglio Data: 22 ottobre 2025 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Camera di tortura»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 22/10/2025, a pagina 1/I, il intervista di Giulio Meotti a Mumen al-Natour, dal titolo: "Camera di tortura".
Giulio Meotti
Emergono numerose testimonianze di palestinesi che denunciano torture e omicidi da parte di Hamas all’interno degli ospedali di Gaza, come l’al Shifa, trasformati in centri di detenzione. Dissidenti come Mumen al Natour (in foto) accusano Hamas di usare le armi contro il proprio popolo e denunciano il silenzio dei media occidentali su queste atrocità
“Per i palestinesi di Gaza è ‘la casa della guarigione’, per le Forze armate di Israele, il centro nevralgico delle operazioni terroristiche”. Così il Fatto quotidiano parlava dell’ospedale al Shifa di Gaza. Ma lo Shifa per molti palestinesi non è la “casa della guarigione”, ma la “stanza della tortura”. Sulla scia del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, qualcosa di eclatante è emerso, ma è stato appena sussurrato dalla stampa. Continuano a emergere testimonianze di palestinesi su come i terroristi di Hamas stiano torturando il loro stesso popolo all’interno degli ospedali (si calcola che Hamas abbia ucciso più palestinesi a partire dal cessate il fuoco che soldati israeliani in tutta la guerra scoppiata dopo il 7 ottobre).
Mohammad al Masri, direttore del Palestinian Center for Strategic Studies, ha evocato “uccisioni stile Isis” da parte di Hamas (quando era Israele a evocare l’Isis per il pogrom del 7 ottobre non andava bene). Alla Nbc, l’ex generale israeliano Giora Eiland rivela che Hamas ha perso il 90 per cento della sua produzione e capacità missilistica, ma ha ancora ventimila uomini nelle sue forze. Uno dei motivi per cui, come scrive il New York Times, paesi terzi esitano a mandare le proprie truppe a Gaza.
Un altro esempio è un post dell’analista palestinese-americano Ahmed Fouad Alkhatib, che descrive come Hamas abbia scavato in cerca dei corpi degli ostaggi israeliani sotto i quartieri civili e gli ospedali di Gaza.
Il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo di Mumen al Natour, il più conosciuto dissidente di Gaza, avvocato e difensore dei diritti umani, dei prigionieri politici detenuti nelle carceri di Hamas, fondatore del movimento “Vogliamo vivere”, che ha osato rivelare le atrocità di Hamas, comprese le prigioni di tortura, all’interno degli ospedali. Ma questo tipo di pubblicazione è l’eccezione che conferma la regola: i media trovano più comodo mettere in discussione le prove fornite da Israele sui tunnel di Hamas sotto gli ospedali piuttosto che ascoltare ciò che i cittadini di Gaza dicono sugli abusi di Hamas nelle strutture mediche. “Come nella maggior parte degli ospedali di Gaza, Hamas gestisce una prigione di tortura ad al Shifa, nascosta dai reparti e dalle sale operatorie” scrive Natour sul Journal. “Ne sono a conoscenza perché sono stato arrestato da Hamas in venti occasioni e torturato più di una volta”.
“Come abitante di Gaza, ho visto come Hamas abbiainiziato a lanciare slogan sulla ‘resistenza’ per mobilitare la popolazione” dice al Foglio Natour, che ora vive nascostocon la famiglia nel sud dell’enclave di Gaza, perché i terroristi gli stanno dando la caccia. “Molti dei nostri giovani credevano di partecipare a un progetto di liberazione nazionale. Ma la verità è diventata presto chiara. Le armi che presumibilmente erano puntate control’occupazione si sono trasformate in strumenti
di controllo interno. Lo abbiamo visto per la prima volta durante il colpo di stato del 2007, quando Hamas ha usato le sue armi per uccidere i palestinesi di Fatah. Poi le armi sono state usate per intimidirci, il popolo, quando chiedevamo una vita dignitosa attraverso il movimento ‘Vogliamo vivere’, che ho fondato nel 2019. Chiedevamo elettricità, medicine, lavoro. In cambio, siamo stati arrestati, picchiati e accusati di essere ‘spie’. Hamas si è armata in nome del popolo, poi ha rivolto quelle stesse armi contro il suo stesso popolo”.
A cui si è aggiunto il doppio standard e il silenzio dei media occidentali sulle atrocità di Hamas. “Onestamente, questa è una delle cose più dolorose per noi palestinesi” ci dice Natour. “Quando Israele bombarda Gaza, le telecamere si precipitano a catturare il sangue e la distruzione, e questo è comprensibile, perché la guerra è devastante. Ma quando Hamas trascina un giovane per strada perché ha pubblicato un messaggio critico online, nessuno dice una parola. Quando un attivista muore sotto tortura, la sua foto non appare mai su nessun giornale occidentale. Ecco perché chiediamo ai media occidentali di sostenere il giornalismo professionale e di amplificare le voci degli oppressi a Gaza. Proprio come Hamas ha trasmesso in diretta streaming le atrocità del 7 ottobre per terrorizzare gli israeliani, si avvale di registrazioni video della sua brutalità contro presunti nemici interni per incutere timore nei comuni cittadini di Gaza. Una parola sconsiderata può marchiare qualcuno come traditore, blasfemo o rivale da eliminare. Dove sono i manifestanti che per due anni hanno affermato di avere a cuore i cittadini di Gaza, ora che i social media sono inondati di immagini della crudeltà di Hamas contro il suo stesso popolo? Gli attivisti che hanno riempito le strade occidentali e tutte le organizzazioni per i diritti umani sono davvero dalla parte dei palestinesi o semplicemente contro gli israeliani?”.
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