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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
11.10.2025 Il governo Netanyahu approva il piano
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 11 ottobre 2025
Pagina: 4
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Israele ha iniziato il ritiro. Gli sfollati tornano a casa»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/10/2025, a pag. 8, con il titolo "Israele ha iniziato il ritiro. Gli sfollati tornano a casa", la cronaca di Amedeo Ardenza.

Approvato il piano di pace, l'IDF si sta ritirando dalle sue linee più avanzate a Gaza City, pur mantenendo il controllo della metà del territorio della Striscia. In attesa della liberazione degli ostaggi e dell'inizio della nuova fase del piano di pace.

Un accordo approvato alla presenza di Jared Kushner e Steve Witkoff, uomini di fiducia di Donald Trump volati a Gerusalemme per vederne la nascita, non sembra destinato a fallire.
Allo stesso tempo il primo ministro israeliano Benjamin (Bibi) Netanyahu tiene un atteggiamento molto fermo verso Hamas. Da un lato non vuole “tradire” migliaia di famiglie che hanno sofferto gravi lutti per mano dei terroristi gazawi il 7 ottobre 2023 o nei due anni di guerra successivi; dall’altro per ricordare al mondo che l’interlocutore di Israele è un gruppo terroristico micidiale, votato allo sterminio degli ebrei e alla distruzione del loro Stato.
Ieri sera il ministero israeliano della Giustizia ha pubblicatola lista completa dei 250 ergastolani palestinesi che saranno rilasciati nell’ambito dell'accordo. Secondo quanto riferisce la Cnn, più della metà dei detenuti saranno espulsi verso Paesi terzi, mentre un centinaio saranno rilasciati in Cisgiordania. Nella lista non sono incluse alcune “star” come il popolare Marwan Barghouti (cinque ergastoli per terrorismo) la cui liberazione era stata richiesta da Hamas. Fanno invece parte della lista alcuni nomi difficili da digerire per gli israeliani: c’è Baher Bader, esponente di Hamas arrestato nel 2004 per aver pianificato attacchi in cui 18 israeliani furono uccisi; e Iyad Abu al-Rub, comandante della Jihad islamica palestinese a Jenin, responsabile dell’uccisione di 13 persone nell’area di Tel Aviv.
Dopo l’approvazione notturna da parte del governo israeliano della prima parte dell’intesa proposta dagli Stati Uniti, ieri mattina le Israeli Defense Forces hanno fatto un passo indietro a Gaza: l’ufficio del portavoce delle Idf ha affermato che «a partire dalle 12, le Idf si sono posizionate lungo linee di schieramento aggiornate, in conformità con il quadro dell'accordo di cessate il fuoco e il ritorno degli ostaggi. Questi sono momenti di maggiore allerta; i soldati delle Idf agiranno per rimuovere qualsiasi minaccia alla loro sicurezza, non si correranno rischi inutili». Il messaggio è chiaro: Israele rispetterà gli accordi ma agirà qualora la controparte venga meno ai propri impegni.
Lo stesso accade con Hezbollah in Libano: quando la milizia spinge verso la fascia di sicurezza attigua al confine, Israele colpisce.
Per capire come la pensa il governo israeliano basta ascoltare le parole di Leah Goldin, madre di Hadar, catturato e ucciso nella Striscia di Gaza nel 2014: «Se tutti i soldati caduti non saranno restituiti, la prossima guerra è dietro l'angolo», ha dichiarato ripresa da Ynet.
Secondo Goldin «Hamas dirà di non sapere dove si trovano i soldati israeliani caduti, per usarli come merce di scambio contro Israele nella prossima guerra che stanno pianificando. Io, una madre il cui cuore è tenuto in ostaggio a Gaza da oltre undici anni, faccio appello al presidente degli Stati Uniti e agli altri leader del mondo arabo coinvolti nell’accordo: non lasciate che Hamas vi spinga dalla parte sbagliata della storia».
Con il ritiro parziale delle Idf sono dunque iniziate le 72 ore entro le quali, sempre secondo il piano Trump, Hamas dovrà liberare tutti gli ostaggi vivi e restituire le salme di quelli morti in prigionia. Nelle stesse ore è cominciato il ritorno di decine di migliaia di sfollati palestinesi verso le aree di Gaza dalle quali Israele si è ritirato: il controesodo riguarda per adesso chi era sfollato a est di Khan Younis. Lo riporta il Times of Israel, secondo cui non possono ancora rientrare dal sud gli ex residenti del nord della Striscia. Chi torna ha davanti a sé la sfida della ricostruzione ma anche la possibilità di insediarsi in un ambiente “bonificato” dalla presenza di Hamas: starà a residenti impedire il ritorno dei fondamentalisti islamici, impazienti di tornare in azione attraverso la rete delle moschee, quelle ancora in piedi come quelle da ricostruire.
E poiché il piano americano non prevede periodi di inattività, alle 13 Bibi ha tenuto una nuova riunione con gli inviati americani per discutere del disarmo di Hamas, della smilitarizzazione di Gaza e del dispiegamento di una forza interaraba. Anche il comandante del Centcom, l’ammiraglio Brad Cooper, è stato invitato all'incontro per discutere, tra l’altro, dell’arrivo di 200 soldati americani in Israele per supervisionare l’attuazione dell'accordo.
Nel pomeriggio Witkoff, Kushner e sua moglie Ivanka Trump hanno visitato il Muro del Pianto a Gerusalemme.
«Siamo molto felici che gli ostaggi saranno liberati lunedì», ha detto Witkoff ai cronisti, «ci sarà pace e molte vite saranno salvate». Mentre gli israeliani contano le ore, il governo si prepara a una visita di grande impatto: lunedì è in arrivo il presidente Trump, atteso anche alla Knesset, il parlamento di Gerusalemme. Secondo Axios, a seguire Trump potrebbe visitare anche Gaza assieme al presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi.

 

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