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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
06.10.2025 Papa con Trump, sinistra coi violenti
Commento di Daniele Capezzone

Testata: Libero
Data: 06 ottobre 2025
Pagina: 1
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: «Papa con Trump, sinistra coi violenti»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 06/10/2025, a pag. 1, con il titolo "Papa con Trump, sinistra coi violenti", il commento di Daniele Capezzone. 

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

Papa Leone XIV sostiene apertamente il piano per la pace a Gaza proposto da Donald Trump. E si dice molto preoccupato per il dilagare dell'antisemitismo. La sinistra è ormai sola con Hamas a non volere la pace in Medio Oriente. E cavalca anche l'antisemitismo islamico.

Come si dice in questi casi: ricapitoliamo insieme i fatti principali, per provare a orientarci. Il Pontefice, una personalità che non ha esattamente il profilo di un tifoso scatenato di Donald Trump, ma che non si fa certo offuscare la Papa Leone XIV vista da ideologia e pregiudizi, è tornato per l’ennesima volta a spendersi a favore dell’eccezionale sforzo politico in corso. «Sulla pace passi significativi, auspico risultati», ha saggiamente detto Leone XIV.
E a me pare che queste parole, lucide e insieme caute, interpretino davvero il sentimento di tutte le persone di buona volontà. Le incognite sono ancora molte, ma non siamo mai stati così vicini a un risultato positivo.
Ecco, mentre il mondo è appeso a questa speranza di pace che si deve a Trump (ma pure Netanyahu e agli stati arabi che la sostengono), e rispetto alla quale – stretti in un angolo – anche i tagliagole di Hamas hanno dovuto dire un primo mezzo sì, a cosa sono servite le manifestazioni italiane del weekend? A cosa gli scioperi? A cosa le interruzioni di pubblici servizi? A cosa i cortei? A cosa gli slogan antisionisti e antisemiti?
Risposta onesta: a nulla. Nella migliore delle ipotesi, si sono rivelati irrilevanti: tranne che nel creare disagi ai cittadini che dovevano spostarsi e lavorare. Nella peggiore, si sono manifestati come eventi rivelatori di un sottofondo infame, con quegli slogan e quegli striscioni antisemiti e apertamente pro Hamas che restano indegni: e che sono destinati a qualificare per il presente e il futuro chiunque non se ne sia dissociato.
A proposito, come mai i tre principali partiti della sinistra (tranne qualche isolato balbettio a scoppio ritardato) non sono stati in grado di prendere le distanze da tutto ciò? Perché non si sono levate voci chiare e forti a condannare? Perché anche su troppi giornali, ieri mattina, si è nascosto e minimizzato ciò che era sotto gli occhi di tutti?
Siamo dunque arrivati al nodo di fondo: che politica è quella che non sa esercitare leadership ma preferisce la followship? Una politica che insegue anziché guidare, che rincorre anziché dettare l’agenda, che cerca disperatamente il like anziché ragionare? Che non si ribella nemmeno davanti alla feccia antisemita?
Se ci pensate, era la prima manifestazione da decenni con slogan così scopertamente indecenti. E la nostra sinistra ne è rimasta completamente prigioniera, muta e dunque consenziente.
Le domande restano sul tavolo. Le risposte le attendiamo da qualche testa lucida, se ancora c’è, dalle parti dei nostri progressisti.

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