Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Gaza monopolizza l’Italia. La sinistra non sa parlare d’altro Commento di Marco Del Monte
Testata: Il Riformista Data: 06 ottobre 2025 Pagina: 4 Autore: Fabrizio Cicchitto Titolo: «Gaza monopolizza l’Italia. La sinistra non sa parlare d’altro: per le opposizioni è l’unico denominatore comune»
Riprendiamo dal RIFORMISTA, l'analisi di Marco Del Monte dal titolo "Gaza monopolizza l’Italia. La sinistra non sa parlare d’altro: per le opposizioni è l’unico denominatore comune".
Gaza è ormai l'unico motivo di unità dei partiti della sinista italiana. E l'unico motivo per scendere in piazza assieme ai sindacati. Abbiamo ormai dei partiti gazawi.
Siamo ormai al paradosso: il Parlamento italiano è impegnato ad esaminare quasi quotidianamente qualche ordine del giorno, qualche decreto, qualche proposta che riguarda Gaza. In questi ultimi due mesi non ha fatto altro, come se questo nome magico avesse di fatto risolto tutti i problemi del Paese. C’è da credere sì i partiti di opposizione, che ormai sentono i gazawi pure per decidere cosa mangeranno a pranzo, stiano impegnando il governo e le Camere in modo da lasciare che l’Italia vada avanti da sola. Una conferma a questa osservazione mi è venuta ascoltando un tg in cui veniva intervistato il sindaco di un paesotto che, tutto orgoglioso, diceva che aveva risolto il problema dei rom applicando un’apposita legge comunale. L’intervistatore, meravigliato, gli ha chiesto spiegazioni e lui ha risposto dicendo che tra i poteri del sindaco c’è quello di “legiferare”. Onestamente, sembrava una barzelletta.
Questo, però, dà il senso di come sia ridotta l’Italia. Prendiamo la vicenda della Flotilla, a cui nessun Paese dà peso, ad eccezione del nostro, dove non c’è giornale, notiziario, talk show o approfondimento che non ne parli e dove in ogni città si tengono due o tre manifestazioni per Gaza. Il segretario della Cgil, unitamente alle Usb, ha indetto uno sciopero generale e Giorgia Meloni lo ha stigmatizzato, scatenando l’opposizione (che l’ha attaccata pesantemente). La reazione della presidente del Consiglio è stata dura e ferma, ma non è andata oltre: poteva imporre la precettazione, in quanto per legge lo sciopero generale può essere attuato solo a salvaguardia dei diritti dei lavoratori, che – nella fattispecie – non si ravvisano. Meloni ha detto poi che i “crocieristi” dovranno pagarsi il viaggio di ritorno da Israele di tasca propria, e si è presa un’altra valanga di critiche e di improperi, sempre dagli stessi soggetti che ormai agiscono come plenipotenziari di un altro Stato che, tra l’altro, esiste solo sulla carta. Non contenti dell’esito di questa spedizione, i naviganti ne stanno organizzando altre che sono già partite da Catania e dalla Turchia.
Il 28 settembre è iniziata una lunga tornata di elezioni che interesserà varie Regioni. I partiti di opposizione, evidentemente a corto di motivi per stare insieme, hanno trovato nelle vicende di Gaza l’unico denominatore comune, che ora sembra vacillare per le sensate proposte di Trump. Nelle Marche il candidato di sinistra ha condotto una campagna elettorale martellando quasi esclusivamente su questo aspetto della politica estera, che contempla anche molti altri argomenti (uno a caso, la guerra russo-ucraina) e dimenticando che i marchigiani avevano anche i problemi della sanità, della scuola, dei trasporti e altre quisquilie. Il risultato? Ha perso le elezioni con uno svantaggio di 8 punti. Domenica sarà interessata la Calabria, e il copione viene ripetuto dagli stessi partiti e dal candidato comune: i calabresi sono gente pratica, e sicuramente non sono interessati a quanti ombrelloni metterà Trump sul litorale della riviera di Gaza, avendo ben altro a cui pensare.
Torniamo alla Flotilla. Nei giorni addietro si è parlato più volte del vero scopo dei turisti di Gaza, e la sera di mercoledì 1 ottobre se n’è avuta una tragica conferma. Quando, infatti, il piede di un militare israeliano ha sfiorato la tolda della prima unità navigante a Roma, migliaia di persone, con striscioni, bandiere e altri attrezzi, hanno invaso la stazione Termini e zone limitrofe. A Genova, Napoli, Firenze e, naturalmente, nella rossissima Bologna, sono successe cose analoghe con il risultato di aver avuto città semidistrutte e forze dell’ordine in ospedale.
Qualcuno ha cominciato a chiedersi “quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?”: c’è solo da augurarsi che questa sparuta pattuglia prenda maggiore conoscenza di sé e maggior vigore. Tra l’altro, Israele ha dato notizia di non aver trovato alcun aiuto umanitario sulle imbarcazioni sequestrate. Sic transit gloria mundi.
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