Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
All’assemblea del Virgilio di Milano si canta l’inno al terrorismo di Hamas Cronaca di Alessia Petrelluzzi
Testata: Il Riformista Data: 18 ottobre 2025 Pagina: 4 Autore: Alessia Petrelluzzi Titolo: «All’assemblea del Virgilio di Milano si canta l’inno al terrorismo di Hamas»
Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 18/10/2025, a pagina 4, la cronaca di Alessia Petrelluzzi dal titolo "All’assemblea del Virgilio di Milano si canta l’inno al terrorismo di Hamas".
Assemblea di Istituto al liceo Virgilio di Milano, con una sessione di lavaggio del cervello di pura propaganda palestinese imposta a 1900 studenti. A tenere banco sono stati i Giovani Palestinesi Italiani ed ex membri della Global Sumud Flotilla. Terroristi di Hamas non solo sono stati giustificati, ma anche glorificati.
Ieri al Liceo Virgilio di Milano si è svolta un’assemblea di Istituto, durante le ore di lezione, organizzata dal collettivo degli studenti. L’incontro è stato seguito sia in Aula Magna, da alcune classi, sia in streaming in tutte le altre, per un totale di circa 1.900 studenti.
Relatori dell’assemblea: Maso Notarianni, attivista e partecipante alla Flotilla, e un gruppo di ragazzi aderenti a GPI, Giovani Palestinesi d’Italia. Il titolo dell’incontro era Il conflitto israelo-palestinese.
Sin dall’inizio è apparso evidente che si trattasse di un’iniziativa di propaganda di parte, data la mancanza di qualsiasi contraddittorio o voce che portasse un punto di vista differente. Ma lo svolgimento è andato ben oltre gli iniziali timori.
Fin dalle prime slide presentate dai GPI, il sionismo è stato accostato all’intento genocida. In una diapositiva, infatti, il “colonialismo di insediamento” veniva definito come “sostituzione della popolazione indigena attraverso pulizia etnica e genocidio”. In una successiva slide, i giovani attivisti hanno illustrato gli intenti del gruppo (“Perché nasce GPI?”), tra i quali figura la rivendicazione di una “Palestina libera dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo”.
Nelle diapositive seguenti si affermava poi che le notizie sui bambini decapitati il 7 ottobre fossero false, frutto di propaganda occidentale e capitalista.
Dopo la prima parte, gestita dai Giovani Palestinesi, ha preso la parola Maso Notarianni, che ha subito invitato a non parlare più di “Medio Oriente”, definizione coniata dagli inglesi colonialisti per indicare una terra collocata a metà strada tra l’Inghilterra e l’Oriente.
Poco dopo, ricordando la sua esperienza personale con la Flotilla, dalla partenza all’arresto, Notarianni ha sottolineato che i prigionieri erano tenuti sotto la costante sorveglianza di pastori tedeschi, cani che — fino a un decennio fa — erano vietati in Israele perché legati all’uso nazista nei campi di concentramento. Con Netanyahu, ha detto, i pastori tedeschi sarebbero tornati in servizio.
Da questo spunto, Notarianni ha affermato che il popolo ebraico, che ha subìto quel “disastro” — così ha definito la Shoah, dopo aver invitato a un uso attento delle parole — non sarebbe riuscito a “spezzare la catena del dolore”. Davanti a 1.900 studenti, dai 13 ai 19 anni, si è chiesto come si possano aiutare gli ebrei, perché “riproporre qualcosa che si è subìto è il sintomo di una malattia. Non è normale”.
In sostanza, il popolo ebraico sarebbe “malato”, “non normale”, afflitto da problemi psicologici mai risolti. Un popolo malato: ci sono già qui gli estremi per la denuncia di antisemitismo.
L’intervento dell’“adulto” Notarianni è poi proseguito con inviti alla lotta, al conflitto e al boicottaggio dei prodotti israeliani, indicando perfino le cifre dei codici a barre per riconoscerli e citando marchi legati allo Stato ebraico, come SodaStream.
L’assemblea è proseguita con ulteriori interventi dei Giovani Palestinesi, ancora più gravi e sconcertanti. A una studentessa che, timidamente, ha chiesto perché non fosse mai stato citato Hamas, una delle giovani relatrici ha risposto giustificando la lotta armata, affermando che “la neutralità non va bene”.
In un contesto scolastico, dove si dovrebbe invece educare al vaglio critico delle fonti e a un approccio super partes, la risposta ha assunto toni sempre più accesi: la stessa relatrice ha negato gli stupri e le violenze del 7 ottobre, arrivando a giustificare — se non addirittura a glorificare — i terroristi di Hamas.
Tutto questo è avvenuto davanti a quasi 1.900 studenti, in due ore sottratte alle lezioni, senza che vi fosse alcun dibattito. Due ore di inno al terrorismo di Hamas in una scuola pubblica italiana.
Si tralasciano qui gli attacchi, da parte sia dei Giovani Palestinesi sia di Maso Notarianni, all’Italia e al suo governo. Le affermazioni sul popolo ebraico e su Hamas sono già di per sé sufficientemente gravi.