Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - la traduzione dell'articolo del Times of Israel, dal titolo: "Uno studente iraniano in Italia: se i miei compagni di corso sapessero cosa significa crescere sotto un regime islamico estremista, capirebbero perché non posso unirmi a loro nelle manifestazioni pro-Hamas".  

È venerdì [3 ottobre] e in tutta Italia è in corso un altro sciopero generale pro-Palestina. La settimana scorsa c’è stato un altro sciopero con lo stesso scopo.

Certo, oggi al centro dell’attenzione è la situazione della flottiglia Sumud, ma le manifestazioni pro-Pal sono state piuttosto comuni in Europa negli ultimi due anni, e gli italiani amano gli scioperi. Pertanto, una serie di scioperi pro-Pal in Italia non sorprende poi così tanto.

Sono uno studente dell’Università di Milano, i cui gruppi pro-Pal sono piuttosto famosi.

Roma, 4 ottobre 2025. Ali Deilami: “Avendo sofferto sotto il dominio di una teocrazia islamica estremista, ci è impossibile sostenere un’organizzazione terroristica islamica”

Sono anche iraniano, nato e cresciuto sotto il regime della Repubblica Islamica. Quindi, i miei compagni di corso si aspettavano che, soprattutto dopo l’inizio della guerra, mi unissi a loro negli scioperi della scorsa settimana e di oggi.

Ovviamente, non l’ho fatto.

Dico ovviamente, perché negli ultimi due anni la società iraniana ha espresso in modo molto chiaro la sua posizione sul conflitto israelo-palestinese.

Partecipare a una protesta che in ultima analisi sostiene Hamas va contro l’esperienza vissuta dagli iraniani.

La Guida Suprema d’Iran, Ali Khamenei, alla flottiglia: “Siete dalla parte giusta della Storia” (clicca per ingrandire)

Avendo sofferto sotto il dominio di una teocrazia islamica estremista, ci è impossibile sostenere un’organizzazione terroristica islamica.

Chi è cresciuto in Europa non può vedere quello che vedo io. Molti di loro non conoscono nemmeno la storia di base del conflitto (ho controllato), e alcuni non sanno nemmeno localizzare Gaza su una carta geografica.

Ma probabilmente provano piacere a partecipare a scioperi e proteste e a camminare per le strade indossando la kefiah.

A dire il vero, vedere la gente qui indossare la kefiah mi fa ridere, perché in tutte le scuole elementari iraniane i bambini vengono avviati alla kefiah prima ancora d’aver finito di imparare l’alfabeto.

Fa parte dell’educazione ideologica del regime islamico far indossare la kefiah agli alunni in varie occasioni, come manifestazioni, cori, visite degli ispettori ecc.

Nel frattempo, si sono dimenticati di spiegarci il significato dell’indossare la kefiah, quindi molti iraniani non sanno nemmeno che la kefiah è un simbolo palestinese!

Sulla base di ciò che la vita mi ha insegnato, posso incolpare solo Hamas per le sofferenze dei civili di Gaza dal 7 ottobre.

Penso che se i miei compagni di corso avessero vissuto quello che ho vissuto io e avessero frequentato le mie stesse scuole in Iran, dove gli insegnanti cercavano di giustificare ogni tipo di crimine secondo la tradizione islamica, si renderebbero conto che slogan e ciechi combattimenti non ti danno da mangiare.

Probabilmente capirebbero anche che, in fin dei conti, le uniche cose che contano sono poter fare progetti per la propria vita, poter fare ciò che desideri, da soli o con gli amici, e prosperare anziché doversi sbattere per soddisfare i propri bisogni primari.

Hamas, in quanto governo di Gaza, non ha provveduto affatto al sostentamento della sua gente. Al contrario, l’ha gettata nel bel mezzo dell’inferno.

(Da: Times of Israel, 3.10.25)

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