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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
03.10.2025 La folle corsa della banda Schlein verso l’abisso
Editoriale di Mario Sechi

Testata: Libero
Data: 03 ottobre 2025
Pagina: 1
Autore: Mario Sechi
Titolo: «La folle corsa della banda Schlein verso l’abisso»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/10/2025, a pag. 1 con il titolo "La folle corsa della banda Schlein verso l’abisso" l'editoriale di Mario Sechi.


Mario Sechi

Con lo sciopero generale della Cgil per la Flotilla e per Gaza, la storia della sinistra italiana tocca il fondo un'altra volta. Il Pd li segue e, pur essendo il primo partito d'opposizione, si mette in scia con una sinistra extraparlamentare irresponsabile ed estremista.

Dice Maurizio Landini che lo sciopero della Cgil per la Flotilla è «in difesa dell’ordine costituzionale». Il primo cortocircuito è che lo sciopero è stato dichiarato illegittimo dal Garante, ma l’incendio più vasto riguarda tutta la sinistra che va dal sindacato al Partito Democratico e, volendo essere generosi, lambisce anche i confini di una cricca arruffapopolo come il Movimento Cinquestelle. La Cgil di Landinescu insegue chiaramente l’ombra dei barbudos e descamisados della sigla ribelle Usb, è una corsa verso il baratro. Quello che invece rincorre Elly Schlein è qualcosa di più inquietante. I Dem sono svegli, ma non capiscono letteralmente dove stanno andando, da settimane questa rotta pazza va a zig zag, risponde di volta in volta alla piazza, agli umori, ai capricci della propaganda che nulla ha a che fare con la storia di quel partito, ma ha un esito che appare già scritto: l’evento tragico, l’incidente che apre una pagina buia, lo scenario di cui dopo ci si dovrà vergognare.
È una cosa che già si agita nel subconscio della sinistra, tanto che ieri a Otto e Mezzo da Lilli Gruber una voce è dal sen fuggita a Gad Lerner: «La mia impressione e il mio timore è che Giorgia Meloni stia cercando l’incidente». Poche parole che tradiscono l’obiettivo di ribaltare il fattaccio in arrivo.
Già con la santificazione di Francesca Albanese il Pd ha superato ogni limite, tanto che Giuliano Ferrara ieri sul Foglio ha visto chiaramente la «linea suicida e autolesionista» e il rischio che senza una ribellione dei parlamentari del Pd si esaurisca la «possibilità di sopravvivenza morale dell’opposizione costituzionale». Il comunismo ha avuto i suoi guai con la storia, alcuni li ha risolti, le ferite sono visibili, ma pur scherzando col fuoco molte volte non è mai uscito dalla dialettica istituzionale. La sventatezza della Schlein supera il Parlamento, lo rende un oggetto del tutto inutile, colloca il Pd tra i gruppi extra -parlamentari pur essendo il secondo partito del Paese. Quando avevo qualche dubbio sulla condotta della sinistra, interrogavo Emanuele Macaluso, ci vedevamo a pranzo o anche a casa sua per un caffè, Emanuele aveva una risposta per tutto, ma oggi con chi parli per capire qual è la direzione degli uomini di Elly Schlein?
Perché l’effetto è quello della labirintite.
Quando si cavalcano gli scioperi selvaggi, si tace sull’orrore del discorso pubblico che nega la liberazione degli ebrei si tocca l’abisso. E qualche volta non se ne risale più.

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