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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
15.10.2025 I racconti dell’orrore degli orrori degli ostaggi di Hamas
Commento di Maurizio Stefanini

Testata: Libero
Data: 15 ottobre 2025
Pagina: 5
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: «L’inferno delle vittime. Per 738 giorni nei tunnel sempre soli e incatenati»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 15/10/2025, a pag. 5, con il titolo "I racconti dell’orrore degli orrori degli ostaggi di Hamas" l'analisi di Maurizio Stefanini.

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Maurizio Stefanini

Ostaggi liberati dopo due anni di inferno in terra, nelle prigioni segrete di Hamas. Non solo i vivi raccontano l'orrore che hanno subito, ma anche i corpi dei morti. Hamas ha violato tutti i diritti umani, ma nessuno rivolge a Hamas le stesse accuse infamanti che sono quotidianamente scaricate su Israele.

Denunciano Hamas i vivi, ma lo denunciano anche i morti. Non solo gli ostaggi liberati a Gaza stanno raccontando di questi 738 giorni di prigionia. Ci sono anche i cadaveri che sono stati restituiti: per ora solo quattro sui 28 promessi, e c’è da capire se è perché effettivamente i sequestratori facciano fatica a capire dove gli altri sono finiti, o se perché le tracce sui corpi rivelerebbero altre storie di orrore. Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) riferiscono i nomi di due. Guy Iloz, cittadino israeliano di 26 anni, era stato ferito durante la fuga dal festival Nova.
Secondo i primi esami, «è morto per non aver ricevuto cure mediche adeguate». Bipin Joshi, cittadino nepalese di 23 anni, è stato rapito da un rifugio nel kibbutz Alumim, e ucciso durante la prigionia.
Ma ci sono appunto i racconti dei vivi, e di ciò che hanno dovuto passare. Tutti descrivono un ambiente segnato da torture, isolamento, manipolazione psicologica, fame e paura.
Avinatan Or, per esempio, è rimasto completamente solo per tutto questo tempo, senza alcun contatto con altri ostaggi fino al suo rilascio e ha perso tra il 30% e il 40% del suo peso corporeo.
Altri, come il colombiano-israeliano Elkana Bohbot, hanno trascorso la maggior parte del tempo incatenati in tunnel sotterranei, perdendo la cognizione del tempo e dello spazio. Le immagini dei rimpatriati mostrano spesso braccia ferite, proprio a causa delle catene.
I gemelli Gali e Ziv Berman furono rapiti insieme, ma i terroristi li separarono. Si sono incontrati per la prima volta nella base militare israeliana di Reim, dopo la liberazione.
Guy Gilboa-Dalal, i cui parenti erano stati intervistati da Libero, secondo il padre è stato alimentato forzatamente per l'ultimo mese, dopo che la diffusione di un video propagandistico di un altro ostaggio in uno stato di estrema magrezza aveva suscitato indignazione. Era stato costretto a prepararsi a rilasci fittizi in tre occasioni, solo per la Schadenfreude dei suoi carcerieri gaudenti per il dolore che ha sofferto quando ha visto che non era vero.
Matan Angrest, secondo sua madre, ha trascorso lunghi periodi sotto sorveglianza speciale e in isolamento, sottoposto a gravi torture durante i primi mesi a causa del suo status di soldato. Gli ostaggi ricevevano minacce dirette, come il puntamento di armi da fuoco alla testa, se non collaboravano durante le riprese di video di propaganda. Ad altri è stato detto che Israele li aveva abbandonati o che i loro parenti erano morti. Allo stesso Matan Angrest, per esempio, è stato detto che i suoi nonni materni, sopravvissuti all'Olocausto, erano morti. Ha saputo che erano ancora vivi solo al momento del rilascio.
La tv Channel 12 riferisce che Ariel Kunio era trattenuto da solo, mentre suo fratello David era tenuto in ostaggio con Nimrod Cohen ed Eitan Horn e ha attraversato diversi tunnel.
Alon Ohel ha raccontato alla sua famiglia che quando l’esercito è entrato a Gaza City, i miliziani di Hamas lo hanno trasferito nelle zone di combattimento per usarlo come scudo umano. La famiglia ha dichiarato che per la maggior parte del tempo è stato tenuto nello stesso tunnel, incatenato e sofferente. Il padre di Eviatar David - il giovane mostrato mentre scavava una fossa dentro a un tunnel - ha raccontato che suo figlio è stato colpito dal terrore psicologico inflittogli.
In questo contesto, ha suscitato una dura polemica il commento in diretta della anchorwoman della Cnn Christiane Amanpour, secondo cui gli ostaggi di Hamas sono stati «trattati meglio della media degli abitanti di Gaza», per essere «merce di scambio». In realtà non ha specificato chi fosse il responsabile di questi maltrattamenti, per cui si potrebbe anche intendere che era sempre Hamas a trattare i gazawi ancora peggio dei prigionieri. A ogni modo ha poi chiesto scusa, ammettendo che i suoi commenti erano stati «insensibili e sbagliati», e che anche lei è rimasta «inorridita» dai racconti degli ostaggi. Poteva pensarci prima.

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