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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Newsletter di Giulio Meotti Rassegna Stampa
15.10.2025 Camminiamo su una sottilissima lastra multiculturale di ghiaccio
Newsletter di Giulio Meotti

Testata: Newsletter di Giulio Meotti
Data: 15 ottobre 2025
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Camminiamo su una sottilissima lastra multiculturale di ghiaccio»

Riprendiamo l'articolo di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "Camminiamo su una sottilissima lastra multiculturale di ghiaccio". 


Giulio Meotti

Geert Wilders, candidato favorito nelle prossime elezioni olandesi, rischia di essere assassinato in un attentato islamico. La campagna elettorale è stata sospesa. La stessa cosa sta succedendo in Belgio, dove sono minacciati il premier e il sindaco di Anversa.
Per il parlato di Giulio Meotti, clicca sulla foto.

Da tempo scrivo dei “territori perduti” d’Europa diventati enclave che minacciano la nostra pace civile e sociale.

Geert Wilders, leader olandese del Partito per la Libertà (PVV), ha sospeso la campagna elettorale per le prossime elezioni nazionali in seguito a un imminente complotto terroristico per uccidere lui e altri politici.

Tre terroristi sono stati arrestati in Belgio dopo che gli investigatori hanno scoperto un esplosivo con cui avevano progettato di compiere l’attacco.

“Sospenderò tutte le attività elettorali”, ha detto Wilders. Il 29 ottobre si terranno le elezioni generali anticipate nei Paesi Bassi e il partito di Wilders è attualmente in testa nei sondaggi.

Ripetiamolo per chi non avesse capito bene: una campagna elettorale europea sospesa per una minaccia terroristica.

Anche il primo ministro belga, Bart De Wever, è fra gli obiettivi dell’attacco assieme al sindaco di Anversa, Els van Doesburg.

Un dettaglio agghiacciante: uno dei terroristi arrestati aveva seguito i corsi sulla sicurezza che preparano guardie del corpo e poliziotti. Si chiama infiltrazione.

Ricordo che la scorta assegnata a Wilders era già stata tutta sostituita dopo che un poliziotto, Faris, aveva passato informazioni sensibili sul politico olandese a delle gang. Mickaël Harpon, l’autore della strage alla Prefettura di Parigi costata la vita a quattro poliziotti, era un funzionario di polizia addetto all’antiterrorismo in uno dei luoghi più protetti di Francia.

Oggi un migrante afghano è stato intanto condannato per aver minacciato di uccidere Nigel Farage, saldamente in testa a tutti i sondaggi elettorali britannici.

La casa di Wilders sembra una prigione, con mura a prova di bomba, finestre antisfondamento e telecamere. Una dozzina di guardie del corpo lo seguono ovunque.

Racconta il New Statesman: “Wilders vive in una o più case sicure del governo con finestre antiproiettile e stanze antipanico che sono ‘più sicure della banca nazionale’. Si reca al lavoro in un veicolo blindato della polizia. Il suo ufficio dalle porte d’acciaio si trova alla fine di un labirintico corridoio al terzo piano di un’ala isolata del Binnenhof, il complesso di antichi edifici dell’Aia che ospita il Parlamento. È protetto da più livelli di sicurezza e l’accesso è severamente limitato. ‘Vive in una cassaforte’, mi ha detto Ronald Sørensen, un ex senatore del PVV. Aggiunge che è vietato persino scattare fotografie che mostrano l’interno dell’ufficio, per timore che rivelino dove si trova”.

Wilders è protetto ogni giorno da una unità dell’esercito come ne vediamo soltanto in paesi in guerra. La compagnia aerea olandese Klm ha rifiutato d’imbarcarlo su un volo per minacce alla sicurezza.

Wilders

Quando Wilders appare in pubblico, la sua scorta deve “ripulire” l’area prima di poterlo far entrare. Quando va al cinema, le ultime file vengono prenotate per lui e le guardie. Wilders arriva dopo che è iniziato il film e se ne va prima della fine. Il costo della protezione del leader del Pvv non è mai stato rivelato, ma decine di milioni di euro si pensa siano stati spesi in vent’anni. E non pare ci sia fine in vista per l’uomo più protetto del mondo dopo il presidente degli Stati Uniti e il premier d’Israele.

La cellula che voleva uccidere Wilders, il primo ministro belga e il sindaco viene da Anversa.

“Gli ebrei lasciano Anversa”, titolava già dieci anni fa il Courrier International. Il motivo è presto spiegato.

Anversa, la seconda città del Belgio, oggi ha il 25 per cento di musulmani, più della metà dei bambini delle scuole primarie sono musulmani e la città ha più di 65 moschee.

E qualcuno dovrebbe ricordare la storia del canarino che un tempo i minatori di carbone portavano con sé per rilevare la presenza di gas letali come il grisù (gli ebrei sono i nostri canarini nella miniera multiculturale).

Ad Anversa il sindaco ha organizzato una cena di Ramadan lunga due chilometri per le strade

Herman De Croo, membro del partito Liberali e democratici fiamminghi (Open Vld), in un momento di franchezza ha detto: “Tra due generazioni il sindaco di Anversa (città più importante delle Fiandre) sarà turco, marocchino o nero, e anche quello di Bruxelles”. E ancora: “Oggi il 70 per cento dei bambini sotto i cinque anni di Anversa non è belga. Tra 13 anni, quando potranno votare, il 70 per cento degli elettori di Anversa non saranno belgi. Ci metto la mano sul fuoco: nel giro di due generazioni il sindaco di Anversa sarà turco, marocchino o nero”.

Una ragazza di Anversa, Shanti De Corte, era all’aeroporto internazionale di Bruxelles. Doveva volare a Roma come premio dopo la laurea. Si trovava nella sala partenze, quando i terroristi si sono fatti saltare in aria. Shanti era a pochi metri da loro. Fu portata via ancora in vita dall’aeroporto, ma da quell’incubo non ne sarebbe mai davvero uscita. Così ha presentato una richiesta di eutanasia per “sofferenze psichiatriche”. E i giudici di Anversa l’hanno assecondata.

Mi chiedo spesso cosa sia diventata questa Europa.

Intanto ad Anversa ci sono le “pattuglie della sharia”. Una donna è uscita con spalle e braccia scoperte. Un gruppo di “fratelli musulmani” di passaggio la circonda e aggredisce.

Questo è ciò che sta per diventare realtà in tutto l’Occidente se non corriamo ai ripari.

E se pensate che la situazione non possa essere più grave di così non avete letto Filip Reyntjens, professore emerito all’Università di Anversa:

“Anversa merita una bella moschea. La Chiesa di Cristo Re sarebbe perfetta come Grande Moschea”.

François Furet, il massimo storico della Rivoluzione francese, lo ha visto prima di altri: “La sinistra europea ha smesso di amare Israele il giorno in cui ha smesso di amare la libertà”.

E se smettiamo di difendere la libertà, non resterà nulla da difendere.

Ricordate il sacerdote spagnolo a processo per aver criticato l’Islam? Beh, lo hanno appena condannato davvero.

Un giorno, tra un certo numero di anni, gli storici si meraviglieranno di quanto sia stato facile farci cadere. Non c’era stato bisogno di far schiantare degli aerei contro i grattacieli e uccidere migliaia di persone. Questa è sempre stata una pessima strategia, perché anche lo stato più debole si sentirà in dovere di rispondere. Ma se si inquadra la questione in termini di “sensibilità multiculturale”, lo stato debole si piegherà per darti tutto ciò che vuoi.

Comprese, alla fine, le chiavi di quei grattacieli e di quelle cattedrali.

La newsletter di Giulio Meotti è uno spazio vivo curato ogni giorno da un giornalista che, in solitaria, prova a raccontarci cosa sia diventato e dove stia andando il nostro Occidente. Uno spazio unico dove tenere in allenamento lo spirito critico e garantire diritto di cittadinanza a informazioni “vietate” ai lettori italiani (per codardia e paura editoriale).

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giuliomeotti@hotmail.com

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