Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Come contro l'Isis: l'accordo si salva con una coalizione Commento di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale Data: 19 ottobre 2025 Pagina: 12 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «Come contro l'Isis: l'accordo si salva con una coalizione»
Riprendiamo da IL GIORNALE di oggi 19/10/2025 a pag. 12 il commento di Fiamma Nirenstein dal titolo: "Come contro l'Isis: l'accordo si salva con una coalizione".
Fiamma Nirenstein
Se Hamas resta al potere a Gaza, nessuno investirà per la ricostruzione della Striscia. E Hamas non ha nessuna intenzione di mollare: usa i corpi degli ostaggi israeliani, che dovevano essere restituiti subito, per prendere tempo e ricattare. Servirebbe una coalizione internazionale per cacciare Hamas da Gaza, così come si era fatto con l'Isis.
Ormai è chiara l’intenzione di Hamas di restare padrona di Gaza: questo può gettare di nuovo la situazione nel caos e nella guerra. Fa giochi complicati, sui corpi dei rapiti uccisi e sulle spaccature nella coalizione di Trump mentre massacra i concittadini nemici, a Gaza, per farsi spazio. Si dice che la sua intenzione, oggi, sia quella di cooptare nella pretesa ricerca degli ostaggi morti con macchinari costosi i suoi vecchi amici turchi e qatarini, parte della coalizione per la pace, così da contare sul loro aiuto mettendo Israele in imbarazzo con Trump, patron della coalizione.
Un gioco sofisticato: Hamas è solo parte dell' elaboratissimo piano per distruggere Israele che parte in Iran. Ciò che non è riuscito il 7 ottobre del ‘23, può essere ritentato. Dopo il 9 di ottobre in cui è stata costretta ad accettare l’accordo di pace, Hamas ha scelto un avvio pulito: 20 ostaggi vivi sono stati restituiti. Adesso Hamas usa i corpi di 18 ostaggi uccisi ancora nelle sue mani, puntando sull’evidente dilemma di Israele: da una parte Netanyahu promette che costringerà il nemico a restituire tutti, come convenuto, per poi passare alla fase due; dall’altra, l’arrivo di Vance nelle prossime ore è critico per decidere il da farsi.
Il Medio Oriente è su una linea di incertezza: lo aspetta il passaggio decisivo in cui hamas lascia e quindi gli attori guidati da Trump, ovvero gli otto Paesi musulmani e il resto dei partecipanti al piano USA, possano lanciarsi nella ricostruzione. Questo non si può fare se non si completa la seconda fase del piano, quella dell’estromissione di Hamas dopo la consegna delle armi. Hamas sta cercando di restare in carica, ha fatto reindossare le divise ai suoi, dice che non sa dove sono i copri richiesti: ma, in gran parte, secondo le informazioni in mano di Israele, non è vero. Hamas sa dove sono sepolti la maggior parte i corpi, ma li tiene per giocare la partita del tempo, quella in cui rimette in fila i suoi uomini, e le sue armi. E li usa per massacrare le “chamule”, i clan di Gaza non ne possono più della follia jihadista suicida e omicida di Hamas, uccidendoli e torturandoli per strada a centinaia. Mostra la faccia già nota della ferocia coon cui buttò giù dai tetti gli uomini di Fatah nel 2006. Un membro del politburo di hamas, Mohammed Nazzal ha detto ieri: “Al massimo possiamo fare una tregua di cinque anni, ma solo se consegnano il potere a palestinesi”. Difficile immaginare che non siano palestinesi terrorizzati o convinti jihadisti.
Israele ha già consegnato i detenuti che doveva, 1700, e 250 fra i peggiori assassini ergastolani: dunque è l’ora della seconda parte dell’accordo. È chiaro: nessuno si impegnerà nel recupero di Gaza se Hamas ne resta il dominatore. Chi, ragionevolmente, vuole investire su Hamas? L’ unica possibilità per restituire una vita alla Striscia è liberarla da Hamas: come al tempo della guerra del Golfo (nel 90-91 una coalizione autorizzata dall’ONU raccolse 42 Stati) come più avanti la guerra contro l’ISIS ha raccolto 89 stati di ogni colore, religione, continente, è l’ora che Gaza venga liberata da Hamas dalle forze che, oltre gli accordi di Abramo in via di allargamento, ha detto Trump, sono interessate a farlo. È urgente, o può saltare tutto.
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