Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Tutti i non pochi inciampi (fatti con un bel sorriso) dell'Albanese Commento di Iuri Maria Prado
Testata: Il Riformista Data: 09 ottobre 2025 Pagina: 5 Autore: Iuri Maria Prado Titolo: «Tutti i non pochi inciampi (fatti con un bel sorriso) della special rapporteur»
Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 09/10/2025, a pagina 5, l'editoriale di Iuri Maria Prado dal titolo "Tutti i non pochi inciampi (fatti con un bel sorriso) della special rapporteur".
Iuri Maria Prado
Affermazioni antisemite, errori storici, gaffe: Francesca Albanese, special rapporteur dell'ONU per i Territori, è impresentabile. E non ha mai chiesto scusa.
L’affermazione secondo cui gli Stati Uniti “sono soggiogati da una lobby giudaica” è la più innocua tra le tante cui si è lasciata andare la sedicente avvocata Francesca Albanese (“faccio l’avvocato”, disse in TV, ma non ha manco sostenuto l’esame). Ultimamente la curva della già notevole popolarità della “special rapporteur” è schizzata all’insù in forza di un paio di colpi messi a segno a stretto giro: prima, quando ha redarguito un amministratore locale che aveva avuto l’impudenza di evocare gli ostaggi ebrei ancora nelle mani delle belve del 7 ottobre; poi, quando si è indispettita perché un ospite oltraggiava la sua sensibilità nominando Liliana Segre, un affronto che l’ha obbligata ad abbandonare lo studio televisivo che l’aveva invitata e a spiegare che il parere di una sopravvissuta di Auschwitz è un ostacolo, una “pietra di inciampo” sulla via della logica che conduce a ritenere indiscutibile il genocidio di Gaza.
Tra le teorie più risalenti sul presunto dominio giudaico — quando Albanese ancora si faceva le ossa — e le più recenti sull’inopportunità che gli ebrei perseguitati mettano becco in certi argomenti, si dipana un corteo di dichiarazioni che arricchisce il curriculum militante della consulente delle Nazioni Unite. Mancherebbe lo spazio per elencarle tutte; basti dunque un florilegio. Intervistata su cosa Israele avrebbe dovuto fare dopo il 7 ottobre, rispose: “trattare”. Secondo lei, infatti, Israele, essendo “forza occupante”, non solo non aveva diritto di reagire al massacro, ma neppure poteva opporre alcunché ai missili lanciati da Gaza sui civili israeliani.
Albanese ha anche difeso la tesi che a lanciare quei missili fosse Hamas, un’organizzazione politica che, a suo dire, poteva essere considerata indebitamente “terroristica” poiché aveva realizzato scuole, uffici e ospedali e, comunque, aveva vinto “elezioni democratiche”. A proposito del 7 ottobre invocava la necessità di un giudizio equanime: “erano stati commessi crimini ma, per esempio, non c’erano prove che fossero state stuprate delle donne”. Inoltre spiegava che può darsi che qualcuno tra gli autori dei massacri odiasse gli ebrei, ma che fosse fuori dal mondo sostenere si trattasse di un’aggressione antisemita.
Quanto agli ebrei — non gli israeliani, ma gli ebrei — Albanese ha sostenuto a suo tempo che non dovrebbero fare ai palestinesi ciò che i nazisti fecero agli ebrei, e che a meritare “riconoscimento e protezione” sono gli ebrei che combattono contro la pulizia etnica e il genocidio a Gaza. Ha poi invocato esempi controversi, citando i ristoratori italiani e la pizzaiola napoletana che molestò una famiglia di ebrei “insubordinata” all’obbligo di mangiare recitando la preghiera anti-apartheid.
Sulle Comunità ebraiche, accusate da lei di complicità con il “regime genocidiario” e di lamentarsi pretestuosamente dell’informazione sul tema, Albanese disse in colloquio con Alessandro Di Battista: “Ma chi si credono di essere?”. “Tutti gli storici israeliani”, aggiunse, avrebbero riconosciuto l’esistenza del genocidio dei palestinesi e che questi “hanno rinunciato alla lotta armata nel 1990”. Ciò nonostante, argomentò, Israele stermina i palestinesi perché “il palestinese, con la sua presenza fisica, in quanto non ebreo… va eliminato”. Infine, mentre ascoltava un comiziante che definiva gli ebrei di Giudea e Samaria “il Ku Klux Klan moderno”, non proferì parola: fece solo un bel sorriso.
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