4 Lettere
1. Anche il calcio diventa occasione per l'antisemitismo
Carissima Deborah,
innanzitutto voglio esprimere la gioia per il ritorno degli ostaggi liberati e hag sameah per Shemini Atzeret e Simchat Torah. Continua ad essere angosciante constatare come l’antisemitismo permei ogni ambito e molti giornalisti ne siano i primi propugnatori, non solo in programmi politici a fini ideologici.
Persino nello sport, non passano che poche ore da un giornalista su Rai 3, che afferma che l’Italia può eliminare Israele almeno sul campo, che nel post partita Italia Israele Alessandro Antinelli si permette di propagandare le solite fake news. Ho tentato di recapitare una mail alla rai tramite il loro “form”, ma temo senza successo, così la invio a te di seguito.
Abbraccio stretto e hag sameah per Shemini Atzeret e Simchat Torah giusto trascorsi
Carla Pace
Buonasera,
ho assistito alla partita di calcio Italia-Israele trasmessa sulla vs. rete RAI 1 stasera 14 ottobre 2025 , e nei primi minuti post-partita sono rimasta inorridita dal commento del giornalista Alessandro Antinelli, che affermava, come si trattasse di un fatto reale e verificato, che siano stati uccisi a Gaza più di 200 giornalisti intendendo ovviamente da parte di Israele e bofonchiando la solita fake news del genocidio.
In una giornata in cui persino una giornalista e un operatore della vs azienda (oltre a membri delle forze dell’ordine) sono stati feriti dagli scontri perpetrati dai ProPal, un ulteriore istigazione all’odio antisemita sulla base di fake news in occasione di un evento sportivo, dove lo sport dovrebbe solo unire, rende la RAI mostruosamente complice.
Chiedo che la RAI si esprima su quanto accaduto e che siano presi i provvedimenti del caso.
Cara Carla,
Quello che ha detto Jacopo Cecconi prima della partita mentre i criminali propal devastavano Udine, è stato indecente. Non so se la Rai prenderà provvedimenti, ne dubito, anzi sono certa che tutto finirà a tarallucci e vino. Indecenza doppia. Non ho sentito quello che ha detto Antinelli perché a fine partita ho spento la TV ma è gravissimo che molti giornalisti si permettano di diffondere le bufale della propaganda palestinese. Si sono fatti magiare il cervello dalla furbizia di Hamas campione di menzogne.
La ringrazio per gli auguri e la saluto cordialmente
Shalom
Deborah Fait
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2. Il giornalista che vuole eliminare Israele
Salve Dame Devorah.
Tale Antinelli, giornalista di Rai Sport che si occupa di nazionale di calcio, alla fine dell’incontro Italia-Israele, ha mostrato un nastrino nero che ha spiegato rappresentare i 250 giornalisti morti a Gaza e ha aggiunto come l’ONU abbia stabilito che si è trattato di genocidio.
Ha parlato della manifestazione “pacifica” fuori dallo stadio Friuli di Udine, aggiungendo che persone giunte dai “Balcani” hanno poi prodotto scontri con le forze dell’ordine, in cui è stata ferita all’occhio, una giornalista di Rai News 24, da un sasso scagliato dai pacifici manifestanti.
Ecco vi ho presentato un giornalista di Rai Sport, militante politico, chiaramente di sinistra, che invece di occuparsi di sport preferisce dire la sua personale posizione, chiaramente di parte, dimostrando che questa non è informazione ma propaganda pro-pal.
Usare il mezzo pubblico, durante una trasmissione sportiva, come personale tribuna politica è realisticamente e oggettivamente vergognoso.
Diciamo che non gli pareva vero poter pronunciare urbi et orbi la sua menzogna serale, basata su dati Hamas, avallati e amplificati da quella fallimentare istituzione internazionale chiamata Onu; strutturalmente occupata, allestita e apparecchiata da nazioni dittatoriali e islamiste; ontologicamente trattasi di un’organizzazione internazionale antisemita, dal midollo fino all’unghia incarnita.
Il megafono di questa onda rossa antisemita si è palesata dopo un evento sportivo, nelle sembianze di un giornalista, almeno così si dice in giro di costui, solo apparentemente consapevole, istruito dall’area massimalista comunista, nella veste di gran sacerdote della vulgata “dal fiume al mare”.
Esso non si è accorto che si è raggiunto un accordo di pace… le notizie da quelle parti scarseggiano.
Sembrava di ascoltare la diacona antisemita Francesca Albanese.
Questo è uno dei tanti personaggi che si annidano nell’ente pubblico, stipendiato dagli italiani attraverso il canone Rai, con licenza di dire la qualunque, senza un minimo di cognizione ne decenza.
È come se avesse bestemmiato in diretta; tale la gravità delle sue sconsiderate parole, che hanno rumoreggiato nell’aree, come murmuri viscerali.
Questa non è libertà di stampa, questa è libertà di propagandare menzogne, impunemente.
La partita di calcio era iniziata male, con l’inno d’Israele fischiato dall’inizio alla fine. I fischi sono continuati durante tutto l’incontro, allorché i giocatori israeliani toccavano e gestivano la palla.
Il cronista dell’incontro, tale Alberto Rimedio, naturalmente, si è astenuto dall’emendare il comportamento antisportivo dei tifosi presenti; gli inni non si fischiano, è questione di civiltà ed educazione.
Ma evidentemente al cronista andava bene così, d’altronde la faziosità obnubila facilmente le coscienze, infatti quando fischiano l’inno italiano, costoro s’indignano, denunciando il brutto episodio, ma evidentemente se ne accorgono solo quando tocca al tricolore beccarsi i fischi.
Questi sono i cantori del pensiero unico comunista, in salsa perbenista…
Un forte abbraccio
Yosef ben Hektor
Caro Yosef,
La partita a Udine è stata un disastro non a causa dei nostri bravi giocatori ma per questa malattia psicotica antisemita che ormai, peggio della peste nera, sta rosicando i cervelli degli italiani. Tra Jacopo Cecconi che si augurava che l’Italia eliminasse Israele almeno sul campo sportivo, e questo Antinelli abbiamo avuto la conferma ( non che ce ne fosse bisogno) che ormai l’Italia è persa e disonorata da giornalisti, conduttori televisivi, opinionisti, politici che sbavano odio. Tra l’altro questi giornalisti sportivi non sapevano che la squadra di calcio israeliana è composta di ebrei e arabi e, se lo sapevano lo hanno tenuto nascosto perché parlare della democrazia israeliana è vietato.
A proposito, lo sa che i palestinesi erano sulla Terra di Israele da 4000 anni, prima di qualsiasi altro popolo e religione? Lo ha detto ieri sera a Quattro di Sera, condotto dall’ambiguo Del Debbio, il giornalista palestinese Samir. La sua ridicola affermazione non è stata contesta da nessuno, naturalmente. Sono nati per mentire e fare terrorismo e questo loro essere ha conquistato i cuori delle genti europee che da 2000 anni bevono latte e antisemitismo dal seno delle loro madri.
La Albanese deve avere avuto doppia dose ad ogni poppata.
Le auguro Shabat shalom
Deborah Fait
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3. Hamas bara sulla restituzione dei corpi
Buongiorno
Gent.ma Sig.ra Fait
Hamas, fino ad ora, ha consegnato 4 ostaggi deceduti sui 28 come da accordi.
Ho letto stamane sul Jerusalem Post che, uno dei 4 ostaggi, secondo l'esame autoptico, sarebbe un palestinese. E' già la seconda volta che Hamas si sbaglia a consegnare i corpi dei rapiti. Il bestiario di questi uomini è un pozzo senza fondo.
Grazie di esistere Sig.ra Fait
Cordialmente
Massimo Pinchini
Caro Massimo,
Ad oggi le salme sono arrivate a 9 di cui una era di un palestinese di Gerico.
È vero, non è la prima volta. Avevano già sbagliato nel restituire i corpi dei piccoli Kfir e Ariel e della loro mamma Shirly Bibas che era stata sostituita con una donna araba di Gaza.
Adesso vediamo come proseguiranno le cose e se non terranno fede alla parola data, che per gli arabi vale meno di un soldo falso, Israele interverrà come già detto da Bibi Netanyahu e da Donald Trump.
La ringrazio per i complimenti sempre graditissimi
Un cordiale shalom
Deborah Fait
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4. Quando le parole fanno più rumore delle pallottole
Gentile Deborah,
le scrivo per sottoporre alla Vostra attenzione, per l'eventuale pubblicazione nella sezione dedicata, un mio contributo sul dibattito pubblico riguardante il conflitto arabo-israeliano e, in particolare, la selettività dell'indignazione mediatica.
La lettera, intitolata " Quando le Parole fanno più Rumore delle Pallottole", analizza il contrasto tra il clamore suscitato da dichiarazioni verbali (come nel caso della giornalista Incoronata Boccia) e il silenzio riservato a filmati che documentano atrocità reali (come le esecuzioni sommarie di civili palestinesi da parte di miliziani).
Ritengo che il tema sia di forte attualità e rilevanza per i lettori, in quanto pone in discussione l'approccio etico con cui i media affrontano temi così delicati.
Cordiali saluti e buon lavoro
Ablondi luca
Il recente dibattito pubblico, in particolare quello riguardante il conflitto arabo-israeliano, sembra sempre più dominato da una selettività morale che privilegia l'indignazione per le parole rispetto all'orrore per le azioni reali. Il recente scandalo che ha investito la giornalista Incoronata Boccia per una sua frase sulla guerra nella Striscia di Gaza ne è un esempio emblematico. Un fuoco di fila mediatico e politico si è acceso per mettere in discussione le sue affermazioni, scatenando un dibattito acceso sulla correttezza dell'informazione e il ruolo del servizio pubblico.
Eppure, a rendere stridente questo clamore non è solo l'intensità della reazione, ma la sua sproporzione rispetto al silenzio che ha accompagnato la diffusione sui social di recenti, agghiaccianti, filmati provenienti da Gaza. Video che mostrano miliziani di Hamas intenti a compiere esecuzioni sommarie contro civili palestinesi disarmati e inermi.
Questi filmati rappresentano l'apice della barbarie: non atti di guerra in senso stretto, ma omicidi a sangue freddo di persone del proprio popolo, presumibilmente perché sospettate di collaborazionismo o semplicemente per mantenere un controllo brutale sulla popolazione civile ormai sfiancata dopo due anni di guerra. L'uccisione di un civile palestinese per mano di un altro palestinese, in questo contesto di guerra e disperazione, dovrebbe provocare un'ondata di indignazione globale, un ripudio universale che travalichi le consuete linee di faglia geopolitiche.
Invece, il rumore suscitato dall’opinione di una giornalista ha finito per coprire l'eco di questi spari a bruciapelo. Com'è possibile che la messa in discussione di una narrazione su un'azione militare legittima possa ricevere più attenzione e crei uno scandalo più duraturo rispetto a un'evidenza visiva di atrocità perpetrate da miliziani contro i propri concittadini?
Questa selettività evidenzia un fenomeno preoccupante: il conflitto mediorientale è diventato un campo di battaglia ideologico dove il giudizio morale viene applicato in modo asimmetrico. Se l'obiettivo è screditare il nemico, l'enfasi è posta su ogni sua potenziale colpa, anche verbale. Se invece l'azione violenta proviene da coloro che, nell'immaginario di alcuni, rappresentano la "resistenza", i loro crimini vengono minimizzati, contestualizzati, o semplicemente ignorati, per non compromettere la narrazione predefinita.
Lo scandalo inutile sollevato dalla frase di Incoronata Boccia, per quanto non possa essere considerato un errore giornalistico ma solo un’opinione personale, rischia di diventare un diversivo. Funge da catarsi per un'indignazione che preferisce sfogarsi su una figura pubblica piuttosto che affrontare la scomoda e complessa verità: la violenza a Gaza non ha una sola fonte e le vittime innocenti non sono soltanto quelle colpite da una delle parti in causa.
La vera crisi morale non è nel dibattito sulle parole, ma nel silenzio sui fatti che squarciano l'umanità. Finché l'indignazione sarà selettiva, la causa della pace e della tutela dei civili resterà una bandiera sventolata a metà. Non si può pretendere la giustizia per una parte ignorando la barbarie che si annida anche all'interno dei suoi stessi ranghi. La priorità assoluta di qualsiasi coscienza etica e civile dovrebbe essere l'orrore incondizionato per ogni vita innocente spezzata, a prescindere da chi stringe il grilletto.
Caro Luca,
Quello che stanno facendo i miliziani di Hamas a Gaza andando di casa in casa ad ammazzare chi osa opporsi alla loro sanguinaria dittatura, non ha provocato nessuna reazione. I media, a parte il Tempo del bravo Tommaso Cerno, non ne hanno accennato che velocemente, senza nessun tipo di indignazione. Il video di Incoronata Boccia invece ne ha creata a non finire, Guai a dire la verità, chi non condanna Israele come mostro, rischia grosso. Mi auguro che la bravissima e onesta giornalista non debba sopportarne le conseguenze. Ormai l’Italia giornalistica è persa e disonorata dai tanti, troppi, servi della propaganda palestinese.
Un cordiale shalom
Deborah fait