Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Anche il Papa preoccupato per l’odio antisemita Cronaca di Caterina Maniaci
Testata: Libero Data: 06 ottobre 2025 Pagina: 6 Autore: Caterina Maniaci Titolo: «Anche il Papa preoccupato per l’«odio antisemita»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 06/10/2025, a pag. 6, con il titolo "Anche il Papa preoccupato per l’«odio antisemita»", la cronaca di Caterina Maniaci.
Leone XIV si dice profondamente preoccupato per l'antisemitismo dilagante. Un odio antisemita che si esprime con atti violenti come quello di Manchester, ma anche con atti quotidiani: aggressioni, verbali e fisiche, a cittadini inermi, a studenti, slogan urlati durante le varie manifestazioni per Gaza
Leone XIV è profondamente preoccupato per il crescere «dell’odio antisemita nel mondo», che si è espresso con l’attentato terroristico alla sinagoga di Manchester, il 2 ottobre, e continua ad essere addolorato per la sofferenza dei palestinesi a Gaza. Ma nelle sue parole accorate risuona anche una nota di speranza, parole pronunciate prima della preghiera dell’Angelus, in Piazza San Pietro, al termine della Messa per il Giubileo del mondo missionario e dei migranti, c’è anche speranza.
«In queste ultime ore, nella drammatica situazione del Medio Oriente, si stanno compiendo alcuni significativi passi in avanti nelle trattative di pace, che auspico possano al più presto raggiungere i risultati sperati», sottolinea il Papa e poi chiede con forza «a tutti i responsabili di impegnarsi su questa strada, di cessare il fuoco, e di liberare gli ostaggi. Mentre esorto a restare uniti nella preghiera, affinché gli sforzi in corso possano mettere fine alla guerra e condurci verso una pace giusta e duratura».
Il Pontefice parla, naturalmente, del dramma dei migranti, di quelle migliaia di persone, stipati in «quelle barche che sperano di avvistare un porto sicuro in cui fermarsi e quegli occhi carichi di angoscia e speranza che cercano una terra ferma in cui approdare, non possono e non devono trovare la freddezza dell’indifferenza o lo stigma della discriminazione».
L’odio antisemita, di cui parla il Pontefice, si esprime con atti violenti come quello di Manchester, ma anche con atti quotidiani: aggressioni, verbali e fisiche, a cittadini inermi, a studenti, slogan urlati durante le varie manifestazioni di solidarietà per Gaza come “Morte a Israele”, “Palestina libera. Dal fiume al mare la Palestina sarà libera”, scritte nei muri cittadini ugualmente inneggianti alla fine di Israele. Questo odio, che preoccupa Leone XIV e gran parte dell’opinione pubblica, serpeggiante e inquietante – nonché ricorrente - rialza la testa, nascondendosi, e nemmeno troppo, tra le fila di una legittima azione di opposizione e di critica a quanto messo in campo dal governo israeliano.
Dopo il sì “condizionato” di Hamas al piano proposto dal presidente Usa Trump e concordato con il premier israeliano Netanyahu, anche il Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha parlato di «un primo passo lungamente atteso», in un messaggio pubblicato che parla di speranza, di una concreta «nuova pagina positiva», dopo due anni terribili, tra orrori di ogni genere. Certo, ha sottolineato il Patriarca, «nulla è ancora del tutto chiaro e definito, ci sono ancora molte domande che attendono risposta, e non dobbiamo farci illusioni. Ma siamo lieti che vi sia comunque qualcosa di nuovo e positivo all’orizzonte».
La cosa più importante, insiste il Papa, è comunque pregare, affidando al Dio della pace e della misericordia le autentiche speranze di riconciliazione e di futuro. Preghiera che risuona forte nel Santuario di Pompei, e il Papa invita ad unirsi spiritualmente con i fedeli radunati perla Supplica alla Vergine del Santo Rosario. «In questo mese di ottobre, contemplando con Maria i misteri di Cristo Salvatore, intensifichiamo la nostra preghiera per la pace», invoca il Pontefice, «una preghiera che si fa solidarietà concreta con le popolazioni martoriate dalla guerra. Grazie ai tantissimi bambini che in tutto il mondo si sono impegnati a pregare il Rosario per questa intenzione. Grazie di cuore!».
A Pompei, d’altra parte, le celebrazioni sono ancora più intense in vista di un evento che coinvolge milioni di fedeli sparsi in tutto il mondo: il 19 ottobre, infatti, in piazza San Pietro, Leone XIV presenzierà la cerimonia di canonizzazione del beato Bartolo Longo, medico, fondatore e benefattore del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, beatificato da papa Giovanni Paolo II il 26 ottobre 1980.
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