Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
L’ascesa e il crollo delle tre figurine rosse Commento di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 09 ottobre 2025 Pagina: 1/15 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «L’ascesa e il crollo delle tre figurine rosse»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 09/10/2025, a pag. 1/15, con il titolo "L’ascesa e il crollo delle tre figurine rosse", il commento di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
Francesca Albanese è un'altra figura simbolo scelta dalla sinistra, come Ilaria Salis e Aboubakar Soumahoro prima di lei. Non le porta bene: finirà nella vergogna. È solo questione di tempo.
Bisognerà aspettare un po’, serve un filo di pazienza, ma prima o poi anche Ilaria Salis e Francesca Albanese- inevitabilmente - finiranno come Aboubakar Soumahoro. È solo questione di tempo.
Ve lo ricordate quell’altro meraviglioso regalo del duo Bonelli & Fratoianni alla politica italiana? Soumahoro fu inventato come icona della lotta contro il caporalato e contro ogni forma di sfruttamento. Fu sparato in copertina da L’Espresso allora diretto da Marco Damilano: prima pagina divisa in due, foto di Soumahoro e foto di Salvini, e titolo disumanizzante (per Salvini), Uomini e no. Poi seguirono mesi e mesi di trasmissioni tv in cui Soumahoro veniva letteralmente portato in processione: tra i turiferari piu? attivi, c’erano ancora Damilano, Fabio Fazio e Diego Bianchi. Indimenticabile la scenetta in cui (al Festival del giornalismo di Perugia dell’aprile 2019) Bianchi mormorò, mentre scattava un selfie con Damilano e Soumahoro davanti a una platea in visibilio: «La costruzione di una leadership è difficilissima».
Era la fase gloriosa di Soumahoro, che fu poi portato in Parlamento da Avs, con tanto di ingresso trionfale con ai piedi un paio di stivali sporchi di fango, simbolo delle battaglie combattute a fianco dei più umili. E qui seguì un’altra ondata di ospitate televisive (Fazio su tutti), polemiche in Aula con Giorgia Meloni, una parabola ascendente che pareva inarrestabile.
Poi – ahilui – sono venuti i giorni cupi: con le spiacevolissime indagini a carico di suocera e moglie ma soprattutto con una verticale perdita di credibilità politica, abbinata a memorabili gaffes (il diritto all’eleganza teorizzato in tv a favore della moglie).
E allora che succede? Oplà, di colpo i padrini mediatici lo mollano. Sic transit gloria mundi: stracciata una figurina, avanti con la prossima. Il resto lo sapete già: oggi l’onorevole stivalato siede nel gruppo misto, non iscritto ad alcuna componente, abbandonato da tutti, e non c’è un cane che lo difenda. Manca solo che chi fino a poco fa lo incensava e lo portava in processione oggi mormori: «Soumahoro chi?».
Ci vorrà un po’ di tempo, ma questo è il destino (segnato) anche di Ilaria Salis: ieri icona, già oggi reperto piuttosto imbarazzante. Ma come? A sinistra ci hanno ammorbato per anni con la formula «ci si difende nel processo e non dal processo» e poi lasciano che la loro eroina scappi dal giudizio? I compagni alla sbarra a Budapest e lei che festeggia nell’euroemiciclo? Vedrete che- cinematograficamente parlando - andrà in dissolvenza: apparizioni diradate, citazioni centellinate, in una bolla di silenzio e reticenza.
Sarà invece necessario più tempo perché si arrivi allo stesso risultato con Francesca Albanese: troppo fresche le celebrazioni perché scatti un’archiviazione superveloce. Ma le prime avvisaglie già si intravvedono: timidamente, qualcuno prende le distanze dalla profetessa. Che peraltro dà segni di nervosismo e di scarsa lucidità politica: la fuga precipitosa da uno studio televisivo, le parole sgraziate e poco sorvegliate contro la senatrice Segre, una palese incapacità di sostenere una discussione su basi razionali.
Ma la triste verità è un’altra, e qui – quasi quasi – Soumahoro, la Salis e la Albanese iniziano a farci più tenerezza che rabbia.
Starei per dire che ognuno di loro tre “non esiste”: o esiste più che altro come nome di una “cosa”, di un’“entità” scientificamente costruita a tavolino dai soliti ambienti politici e mediatici di sinistra.
Si tratta della ben nota tecnica della creazione delle “figurine”, cioè di soggetti che servono in quanto entità esponenziali di una campagna, come simboli, come bandiere da far sventolare (di volta in volta: green, immigrazioniste, antifa, pro Pal, e cosi? via).
Se va bene o finché va bene, c’è gloria per tutti. Quando va male, si ammaina la bandiera e se ne tira su un’altra.
Semmai- ecco il punto- a sinistra dovrebbero interrogarsi su questo: in tre anni, in oltre metà di una legislatura, possibile che non siano stati in grado di fare altro se non inseguire e applaudire quelle tre figurine poco presentabili? È così che pensano di offrire agli italiani un’alternativa credibile rispetto al centrodestra?
Dai, in uno sprazzo di lucidità, verrà da ridere o da piangere anche a loro.
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