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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
30.09.2025 I clown della flottiglia e i Don Abbondio del governo
Commento di David Elber

Testata: Informazione Corretta
Data: 30 settembre 2025
Pagina: 1
Autore: David Elber
Titolo: «I clown della flottiglia e i Don Abbondio del governo»

I clown della flottiglia e i Don Abbondio del governo
Commento di David Elber 

 
David Elber

La Global Sumud Flotilla si prepara a compiere un atto illegale: il forzamento del blocco navale israeliano su Gaza. Il blocco è infatti perfettamente legale, lo ha anche ribadito l'ONU e il suo forzamento è un crimine. Il governo Meloni, per questo, dovrebbe essere molto più deciso. Infatti, come recita il nostro Codice Penale: chiunque, senza l'approvazione del Governo, compia arruolamenti o altri atti ostili contro uno Stato estero, esponendo l'Italia al pericolo di guerra, è punito con la reclusione da sei a diciotto anni; se la guerra avviene, la pena è l'ergastolo.

Con l’approssimarsi dei gitanti pacifinti alle coste israeliane, le cronache dei giornali si sono riempite di commenti a favore (tantissimi) o contrari (pochi) a questa allegra combriccola sempre più intenzionata a commettere una palese violazione delle norme internazionali: la rottura del blocco navale israeliano. Ora vediamo perché si può parlare di violazione delle norme del diritto internazionale.

Per prima cosa è da rimarcare che per gli Stati è perfettamente lecito attuare un blocco navale di un territorio ostile. Tale pratica è stata ampiamente utilizzata dagli Stati in guerra durante i conflitti. Va sottolineato che questa è una misura di guerra non violenta, ma pur sempre una misura di guerra e la sua violazione può ricadere nelle azioni ostili, fino a diventare un’aggressione vera e propria ai danni dello Stato che attua il blocco navale. Le principali norme che regolano un blocco navale si trovano disciplinate nella Dichiarazione di Londra del 1909 (Leggi navali in tempo di guerra) e nella Dichiarazione di Sanremo del 1995 (Legge internazionale dei conflitti di mare) oltre che nel diritto consuetudinario. Israele, nell’attuare il blocco, si è sempre attenuto alle disposizioni disciplinate dal diritto internazionale. Tanto è vero che perfino l’Onu l’ha riconosciuto. Infatti, la Commissione Palmer istituita dall’Onu dopo il tragico caso della nave turca Mavi Marmara del 2010, dichiarò che il blocco israeliano era perfettamente legale. Nel suo rapporto al paragrafo 164 (punti 4 e 5) si legge: « 4. Le navi umanitarie dovrebbero consentire l'ispezione e fermarsi o cambiare rotta quando richiesto. 5. I tentativi di violare un blocco navale imposto legalmente mettono a rischio la nave e le persone a bordo. Qualora uno Stato venga a conoscenza che i suoi cittadini o le sue navi di bandiera intendono violare un blocco navale, ha la responsabilità di adottare misure proattive compatibili con i diritti e le libertà democratiche per avvertirli dei rischi connessi e per cercare di dissuaderli dal farlo.»

Quindi come chiaramente si evince dal report dell’Onu, non solo le navi devono consentire l’ispezione o cambiare rotta se richiesto dalle autorità israeliane, ma le autorità degli Stati, i cui cittadini si apprestano a violare un blocco navale, devono “avvertirli dei rischi connessi per cercare di dissuaderli dal farlo”. Cosa fa il governo italiano per cercare di dissuaderli? Li scorta con le navi della marina militare…  

Oltre a questo, Israele agisce anche in base alle disposizioni pattuite con i palestinesi con gli Accordi di Oslo. Nella fattispecie Oslo II, primo protocollo, dove si legge:

Articolo XIV

Sicurezza lungo la costa fino al Mar di Gaza

Paragrafo b (4)

«Nell'ambito delle responsabilità di Israele in materia di sicurezza e protezione all'interno delle tre Zone di Attività Marittima (MAR), le navi della Marina Militare israeliana possono navigare in queste zone, se necessario e senza limitazioni, e possono adottare tutte le misure necessarie contro le imbarcazioni sospettate di essere utilizzate per attività terroristiche o per il contrabbando di armi, munizioni, droga, merci o qualsiasi altra attività illegale. La Polizia Palestinese sarà informata di tali azioni e le conseguenti procedure saranno coordinate tramite il Comando di Polizia.»

Per quanto detto, è chiaro che il diritto internazionale è dalla parte di Israele. Poi, la pretesa scusa della consegna “aiuti umanitari” per violare il blocco navale non regge, tanto più che la quantità di materiale trasportata è semplicemente ridicola: il totale degli “aiuti” trasportati è meno di quella trasportata con un singolo camion che quotidianamente entra a Gaza. Inoltre, Israele ha più volte offerto la possibilità di trasbordare il carico in un porto israeliano e far giungere il “prezioso” carico a Gaza tramite uno dei vari passaggi aperti tra Israele e Gaza. Offerta declinata dai velisti per mere ragioni politiche, perché il loro vero intento è quello di creare uno scontro con le autorità israeliane per infiammare ulteriormente l’opinione pubblica contro lo Stato ebraico.

Va anche ricordato che l’articolo 244 del Codice Penale, prevede che chiunque, senza l'approvazione del Governo, compia arruolamenti o altri atti ostili contro uno Stato estero, esponendo l'Italia al pericolo di guerra, è punito con la reclusione da sei a diciotto anni; se la guerra avviene, la pena è l'ergastolo. La norma disciplina anche le conseguenze di atti meno gravi che turbano le relazioni diplomatiche o espongono lo Stato a rappresaglie. Cosa fa il governo Meloni per far rispettare le norme del codice penale italiano, nella fattispecie verso degli “atti ostili” contro uno Stato amico? Avvisa i partecipanti italiani compresi i parlamentari della punibilità del loro scellerato gesto? No! li scorta invece con le navi della marina militare.

Che la sovranità territoriale di uno Stato sia minacciata, da un branco di idioti in cerca di pubblicità, con l’appoggio della marina militare (italiana e spagnola), dei media e della politica, è un fatto gravissimo che descrive bene a che livello si è arrivati in Europa.

È semplicemente vergognoso che la marina militare italiana debba scortare una flottiglia di fiancheggiatori (più o meno consapevoli) di terroristi camuffati da pacifisti. Che il governo italiano presti il fianco ad una azione illegale, con la marina militare, è un nuovo capitolo di abisso morale nel quale si è spinto il governicchio dei due Don Abbondio Crosetto/Tajani ma ormai non sorprende più nulla. Ma perché i contribuenti devono pagare il costo di navi militari e lauti stipendi di parlamentari per azioni illegali? È come se dei banditi volessero rapinare una banca per un “esproprio proletario” e chiedessero l’appoggio delle forze dell’ordine per compiere il loro crimine e lo Stato, anziché bloccare l’illegalità, li scortasse. Perché il governo italiano anziché fare tutto ciò in suo potere per bloccare questa pagliacciata che potrebbe trasformarsi in tragedia (vero scopo della missione), scorta degli irresponsabili intenti a commettere un reato? Siamo davvero nel mondo al contrario dei Don Abbondio.


takinut3@gmail.com

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