Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
L’imam di Torino: 'il 7 Ottobre non fu violenza' Cronaca di Fabio Rubini
Testata: Libero Data: 12 ottobre 2025 Pagina: 5 Autore: Fabio Rubini Titolo: «L’imam di Torino : «Il 7 ottobre non fu violenza»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 12/10/2025, a pag. 5, con il titolo "L’imam di Torino : «Il 7 ottobre non fu violenza»", la cronaca di Fabio Rubini.
Fabio Rubini
Negare e giustificare l'enorme crimine di Hamas del 7 ottobre: lo fa anche l'imam di Torino che lo spiega come una "reazione" a ottant'anni di "occupazione" (cioè all'esistenza stessa di Israele). «Io personalmente sono d’accordo con quello che è successo il 7 ottobre 2023: non è una violazione, non è una violenza». Torino non ha reagito.
All’indomani della pace firmata in Medio Oriente i negazionisti spuntano come funghi. E creano roventi polemiche politiche. Come a Torino, quartiere di San Salvario, dove l’imam della locale moschea, Mohamed Shahin, ha definito Hamas «un movimento di resistenza legittima» e il 7 ottobre 2023 «come una reazione» contro l’oppressore Israele.
I fatti risalgono allo scorso 7 ottobre quando, in occasione delle celebrazioni del secondo anniversario dell’attacco terroristico di Hamas contro Israele, si è ritrovato in piazza Castello con un centinaio di persone convocate dal coordinamento Torino per Gaza. È in quell’occasione che l’imam ha preso il microfono e spiegato che: «Io personalmente sono d’accordo con quello che è successo il 7 ottobre 2023: non è una violazione, non è una violenza». La sua tesi è quella di una terra, la Palestina, «terra santa dei musulmani, occupata dal 1948, 80 anni fa. Non dal 7 ottobre». Intervistato successivamente nelle pagine dell’edizione torinese de La Stampa, Shahin non fa retromarcia, se non sulle violenze di piazza: «Dobbiamo essere dolci, calmi, sorridenti.
Nessun tipo di violenza verrà mai accettato». Evidentemente con la sola eccezione di quella perpetrata da Hamas in Israele.
Le posizioni dell’imam torinese hanno scatenato il mondo politico. La prima a reagire è stata Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: «Le parole dell’imam di Torino sono gravissime e inequivocabili.
Dire che il 7 ottobre non ci fu violenza è un atto di sostegno al terrorismo che non può trovare spazio né a Torino né in altre parti d’Italia». Montaruli non si ferma all’invettiva, ma rilancia: «Il ministero dell’Interno valuti i requisiti per la sua espulsione e la chiusura temporanea del centro nel quale opera, già noto alle cronache per le posizioni estremiste che ha espresso in passato. Dai fruitori- prosegue la deputata meloniana - non si è levata una sola parola di condanna e ciò conferma come il sostegno alla violenza dell’attentato serpeggi pericolosamente». Montaruli, infine, chiede che «la comunità islamica torinese prenda le distanze da tali posizioni giustificazioniste» e chiede al Viminale «una verifica sulle posizioni di sedicenti imam, perché purtroppo non credo che quello tornese sia un caso isolato».
Contro l’imam di Torino si è scagliata anche l’europarlamentare leghista Silvia Sardone, che in visrtù delle sue battaglie contro l’islam radicale è costretta a girare sotto scorta: «Quanto accaduto a Torino è inaccettabile. Svela in pieno quello che pensano molti imam e quello che viene propagandato in molte moschee. In alcune comunità musulmane- prosegue Sardone - viene alimentato un clima d’odio che sfocia nell’antisemitismo. La cosa grave è che sempre più spesso si chiudono gli occhi di fronte all’estremismo islamico. In particolare la sinistra è complice perché va a braccetto con questi personaggi e pur di attirare voti musulmani e disposta a tutto, anche a non condannare forme sempre più evidenti di antisemitismo».
Mohamed Shahim non è nuovo a polemiche. Nato in Egitto 41 anni fa, l’imam è in Italia da 21 anni, è da sempre un sostenitore dell’ex presidente dell’Egitto Mohamed Morsi (morto d’infarto nel 2019), tra i fondatori dei Fratelli Musulmani, l’associazione che il mondo arabo moderato ha messo al bando come organizzazione terroristica.
Nel 2019 fece parlare nella sua moschea, la “Omar Ibn Khattab” di via Saluzzo, un certo “Professor Usama” che iniziò il suo discorso con un motto dei Fratelli Musulmani che dice «il Corano è la nostra costituzione».
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