Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Testata: Informazione Corretta Data: 05 ottobre 2025 Pagina: 1 Autore: Antonio Donno Titolo: «Hamas deve scomparire»
Hamas deve scomparire Commento di Antonio Donno
Antonio Donno
Hamas pretende di negoziare i termini della pace, spacciandosi come vittima degli israeliani, anche se ha dato inizio alla guerra con il pogrom del 7 ottobre. Fa bene Trump a non accettare questi termini e ad imporre un ultimatum ai terroristi.
La flotilla è affondata nella sua stupidità. Ora se ne organizza una seconda, che non farà altro che confermare che la stupidità non ha confini. Ma c’è dell’altro, e ben più grave, che spinge i naviganti della flotilla a ripetere l’impresa. È l’antisemitismo, anzi l’antisionismo, cioè l’odio nei confronti di Israele. Ciò che sta accadendo oggi è la conferma che l’antisemitismo, l’antisionismo non sono mai morti, che hanno covato per decenni nella mente di chi non li poteva dimostrare apertamente, perché lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale e il ricordo della Shoah erano presenti nella coscienza del mondo, impedendo agli antisemiti, per tanto tempo silenziosi e frustrati, di esprimere il loro odio apertamente contro gli ebrei. Certo, l’antisemitismo non è mai morto, ma chi lo coltivava in sé non poteva esprimerlo, pena la condanna generale.
Oggi non è più così. Israele attacca, non si difende soltanto, come nel passato, quando ha reagito valorosamente agli attacchi dei Paesi arabi che intendevano distruggerlo. Ha reagito e sconfitto gli eserciti arabi, umiliando i suoi aggressori e costringendoli a mettere in cantina le armi con le quali fare piazza pulita degli ebrei e del loro Stato. Così, agli eserciti arabi sono subentrati i gruppi terroristici, alimentati economicamente e militarmente soprattutto dalla Siria di Assad. Ora, però, Assad è fuggito in Russia, sede privilegiata di tanti dittatori sanguinari, con la sua famiglia, i suoi lacché e un bel mucchio di denari rubati ai siriani.
Il 7 ottobre 2023 ha avuto luogo, per mano di Hamas, l’orrendo massacro di 1200 uomini, donne e bambini israeliani. Ma i signori della flotilla non fanno mai alcuna menzione di quell’orrore, prendendo in considerazione soltanto la reazione di Israele contro i gruppi terroristici. Eliminato per adesso Hezbollah, l’esercito israeliano conduce una battaglia continua contro Hamas che si è arroccato tra la gente della Striscia di Gaza. La situazione si è rovesciata. Ora è Israele ad essere sotto la critica dei benpensanti, perché la morte dei civili gazawi nella Striscia, di cui Hamas si fa scudo assassino, è condannata con il termine di “genocidio”, un termine che è ormai sulla bocca di tutti ed è utilizzato per condannare Israele. La Striscia di Gaza, perciò, è spacciata furbamente dai residui di Hamas come una trappola mortale che Israele sta usando come obiettivo dei suoi sanguinari attacchi “genocidari”.
Questo tipo di rovesciamento della realtà sta avendo successo perché l’antisemitismo è cresciuto di giorno in giorno negli ultimi tempi. Israele deve subire, non attaccare, perché questo è il destino del popolo ebraico, secondo gli antisemiti, per i quali lo Stato di Israele è un terribile errore della Storia. La questione di Gaza è sopravvenuta proprio al momento giusto, come il cacio sui maccheroni.
Israele, dunque, è una potenza aggressiva che ha come progetto la sconfitta definitiva del popolo palestinese, che è il vero possessore di quella striscia di terra che è stata ingiustamente occupata dagli ebrei e sulla quale essi hanno costruito uno Stato illegittimo. Hamas è il portatore di questa concezione, che cancella più di tremila anni di presenza ebraica in Eretz Israel. L’aspetto negativo della questione è che molti, per ignoranza o per consapevole antisemitismo, sostengono che ai palestinesi è stata sottratta la loro terra con la nascita di uno Stato ebraico.
Oggi, però, il piano Trump promette un cambiamento profondo della situazione in quella regione. Il piano il prevede cessate il fuoco da parte di Gerusalemme, il rilascio degli ostaggi israeliani in mano ai terroristi di Hamas, un governo tecnico a Gaza e una supervisione internazionale. Israele conferma l’adesione. Restano da definire i nodi su disarmo e il futuro ruolo della fazione islamista, perché quest’ultima è contraria alla supervisione internazionale. E lo si capisce bene: una supervisione internazionale impedirebbe di fatto ai terroristi, nel frattempo rimessisi in sesto, di occupare nuovamente quel territorio, riprendendo la sua attività sanguinaria contro Israele. Inoltre, Hamas pretende di negoziare il piano Trump; si atteggia a parte lesa nei contenuti del piano perché il rilascio degli ostaggi la priverebbe di uno strumento indispensabile per sopravvivere. Il negoziato richiesto da Hamas finirebbe per allungare imprevedibilmente i tempi di chiusura della questione. Ha fatto bene Trump ad aver posto un ultimatum a Hamas.