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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
17.10.2025 Hamas già infiltrato in Italia da decenni
Analisi di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 17 ottobre 2025
Pagina: 9
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Propaganda e lobby. Così Hamas si è insinuata nelle nostre città»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 17/10/2025, a pag. 9 con il titolo "Propaganda e lobby. Così Hamas si è insinuata nelle nostre città" l'analisi di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

Hamas è presente in Italia già da decenni e continua a far proseliti, anche se è nella lista nera europea delle organizzazioni terroristiche. Usa una serie di organizzazioni e di società di comodo per nascondersi e considera l'Italia come "terreno franco", una zona di passaggio per l'Europa.

Come conferma la rivista CTC Sentinel dell’accademia militare Usa di West Point, con il saggio del ricercatore Matthew Lewitt (“Hamas complotta in Europa»), i terroristi vantano una fitta rete d’appoggio e finanziamento in Europa, e anche in Italia. Se finora non hanno compiuto attacchi in Occidente, potrebbero essere tentati di architettarli spinti dall’incertezza per la loro sorte, dopo l’accordo di pace che ne sancisce la sconfitta militare, e anche dai difficili equilibri interni di correnti in lotta fra loro. Ce lo ha spiegato l’analista Giovanni Giacalone, ricercatore del Centro Studi Machiavelli e specializzato in terrorismo e controterrorismo all’International Counter-Terrorism Institute di Herzliya, in Israele. Anzitutto ci ricorda come la presenza di Hamas non sia una novità nelle nostre città: «È presente da decenni in Italia e in Europa tramite organizzazioni-ombrello che si dedicano a iniziative di carità, conferenze, proselitismo, allo scopo di raccogliere fondi. È evidenziato da numerosi rapporti, come quelli per Elnet, l’European Leadership Network che favorisce i rapporti Europa-Israele.

ENTE TOLLERATO

Il modo di operare di Hamas nelle comunità islamiche si rifà al modello della Fratellanza Musulmana e, in effetti, Hamas non è che la diramazione palestinese dei Fratelli Musulmani.
L’organizzazione, pur riconosciuta come ente terroristico dall’Unione Europea e dai Paesi occidentali, è stata di fatto tollerata perché prima del 7 ottobre 2023 si tendeva a distinguere fra l’ala politica di Hamas e l’ala militare.
E fino al 7 ottobre di due anni fa Hamas ha pensato a fare lobbying. Dopo, ha fatto svanire la distinzione fra ala politica e militare. Che il movimento sia ora tentato di azioni violente in Europa, contro gli ebrei o contro obiettivi legati a Israele, è possibile, anche se porrebbe problemi agli stessi organizzatori». Da qui a ricostruire con certezza una rete con nomi, sedi e collegamenti, c’è ancora strada da fare poiché forze dell’ordine e servizi segreti possono per ora raccogliere indizi ancora non decisivi, ma la trama del quadro si può intuire da tutta una serie di indizi e segnali così evidenziati dall’analista: «Non è facile ricostruire la rete di Hamas. La sua propaganda, i suoi slogan, le sue parole d’ordine, circolano in Italia. Ma non si riesce ancora a stabilire esattamente se qualcuno agisce a nome di Hamas o ne è membro effettivo.
Nel febbraio 2024 un giovane d’origine giordana ha lanciato bombe molotov sul consolato americano di Firenze.
Era un sostenitore di Hamas, ma non ne era un membro. Come considerarlo? Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione palestinesi d’Italia, è sospettato dagli Stati Uniti d’essere rappresentante di Hamas. La giustizia italiana non ha finora reperito informazioni sufficienti, ma il Dipartimento del Tesoro Usa ha sanzionato nell’ottobre 2024 e nel giugno 2025 le sue associazioni ABSPP, Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese, e “Cupola d'Oro”, a richiamare a cupola della Moschea Al Aqsa di Gerusalemme. La Procura di Genova s’è detta disponibile a riaprire un’indagine su Hannoun qualora dagli Stati Uniti arrivassero nuove informazioni».
Alla luce dell’analisi di Giacalone viene da chiedersi: a quando attentati di Hamas nel nostro Paese? Decisione ardua anche per gli stessi capi del movimento, dato che la penisola che si protende nel Mediterraneo è più importante come santuario logistico che come campo di battaglia esterno contro le presenze israeliane in loco. L’analista condivide questa lettura geopolitica: «L’Italia è sempre stata considerata, da Hamas come da tutti i movimenti terroristici islamici, un terreno franco, un ponte trans-mediterraneo fra mondo arabo ed Europa utile come transito e accesso all’Europa occidentale. È il motivo per cui anche Al Qaeda e Isis non hanno fatto attentati sul nostro territorio. Tuttavia, Hamas si sente con l’acqua alla gola e sente il suo potere vacillare a Gaza. Frange del movimento potrebbero essere tentate di “colpi di testa”. Sarebbe però rischioso per la stessa Hamas poiché attentati in un territorio di passaggio significa interrompere quello stesso passaggio».

SCONTRO INTERNO

Un altro punto fondamentale è capire a che livello giunge lo scontro interno al movimento, che potrebbe spingere le fazioni più oltranziste ad azioni eclatanti in Occidente. Spiega Giacalone: «Hamas è divisa in tre correnti. Una prima corrente, che definirei “pragmatica”, punta alla sopravvivenza del movimento ed è quella che più accetta il piano del presidente americano Donald Trump. La seconda corrente, quella “militare”, è espressione delle milizie che in questi giorni si macchiano di uccisioni a Gaza contro i clan ribelli e teme di perdere il controllo del territorio. Infine c’è una terza corrente, “filo-sciita” perché è la più vicina all’Iran, da cui ha mutuato l’ideologia apocalittica del martirio, cara ai Pasdaran, ed è quella che potrebbe più facilmente attuare attentati».
La consegna per lo Stato italiano resta quindi una sorveglianza crescente, sfoderando tutte le opzioni per evitare che schegge impazzite palestinesi colpiscano nelle nostre città. Auspica l’esperto: «Più del controllo del web, occorre che le autorità italiane monitorino i sermoni di molte moschee. Se la propaganda per ISIS e Al Qaeda viene perseguita, non si capisce perché, se anche Hamas è considerata terrorista, non si perseguano con pari severità i suoi slogan e contenuti».

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