Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
I professionisti della virtù tornano alle loro origini: la ghigliottina Newsletter di Giulio Meotti
Testata: Newsletter di Giulio Meotti Data: 17 ottobre 2025 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «I professionisti della virtù tornano alle loro origini: la ghigliottina»
Riprendiamo l'articolo di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "I professionisti della virtù tornano alle loro origini: la ghigliottina".
Giulio Meotti
Esecuzioni pubbliche a Gaza
Per il parlato di Giulio Meotti, clicca sulla foto
“L’abolizione della pena di morte di stato ha portato a una ‘uberizzazione’ della pena di morte che sostituisce la ghigliottina di stato con il coltello, il cacciavite, il martello, il taglierino, il kalashnikov, la mazza da baseball, le mani che strangolano, la defenestrazione, tutti strumenti che consentono di uccidere il proprio prossimo secondo il proprio capriccio. Se il carnefice di Stato è una figura così vergognosa, perché il criminale uberizzato gode della compassione dei professionisti della virtù? Perché i progressisti esultano nel mostrare a miliardi di telespettatori la testa mozzata di Maria Antonietta durante la cerimonia delle Olimpiadi? Perché, quando i robespierristi e i loro alleati socialisti, comunisti ed ecologisti sognano un nuovo Terrore, godono di un’incredibile benevolenza?”.
Per uno strano, stranissimo giro della giostra la sinistra è passata da Beccaria, Abele, il miliziano spagnolo di Robert Capa e Amnesty International a flirtare con le uccisioni pubbliche di palestinesi da parte di Hamas dopo la fine della guerra con Israele.
Non appena l’esercito con la stella di Davide ha concluso la sua offensiva contro Hamas nella Striscia di Gaza, nell’ambito del piano di pace di Donald Trump, gli scagnozzi terroristi sono letteralmente usciti dalle loro tane e hanno immediatamente mostrato di nuovo i loro volti bestiali.
“Mentre ieri la gente ballava, si abbracciava, rideva e piangeva per le strade di Israele, Hamas a Gaza ha invitato la gente ad assistere all’esecuzione pubblica dei cosiddetti collaborazionisti”, ha osservato lo psicologo tedesco esperto di Islam Ahmad Mansour.
E come hanno reagito i soliti? Silenzio totale.
Tace la Sapienza. Greta Thunberg tace. Tacciono Massimo Giannini e Corrado Formigli su La7. Tace Amnesty. Tace la “relatrice speciale”. I sindaci del PD tacciono. Tacciono i flottillisti. Tacciono i vescovi sempre pronti a rievocare Erode.
Il gatto deve avere rubato la lingua a tutti. Asserviti alle parole d’ordine di ciò che viene chiamato il Bene ma che, in un mondo completamente capovolto, è l’esercizio stesso del Male.
Ha ragione dunque Ernesto Galli della Loggia quando oggi scrive sul Corriere della Sera: “Il 7 ottobre l’Occidente ha perso. Le democrazie storiche sono finite”.
Vogliono che Israele si ritiri, ancora e ancora e ancora, ma non vogliono che i terroristi smettano di uccidere.
È stato Beccaria, il filosofo dell’Illuminismo, con il suo trattato Dei delitti e delle pene a mettere fine alla tortura, ritenendola indegna dell’uomo. In seguito ci fu una serie di progressisti che la criticarono, fino a Michel Foucault con Sorvegliare e punire, che apre il suo libro con una descrizione minuziosa del supplizio di Damiens, passando per la lotta di Robert Badinter, canonizzato dall’abolizione della pena di morte nel 1981 e ora inserito nel Pantheon.
Ormai la sinistra, sia essa radicale – che teorizza e legittima l’infamia – o socialdemocratica, alleata sul principio della sottomissione elettoralistica interessata, tollera ciò che ha aborrito finora.
La prova: il coro dei “progressisti” non lesina elogi ai terroristi di Hamas, trasfigurati in santi del palestinismo, in eroi della Resistenza al sionismo mondiale, che praticano la tortura e l’uccisione pubblica, la scenografano, la teatralizzano in cerimonie trasmesse in mondovisione come quelle di Norimberga, che permettono al potere di mostrare la sua potenza attraverso la sua crudeltà.
Si mette in scena il sadismo dei padroni islamici che, armati fino ai denti, nascosti da occhiali scuri e passamontagna, trasformano in marionette i loro schiavi usciti dalle prigioni e giocano con loro come ghepardi con le antilopi, il tutto sotto lo sguardo di fotografi, videomaker o passanti che producono le immagini di questa umiliazione per edificare il mondo intero.
Hamas pratica le torture fisiche. Rapimenti, percosse e lesioni volontarie, stupri, mutilazioni, privazione di cure e medicinali, di interventi chirurgici dopo le ferite che hanno inflitto, sequestro di persona, reclusione in gabbie, privazioni sensoriali infliggendo una vita sottoterra per due anni, una vita da animale in una tana. Tra altri orrori indicibili, le immagini girate dagli stessi terroristi e che hanno fatto il giro del mondo hanno mostrato sangue, lacrime, pantaloni macchiati di sangue, urina ed escrementi. La colpa di questi ostaggi? Essere ebrei. Tutto qui, nient’altro.
E ora tocca ai “collaborazionisti di Israele”, espressione nazista dietro cui si celano i palestinesi che volevano una alternativa alla jihad, alla guerra e agli scudi umani.
La sinistra torna alle origini, al 10 marzo 1793, quando i rivoluzionari proibirono all’imputato di avvalersi di una difesa. Vi sono solo giudici e pubblici ministeri, niente avvocati difensori, i giurati ne fanno le veci. Non ci sono testimoni, a meno che non siano a carico. La sala dove i sospetti sono condannati a morte è chiamata “sala della Libertà”. C’è una folla ubriaca di morte, tra cui le tricoteuses che si recano ai piedi della ghigliottina per bagnare i loro fazzoletti con il sangue dei decapitati. Quando i condannati vengono condotti al patibolo, vengono loro tagliati i capelli, il colletto della camicia e vengono loro legate le braccia.
Volevano creare un cittadino ubbidiente, sottomesso, impaurito e crudele, battezzandolo con il sangue del re e della regina, cullandolo con l’omicidio del loro figlio di dieci anni e zavorrandolo con le decine di migliaia di teste di aristocratici e di preti, di refrattari e di vandeani.
I condannati alla lama vengono portati in giro per Parigi, dove durante il tragitto vengono bersagliati dagli sputi e dagli insulti della folla. Un clamore accoglie la loro testa che cade nella segatura, mentre i cinque litri di sangue di ogni vittima bagnano i devoti della Libertà, dell’Uguaglianza e, naturalmente, della Fraternità. Bilancio globale di questi esercizi di fraternità? Tra i 200.000 e i 300.000 morti, ossia l’1 per cento della popolazione totale.
Qualsiasi somiglianza con una situazione contemporanea è ovviamente casuale.
Così torniamo a Gaza.
Gli ebrei non sono forse colpevoli di tutto? Soprattutto di essere ebrei. Come le finte “liberazioni” di ostaggi.
Ti uccido, no, ti risparmio; ti libero, no, ti tengo con me: nessun animale ha mai praticato questa raffinatezza nella barbarie. Nessun serpente, nessun ragno, nessun rettile. Sappiamo anche che le donne sono state usate come schiave domestiche: cucinare, lavare i piatti, pulire la casa, compiti umilianti, ma che i testi coranici ci spiegano essere doveri delle donne.
È giunto il momento di una regressione dei subumani presentata come un grande balzo in avanti, ma è un grande balzo verso l’abisso etico e politico.
Sono folli come l’Uomo Disperato di Courbet. Ah, il capolavoro di Courbet è appena tornato al Museo d’Orsay di Parigi: tornato, perché ora è di proprietà del Qatar, il gran maestro del terrore islamico.
Il fatto che la sinistra possa accettare, passare oltre, giustificare tutto questo mostra ciò che è diventata la religione del progresso: un terribile veleno. E dove la ragione è stata cancellata, si arriva anche sostenere la Corea del Nord e a gridare “ghigliottina ghigliottina ghigliottina ghigliottina” a un rettore che non vuole trasformare il proprio campus in una filiale di Hamas.
Qualche giorno fa ho provato a perorare in pubblico la causa del grande romanziere in prigione da un anno, Boualem Sansal.
L’ex premier, Giuliano Amato, prima di me aveva appena chiesto la liberazione di Marwan Barghouti e non ce l’ho fatta a non attaccarlo dal palco.
Quello che so è che non parteciperò mai alla loro follia.
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