Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Se l’ONU sta con i regimi e i dittatori, l’Occidente dovrebbe rifondare le Nazione Unite Democratiche Commento di Angelo Pezzana
Testata: Bet Magazine Data: 17 ottobre 2025 Pagina: 9 Autore: Angelo Pezzana Titolo: «Se l’ONU sta con i regimi e i dittatori, l’Occidente dovrebbe rifondare le Nazione Unite Democratiche»
Riprendiamo dal BET Magazine, numero di luglio e agosto 2025, a pag. 13 il commento di Angelo Pezzana dal titolo "Hamas affama i palestinesi. Ma perché il presidente Mattarella e il ministro degli Esteri Tajani danno la colpa a Israele?"
Angelo Pezzana
Khamenei e Guterres. Se l'ONU è nelle mani di dittature antisemite, è meglio che le democrazie escano e formino una loro ONU democratica.
Israele è oggi accusato di genocidio. Ma occorre prestare grande attenzione alla disinformazione che dilaga, spesso a reti unificate, e che coinvolge anche i principali media italiani: La Repubblica, La Stampa, Il Corriere della Sera. Persino l’umorismo deve essere selezionato con cautela, visto che il Corriere attacca quotidianamente Israele attraverso le sue vignette. In questo panorama, merita una menzione positiva Ciro Principe, youtuber napoletano e ospite fisso di Informazione Corretta, che con un’ironia pulita e intelligente riesce a spiegare con chiarezza la realtà del Medio Oriente, al di là della propaganda.
Mentre le accuse contro Israele si moltiplicano, sul campo emergono fatti ben diversi. Nelle operazioni a Gaza City, l’IDF ha eliminato un terrorista che si vantava con i propri genitori di aver assassinato “dieci ebrei” a mani nude, definendosi un eroe. È questo il vero linguaggio genocida: quello di chi celebra l’omicidio di innocenti e viene tuttavia presentato come “vittima”. Israele, intanto, critica duramente l’Unione Europea per il suo ostinato tentativo di riconoscere lo Stato di Palestina, giustificato dalla solita narrazione propagandistica del “fermare il genocidio”. Ma chi difende chi viene aggredito o ostracizzato solo per il proprio legame con Israele? È il caso di Marco Carrai, console onorario a Firenze, spinto alle dimissioni dal consiglio della Fondazione Meyer dal governatore della Toscana, semplicemente perché “puzza di Israele”.
La prima a parlare di “genocidio” è stata Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU per i Territori palestinesi, accolta in Senato con entusiasmo dai partiti di sinistra. È l’ennesimo esempio di come organismi internazionali non governativi sfruttino il proprio prestigio per marchiare Israele con accuse infondate. Quando mancano le prove, si inventano. O peggio, si manipolano le definizioni: si cambia il significato stesso di “genocidio” per adattarlo al caso di Gaza. Persino l’indice IPC, usato dall’ONU per valutare la sicurezza alimentare, ha modificato i propri parametri pur di “certificare” una carestia che, in realtà, non esiste.
A due anni dal 7 ottobre 2023 — il giorno del vero atto genocida di Hamas, che ha stuprato, torturato e ucciso 1.200 ebrei innocenti nelle loro case — l’accusa viene oggi ribaltata sulle vittime. È un paradosso morale che trova eco in molti ambienti culturali e mediatici occidentali. Durante l’ultima Mostra del Cinema di Venezia, l’associazione Pro-Pal Venice for Palestine ha raccolto firme di registi e attori per chiedere il boicottaggio dell’attrice israeliana Gal Gadot e dell’attore Gerard Butler, “colpevole” di aver sostenuto una raccolta fondi per Friends of the Israel Defense Forces. Un episodio che ben rappresenta la nuova “caccia all’israeliano”, mascherata da impegno politico.
Negli stessi giorni del festival veneziano è salpata l’ennesima flottiglia pro-Gaza, la “Sumud”, guidata da Greta Thunberg, ormai passata dall’ecologismo al palestinismo. A bordo, insieme agli attivisti, anche parlamentari ed eurodeputati italiani di sinistra: tutti pronti a violare il blocco navale israeliano in nome di una “missione umanitaria”, che di fatto finisce per favorire Hamas e la sua rete terroristica.
L’accusa di genocidio contro Israele non nasce da un’analisi dei fatti, ma da una costruzione ideologica alimentata da propaganda, disinformazione e convenienze politiche. Il risultato è un rovesciamento morale in cui gli aggressori vengono santificati e le vittime demonizzate — un inganno che la storia, prima o poi, sarà costretta a smascherare.
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