3 Lettere
1. Disse Chagall...
Gentile signora,
sono annoiato dal veder ripetute sempre le stesse cose; le proporrei, concisa ed esaustiva di tutto ciò che può contare, questa citazione da M. Chagall: è del 1947, ma può esser fruita anche oggi, e per il domani. Eccola, in calce.
La saluto cordialmente,
Riccardo Brondolo.

Caro Riccardo,
Il popolo di Israele è democraticamente diviso, come è giusto che sia. Non marciamo all’unisono come i cinesi, non manifestiamo urlando slogan idioti senza conoscerne il significato come in Europa. In Israele ognuno la pensa come vuole ma, quando siamo di fronte al nemico che vuole eliminarci, siamo uniti esattamente come si augurava M.Chagall nel lontano 1947. Siamo uniti con il nostro esercito fatto di figli e figlie che anche se vanno a manifestare contro un qualsiasi governo che a loro non piace, appena si annusa il pericolo, afferrano il fucile e vanno a difendere la patria. Se non fossimo uniti ci avrebbero già spazzati via e gettati in mare come sperava Arafat, come spera Abu Mazen, come ha tentato di fare Hamas.
Un cordiale shalom
Deborah Fait
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2. I convertiti della Flotilla
Salve dame Devorah,
Grazie per avermi informato circa la notizia data dall’ottimo Meotti, con il quale ci siamo spesso scambiati alcune e-Mail, avendo in comune l’amore per Israel, pur, naturalmente, nelle differenti sfumature e punti di vista, ma da veri democratici e da persone civili, si trova sempre una assonanza, ovviamente senza rinnegare le proprie posizioni ed opinioni.
Ricordo di avergli fornito materiale storico documentato, in cui si evidenziava il sodalizio perverso tra i terroristi palestinesi, nelle loro varie denominazioni e le formazioni terroristiche comuniste italiane e francesi.
Tutto l’apparato terroristico trasversale, messo in piedi grazie al famigerato “Lodo Moro”, fu smantellato dal nucleo speciale anti terrorismo dei Carabinieri di Roma, dell’allora Capitano Domenico Di Petrillo.
Lunga storia, ma è del tutto evidente come l’attuale variegata galassia comunista, abbia stretti legami con Hamas; della serie tutto cambia ma nulla cambia.
Non sapevo dei cattolici convertiti in mezzo al mare.
Mi viene in mente il Libro di Jonah, che si usa leggere per Yom HaKippurim, quindi recentemente; ovviamente nulla a che vedere con il celebre personaggio e con quella storia.
Viene spontaneo pensare che costoro, i villeggianti convertiti della flottiglia , erano e sono comunisti, ma di norma sono degli atei senza dio ed è difficile pensare che possano rinunciare alla comodità del disimpegno spirituale, che l’ateismo gli concede, probabile invece che fossero dei catto comunisti alla Bergoglio. Sebbene quest’ultimo fosse osannato dalle folle cattoliche, bisogna ricordare che la sua linea dottrinale era legata alla “teologia della liberazione”; una sorta di rilettura evangelica in chiave marxista, diffusa dal cattolicesimo politicizzato in America Latina, da molto tempo ormai.
Ebbene, i convertiti all’Islam erano quindi cattolici. Di certo la loro fede era all’acqua di rose; per passare da una religione fortemente caratterizzata da tolleranza e perdono, ad una diametralmente opposta, significa che: o sono stati plagiati da qualche menzogna adornata da bislacca retorica, oppure l’odio per gli ebrei e per Israel si è talmente calcificato in loro, che hanno trovato il modo per sancirlo definitivamente, con tutti i “crismi”… è il caso di dirlo.
Mi viene in mente un racconto di rav Toaff, gran rabbino capo della Comunità ebraica di Roma.
Egli venne a sapere da una famiglia preoccupata, che un loro congiunto voleva diventare cattolico e quindi battezzarsi.
Rav Elio Toaff andò di corsa a trovarlo e gli disse:
“… non sei stato un buon ebreo e pensi di diventare un bravo cattolico?
Il colloquio si prolungó e alla fine rav Toaff tornó a casa, avendo riportato nel recinto, la pecorella che stava per smarrirsi; parafrasando un altro ebreo di duemila anni fa.
Una parentesi sul “duo” Bonelli-Fratoianni.
All’indomani dell’accordo di pace tra Hamas e Israele, si affrettavano a dire che si tratta solo di una tregua.
Bene, ciò significa, in italiano, che la lotta contro Israele continua.
Ma non erano pacifisti e acerrimi nemici del riarmo?
No.
In realtà sono solo dei “pacifinti” perché sperano che Hamas vinca definitivamente la guerra contro il nemico dei nemici: Israele, così che gli ebrei debbano andarsene e lasciare che tutta la superficie territoriale ebraica diventi uno Stato islamico, possibilmente fondamentalista, senza più nessun “alieno” al di fuori degli arabi.
Avete mai sentito dire da loro:
“due popoli e due Stati”?
Mai, perché non si accontentano certo di un “tramezzino al tonno e pomodoro”…
Negli anni ottanta, i sinistri di allora, erano anch’essi dei “pacifisti” che si opponevano con manifestazioni e marce, all’installazione degli “euromissili” americani in Italia, posti nelle basi NATO e americane di tutta Europa.
Lo scopo americano era di porre un argine, come contromisura strategica di risposta, alla bisogna.
I compagni non si opponevano perché erano dei semplici pacifisti convinti, ma solo perché non volevano che fossero puntati, come era previsto, contro l’Unione Sovietica, la loro vera patria ideologica comunista.
Si seppe poi che proprio l’Unione Sovietica aveva foraggiato “sottobanco”, questi movimenti comunisti occidentali europei, con montagne di Rubli, commutati in Dollari; moneta di cambio e scambio internazionale.
Eccoli la, i pacifinti di allora, come i pacifinti di oggi, stavolta foraggiati da Hamas attraverso il Qatar, che opera sempre dietro le quinte:
ufficialmente come mediatore e al contempo, nel retrobottega, finanzia i movimenti islamici terroristici internazionali e le “legioni” comuniste che li appoggiano ideologicamente.
Proprio come fa George Soros con Greta Thumberg.
Le maschere del “duo”, cadono una dopo l’altra e come diceva il mio caro nonno, Z”L:
“… ho scoperto anche te, mascherina francese”.
Un forte abbraccio & Shavua Tov
Yosef ben Hektor
Caro Yosef,
Spero che molti dei nostri amici leggano le sue “lunghe” lettere perché sono vere e proprie lezioni di storia. Anni fa, durante una delle mie annuali visite a Trieste, la mia città, mi trovavo a parlare con amici e l’argomento, indovini, era sempre Israele. Anche se sei fra amici sinceri devi sempre spiegare e a volte giustificare, perché l’informazione italiana è sempre fuorviante. Ebbene, nessuno di loro (persone colte, studiate, come si suo dice) aveva sentito parlare del Lodo Moro e dell’inchinarsi dell’allora governo italiano al terrorista Arafat. Mal gliene incolse (a Moro) perché l’Italia fu percorsa in lungo e in largo dalle bande palestinesi ( si mormora sia stato fatto da loro anche l’attentato a Bologna, come giurava il povero Cossiga, ma non se ne vuole parlare). Grazie a questo accordo fra l’Italia e il terrorismo palestinese (non sapevano che Arafat, da buon arabo, non manteneva mai le promesse e la promessa era di non colpire il territorio italiano) la Penisola fu insanguinata da almeno 6 attentati mortali, tra i quali quello dell’82 a Roma dove fu ammazzato il piccolo Stefano Tachè. I pacifinti di oggi sono generosamente finanziati da Hamas e altre fazioni palestinesi. Ma adesso devo farla sorridere; giorni fa hanno chiesto a una manifestante che sbraitava Palestina libera, se si ricordava di Arafat. Panico! Non sapeva chi fosse. “Arafat, chi?” Questo fa capire di quale pasta sono fatti i sinistri pacifisti che urlano di cancellare Israele. Gentuccia, gentaglia ignorante, pagata, solamente piena di odio e di rabbia.
Un cordiale shalom
Deborah Fait
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3. Le signore dell'antisionismo
Cara Deborah,
si resta sconcertati a sentire quotidianamente certe signore che parlano di politica e di società partendo da pregiudizi e da scarsa chiarezza intellettuale. L'arroganza antisionista di Francesca Albanese, la confusione di idee di Greta Thunberg , la retorica strampalata di Rula Jabreal, la superficialità puerile di Elly Schlein sono esempi sconfortanti del ''pensiero''( !? ) di queste signore.
saluti
Dante Dalessandro
Caro Dante,
Chiamare signore queste persone è già un elevarle di categoria. Sono delle comparse che possono trovare solo in Italia copertura mediatica in salsa antisemita. La Jebreal infatti si è affrettata a tornare in Italia dagli USA e la Albanese si guarda bene dal ritrasferirsi in America. Quanto a Greta, è una macchietta un po’ ridicola ma anche lei, a suo modo, pericolosa perché finanziata dalle grandi organizzazioni antisemita mondiali che la usano a loro piacimento. In questi mesi ha fatto tante di quelle brutte figure che per un po’ non sentiremo parlare di lei. Almeno lo spero. Ma accanto a queste signore vanno messi anche alcuni maschietti, tipo Conte, Bonelli, Fratoianni, che quanto a figuracce non si tirano certo indietro. Ci deliziano ogni giorno con le loro convinzioni fuori dalla realtà e molto dentro l’odio per Israele.
Un cordiale shalom
Deborah Fait