Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
L’esistenza di Hamas è la vera violazione dell’intesa per la tregua Commento di Iuri Maria Prado
Testata: Il Riformista Data: 21 ottobre 2025 Pagina: 5 Autore: Iuri Maria Prado Titolo: «L’esistenza di Hamas è la vera violazione dell’intesa per la tregua»
Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 21/10/2025, a pagina 5, l'editoriale di Iuri Maria Prado dal titolo "L’esistenza di Hamas è la vera violazione dell’intesa per la tregua".
Iuri Maria Prado
Hamas viola la tregua per il fatto stesso che esiste. Il piano di pace prevede il suo disarmo e il suo ritiro dal potere di Gaza, ma Hamas continua a spadroneggiare.
Il potere di fatto che assedia Gaza da decenni, cioè Hamas, ha restituito gli ostaggi perché, se non lo avesse fatto, avrebbe cessato di esistere. Quel che resta di quell’organizzazione terroristica aveva visto imminente il collasso della propria ridotta a Gaza City, una prospettiva resa ancora più certa e temibile dal cambio di passo dello sponsor qatarino preso di mira dall’attacco israeliano del mese scorso. Per questo ha restituito gli ostaggi, quantomeno quelli vivi: non perché si predisponesse a un piano di pace, ma perché, se non li avesse restituiti, non avrebbe potuto perseverare nell’unico piano che ne giustifica l’esistenza — e cioè la guerra.
La violazione da parte di Hamas delle poche condizioni d’accordo che aveva sottoscritto non è un semplice inadempimento: è l’adempimento a uno scopo prioritario ed esclusivo, cioè attuare il proprio mandato di distruzione. Non è tanto il comportamento a tradire il patto quanto l’esistenza stessa di Hamas. L’esistenza di quella formazione è ciò che ha fatto accantonare gran parte dei venti punti della griglia originaria per la tregua e, infine, ha vanificato il residuo concordato.
Non era necessario osservare come Hamas abbia usato la sospensione delle ostilità per capire che non esistono prospettive credibili di ricostruzione di Gaza, né è immaginabile un futuro vivibile per la popolazione, finché quell’organizzazione radicalizzata e genocidiaria conserva anche uno scampolo del proprio potere. È quel potere ad aver costruito cinquecento chilometri di tunnel sotto i piedi della popolazione civile — e ad aver impedito agli stessi civili di trovare rifugio sotto terra. Il potere di Hamas è questo: non è mai stato esercitato diversamente e non può esserlo diversamente. È il progetto irrealizzabile della distruzione di Israele perseguito attraverso la realizzabile distruzione di Gaza.
Negare o sottovalutare questa evidenza significa commettere un errore gravissimo. È un problema per Israele, certo, ma è soprattutto un disastro per Gaza. La comunità internazionale che vagheggia dei due Stati finge che la neutralizzazione del potere che ha condannato Gaza alla distruzione possa venire dopo, quando invece dovrebbe venire prima.
Dopo due anni di guerra, troppi nella comunità internazionale si ostinano a rifiutare l’evidenza: a Gaza non può esserci spazio per Hamas perché, con Hamas, non c’è posto per Gaza. L’avversione verso Israele spiega in parte questo rifiuto politico, ma a pagare le conseguenze è la popolazione gazawa — vittima non tanto di Israele quanto della comunità internazionale che la affida a Hamas.
Per inviare la propria opinione al Riformista, cliccare sulla e-mail sottostante.