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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
30.09.2025 Il prof: 'Hamas è terrorismo', lo minacciano sotto casa
Cronaca di Claudia Osmetti

Testata: Libero
Data: 30 settembre 2025
Pagina: 8
Autore: Claudia Osmetti
Titolo: «Il prof: «Hamas è terrorismo» E lo minacciano sotto casa»

Riprendiamo da LIBERO del 30/10/2025, a pag. 8, con il titolo "Il prof: «Hamas è terrorismo» E lo minacciano sotto casa" l'analisi di Claudia Osmetti. 

Claudia Osmetti
Claudia Osmetti

Un professore di lettere, Davide Biosa, dell'educando statale della Santissima Annunziata di Firenze, definisce "terroristi" i terroristi di Hamas. Dice, insomma, una cosa lapalissiana. Ma solo per averla detta ora viene minacciato fin sotto casa da ex allievi.

Ciò che dovrebbe indignare (e che invece passa sotto silenzio perché, nell’era del pensiero unico propal, è vietato dissentire) è che Davide Biosa, un professore di Lettere che adesso insegna all’educando statale della Santissima Annunziata di Firenze ma che, fino a due anni fa, aveva una cattedra al liceo Michelangelo della stessa città sull’Arno, è stato minacciato per aver detto la verità.
Non per aver preso posizione, non per aver “provocato”, non per essersi messo dalla parte di Israele: ma per aver osato, semplicemente, banalmente, pure coraggiosamente (a questo punto) ricordare che Hamas è un’organizzazione terroristica.
Se ne stava lì, il prof Biosa, qualche giorno fa, per i fatti suoi, sotto casa, intorno a ora di pranzo, a spasso col suo cane, quando ha incrociato due ex allievi. «Mi hanno salutato, ma il loro tono non era colloquiale», e le cose si sono messe male fin dall’inizio. «Uno dei due ha cominciato a offendermi. Mi ha detto che ero un “sionista di merda”, che lui aveva ammirazione per Hamas. Ho provato a obiettare, spiegando loro che la causa palestinese non mi è indifferente ma che non si può esprimere ammirazione per le organizzazioni terroristiche. E la situazione è degenerata».
Vaglielo a spiegare, agli esagitati del free Palestine, che “sionista” non è un epiteto, che (se la storia ha un senso) vuol dire “ colui che riconoscere a Israele il diritto a esistere”: macchè. Intanto Biosa ha continuato a ricevere offese sempre più spinte, minacce sempre più gravi: i due ragazzi gli hanno dato del fascista (termine oramai snaturalizzato e che, quindi, va bene in qualsiasi situazione), gli hanno intimato di non fare il saluto romano («gesto che non ho compiuto e che non sognerei mai di compiere, tanto più in pubblico e nella consapevolezza delle mie mansioni») altrimenti lo avrebbero massacrato di botte, gli hanno consigliato di cambiare strada, invito che lui non ha avuto intenzione di seguire e, anzi, a cui ha risposto di «fare attenzione alle parole, ché avrei chiamato i carabinieri».
È andata avanti per un po’ (e, alla fine, il docente ha davvero fatto denuncia in commissariato), tuttavia, a ben vedere, il punto, non è nemmeno quello.
Non è successo l’irreparabile, nessuno è arrivato alle mani, è già qualcosa: ma non cambia di una virgola la gravità dell’accaduto.
Primo perché è inaccettabile intimidire chicchessia per strada (o al lavoro o allo stadio o ovunque si trovi) solo per quello che pensa e (legittimamente) magari esprime; secondo perché, nel caso specifico, il prof Biosa non ha detto nient’altro che il vero.
Hamas è un guazzabuglio di tagliagole, miliziani, bombaroli, kamikaze, reclutatori del peggiore (anche se non ne esiste uno migliore) terrorismo che infetta il Medioriente. È la costola gazawa dei Fratelli Musulmani, è un’organizzazione che ha nel suo statuto il rifiuto di «qualsiasi alternativa alla piena e completa liberazione della Palestina dal fiume al mare» (articolo 20, il quale significa una cosa sola: cioè la volontà di distruggere lo Stato ebraico), è l’avamposto dell’Iran alle porte di Israele, è sulla lista nera di Ue, Usa, Uk, Svizzera, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Giappone e Argentina: Hamas è talmente violenta e totalizzante e indecente che nemmeno l’Anp, l’Autorità nazionale palestinese di Abu Abbas, che proprio un club di stinchi di santo non è, la può soffrire.
Negare tutto questo, “simpatizzare” per Hamas, spaventare e incombere su chi si limita a raccontare quel che rappresenta sul serio, è l’ammonizione di Orwell in 1984: «Libertà è la libertà di dire che due più due fa quattro» (e va da sè che, nel 2025, se non ci diamo una mossa, questa libertà la perderemo). È anche il segno dei tempi e di una china sempre più pericolosa: vent’anni fa nessuno, quantomeno in Occidente, si sarebbe sognato di “provare ammirazione” per Al-Qaida; l’antisemitismo di oggi ha sdoganato addirittura questo ulteriore baratro.
A esprimere «piena solidarietà al professor Biosa» è, invece, l’europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi: «Episodi come questo sono segnali chiari di una sempre più preoccupante escalation di violenza contro chi esercita il ruolo educativo e la libertà di espressione garantita dalla Costituzione. Servono misure concrete per garantire la sicurezza del personale scolastico, controlli più severi negli istituti e sanzioni esemplari per chi strumentalizza odio politico o religioso per intimidire.
La scuola deve tornare a essere luogo di formazione, non campo di battaglia ideologici». Già.

 

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