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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Foglio Rassegna Stampa
07.10.2025 Hamas pensa di mantenere il potere a Gaza
Analisi di Micol Flammini

Testata: Il Foglio
Data: 07 ottobre 2025
Pagina: 1/III
Autore: Micol Flammini
Titolo: «Hamas pensa di mantenere il potere a Gaza. La fase del disarmo»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 07/10/2025, a pag. 1/III, con il titolo "Hamas pensa di mantenere il potere a Gaza. La fase del disarmo", l'analisi di Micol Flammini.

Micol Flammini
Micol Flammini

Hamas prova a sfruttare questo periodo di negoziati (e l'impazienza di Trump ad arrivare ad una conclusione del conflitto) per cercare di ritagliarsi di nuovo un suo spazio di potere nella Gaza del dopoguerra. Ma se i terroristi non saranno eliminati del tutto, da Gaza arriverà un nuovo 7 ottobre. Sarà inevitabile.

Donald Trump vuole l’accordo e l’accordo deve essere concluso. Il presidente americano ha messo in campo tutto, anche il genero Jared Kushner, uno dei negoziatori degli Accordi di Abramo, con grandi e profondi legami con i leader arabi e affari personali in medio oriente. Il primo incontro di ieri tra Israele, Hamas e i mediatori di Egitto, Qatar e Turchia è stato tecnico e i giornali israeliani erano lievemente impensieriti da una coincidenza: l’inizio dei negoziati ha coinciso con il cinquantaduesimo anniversario della guerra del Kippur, giorno in cui l’Egitto celebra l’attacco a Israele del 1973. L’incontro è iniziato nel pomeriggio per discutere i dettagli tecnici e misurare la distanza tra il piano di Trump e le richieste che Hamas continua a avanzare. Kushner e l’inviato speciale per il medio oriente Steve Witkoff saranno coinvolti in un secondo momento. Saranno probabilmente loro a riformulare il piano: a quel punto sarà un aut aut. O si firma o la guerra andrà avanti e, anche se sembra impossibile, potrà essere ancora più devastante. La posizione di Israele è chiara, Trump ha avuto la parola del premier Benjamin Netanyahu. Gli israeliani sostengono il piano, vogliono il ritorno degli ostaggi e le famiglie dei rapiti hanno anche inviato una lettera alla commissione per il Premio Nobel per la Pace per chiedere di insignire il presidente americano. Trump ha detto che vuole “entro giorni” un risultato sulla prima fase, in cui dovrebbe essere definito il ritiro dell’esercito israeliano e il ritorno degli ostaggi.

Ci si aspetta che Hamas chiederà di scambiare i rapiti con ergastolani di peso come Marwan Barghouti, Ahmad Saadat, Ibrahim Hamed e Abbas al Sayed, tutti organizzatori di attentati e omicidi. Nomi forti e simbolici con cui Hamas vuole dimostrare la sua forza di ricatto anche agli altri gruppi di miliziani. Alcuni funzionari egiziani, che hanno preferito rimanere anonimi, hanno riferito al quotidiano libanese al Akhbar che il rilascio dei rapiti non avverrà entro settantadue ore, come richiesto dal presidente americano, ma in più fasi e senza la cerimonia a cui Hamas ha costretto i rapiti durante l’ultimo cessate il fuoco. Israele ha dato istruzioni a Hamas, tramite i mediatori, di non iniziare a sovralimentare gli ostaggi: molti tra gli ultimi liberati avevano presentato dei problemi legati all’assunzione improvvisa di maggiori quantità di cibo a cui Hamas li aveva sottoposti prima di liberarli. In Israele sono già pronte le squadre di medici e di psicologici per accogliere chi tornerà da oltre due anni di prigionia, molti costretti per la maggior parte del tempo in tunnel umidi, senza la luce naturale. Hamas può accettare di cedere gli ostaggi, la pressione americana e araba ha sbloccato una parte fondamentale del piano per arrivare alla fine della guerra. Rimane la seconda parte del piano e riguarda le armi che al gruppo servono per minacciare Israele e continuare a esercitare il potere.

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