Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
E' sempre 'giusto uccidere chi collabora con Israele' Cronaca di Massimo Sanvito
Testata: Libero Data: 19 ottobre 2025 Pagina: 9 Autore: Massimo Sanvito Titolo: ««È sempre giusto uccidere chi collabora con Israele»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/10/2025, a pag. 9, con il titolo "È sempre giusto uccidere chi collabora con Israele", la cronaca di Massimo Sanvito
Mohammad Hannoun, presidente dell'Associazione dei palestinesi in Italia, arringa la piazza giustificando l'uccisione dei "collaborazionisti" di Israele. Cosa deve dire di più, per essere espulso dal paese?
La premessa è una domanda: ma cos’altro deve dire Mohammad Hannoun prima che si valuti la sua espulsione dall’Italia? Il presidente dell’Associazione dei palestinesi in Italia, ieri in piazza a Milano per agitare il milionesimo corteo del sabato, ha arringato la folla dal camion che guidava il serpentone inneggiando alla democraticissima legge del taglione mentre discettava delle esecuzioni di Hamas, a pace firmata, a Gaza: «Tutte le rivoluzioni del mondo hanno le loro leggi. Chi uccide va ucciso, i collaborazionisti vanno uccisi. Oggi l’Occidente piange questi criminali, dicono che i palestinesi hanno ucciso poveri ragazzi, ma chi lo dice che sono poveri ragazzi?». Capito? I terroristi che al grido di “Allah akbar” hanno fucilato alla schiena, dopo avergli legato le mani, altri palestinesi colpevoli di non essere allineati al regime hanno fatto il loro dovere secondo Hannoun e i suoi seguaci.
E se i “collaborazionisti” di Israele «vanno uccisi», chi garantisce che il jihad islamico targato Hamas non sbarchi anche in Europa e dunque in Italia visti i rapporti con Netanyahu? A sentire i deliri al megafono dal camion che apriva la sfilata pro-Pal in salsa milanese, non c’è da stare affatto tranquilli. Bastano poche parole per aizzare i fondamentalisti, pronti a mordere come serpenti velenosi per far scorrere il sangue nelle nostre città. «Il nostro corteo è un messaggio chiaro: i cittadini italiani sono tutti per i diritti del popolo palestinese, per la fine dell’occupazione e del genocidio e perla libertà assoluta di tutti i territori palestinesi dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo», ha detto Hannoun, ribadendo la sua volontà di cancellare Israele, unica democrazia del Medio Oriente, dalle carte geografiche. Neanche gli accordi firmati da Hamas tranquillizzano il capopopolo: «Tutti parlano di pace e tregua. Vorrei essere ottimista ma quando si tratta di un’entità criminale, che ha tutto l’appoggio dei potenti- dagli Usa, alla Comunità europea fino ai regimi arabi corrotti - non possiamo non sospettare che questa tregua sia una trappola. Questa tregua non è affidabile, perché i garanti, Trump e l’amministrazione Usa, non sono affidabili: sono dei sionisti criminali». Parole al miele anche per l’Italia, quello che dovrebbe essere il suo Paese: «Il governo italiano continua a sostenere un criminale come Netanyahu e a fornire armi usate per uccidere bambini».
Non esiste pietà umana nemmeno per gli ostaggi israeliani liberati dai tagliagole. Li ha definiti «soldati israeliani con i cannoni rivolti verso la testa dei palestinesi» e ha richiamato tutti alla mobilitazione spiegando che «la tregua è apparentemente raggiunta, ora aspettiamo che vengano riconsegnati tutti i cadaveri e liberati tutti i prigionieri per vedere dove sta tirando il vento: non ci si può fidare dei criminali israeliani, sono bugiardi e non sono di parola né loro né i mediatori». Una donna a fianco a lui ha poi rincarato la dose: «Torneremo ogni sabato a manifestare perché il nostro obiettivo non è fermare il genocidio ma fermare l’occupante. Trump?
Assassino numero uno nel mondo. Meloni? Anche lei complice di questo genocidio, e noi non la perdoneremo mai. Contro questi assassini ci vuole la forza. Non abbiamo bisogno di tante armi ma della fede che noi torneremo lì, alla nostra terra. La Palestina è nostra». Toni concilianti, non c’è che dire.
Ma torniamo a Mohammad Hannoun. Imam a Genova, cittadino giordano, già inserito nella black list del Dipartimento del Tesoro americano con l’accusa di essere un finanziatore del terrorismo attraverso l’Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese, nel novembre del 2024 si è beccato un “foglio di via” da Milano per istigazione all’odio e alla violenza. Cos’aveva combinato per meritarsi ciò? Durante il corteo pro Gaza numero 57 per le vie di Milano, a proposito della caccia all’ebreo dopo il fischio finale di Ajax-Maccabi di Europa League, aveva candidamente affermato: «Hanno fatto bene a picchiare i tifosi israeliani perché urlavano morte agli arabi e ai musulmani inneggiando all’esercito criminale israeliano e ai crimini contro i gazawi. Se la sono cercata».
Nonostante il bando da Milano, nei successivi cortei che hanno visto anche tensioni con le forze dell’ordine il presidente dei Palestinesi d’Italia ha comunque portato i suoi messaggi telefonando agli organizzatori che a loro volta hanno pompato la sua voce dagli altoparlanti. Ora, colui che a proposito del pogrom del 7 ottobre diceva che si è tratta di «narrazioni non verificate, come il presunto massacro di bambini o gli stupri attribuiti ad Hamas», è tornato fisicamente in piazza. E noi torniamo alla domanda della prima riga: cosa ci fa ancora in Italia questo signore?
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