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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
29.09.2025 Israele a Gaza sta vincendo
Analisi di Maurizio Stefanini

Testata: Libero
Data: 29 settembre 2025
Pagina: 4
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: «Hamas non trova più reclute. Israele a Gaza sta vincendo»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 29/09/2025, a pag. 4, con il titolo "Hamas non trova più reclute. Israele a Gaza sta vincendo" l'analisi di Maurizio Stefanini.

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Maurizio Stefanini

I telegiornali mostrano solo immagini strappalacrime di bambini palestinesi e civili in fuga, ma come sta andando, sul terreno, l'operazione Carri di Gedeone lanciata dall'IDF a Gaza? Sta andando bene. Gli obiettivi vengono raggiunti più in fretta del previsto, le perdite ci sono, ma sono molto meno di quelle temute e Hamas è a corto di uomini.

Il 21 enne sergente maggiore Chalachew Shimon Demalash, ucciso giovedì da un cecchino, sarebbe stata la seconda vittima subita dall’Idf nella nuova offensiva nella città di Gaza, secondo Israele. Pure secondo Israele, agenti di Hamas hanno tentato di lanciare un missile antiaereo contro un elicottero dell’aeronautica militare israeliana sopra la città di Gaza, senza riuscire a colpirlo. Senza conferme, le Brigate Al-Qassam di Hamas aggiungono di avere distrutto un carro armato israeliano Merkava con un missile Yassin 105 nell’area di Tel al-Hawa, a sud della stessa città di Gaza. Sarebbe comunque un costo minimo, nel momento in cui 200mila dei 400mila abitanti che erano restati hanno evacuato le loro case in tre giorni: ma diventano 700mila in tutta la Striscia gli abitanti che si sono avviati verso la “zona umanitaria” designata da Israele nel sud di Gaza, secondo le stime dell’Idf citate dal Times of Israel. Ciò «è in contrasto con la descrizione che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu fa di Gaza City come l’ultima roccaforte di Hamas», ha commentato il sito israeliano Ynet Global. «I militari hanno affermato che, in pratica, non esistono più roccaforti fisse nel senso convenzionale del termine».

GLI OBIETTIVI

L’Idf ha affermato anche che l’aeronautica militare israeliana ha colpito oltre 170 obiettivi nella Striscia di Gaza nei giorni scorsi, mentre le truppe avanzavano ulteriormente nella città. A Gaza, la 98esima Divisione ha diretto attacchi con droni su circa 20 obiettivi, tra cui un agente terroristico che stava pianificando un attentato, altri uomini armati e un deposito di armi, ha affermato l’Idf.
Anche la 162esima e la 36esima divisione sono operative a Gaza City e, nei giorni scorsi, hanno ucciso altri agenti e distrutto infrastrutture utilizzate da gruppi terroristici, ha afferma l’esercito. Da ciò alcuni commenti che rimbalzano deducono che l’operazione “Carri di Gedeone”, come è stata battezzata, starebbe procedendo con una velocità che supera ogni più rosea aspettativa. L’operazione era stata osteggiata dai comandi militari di Israele per gli alti rischi per l’esercito di trovarsi invischiato in una lunga guerra urbana, ma il temuto reclutamento di nuovi effettivi da parte di Hamas e la riorganizzazione operativa del gruppo terroristico sarebbero stati solo propaganda, e l’esercito israeliano sarebbe oramai vicino ad avere il controllo della città, con perdite di qualche decina di unità a fronte delle centinaia o migliaia temute. Ovviamente, però, sono impressioni che gli esperti valutano con cautela.

TERRORISTI AL MINIMO

Colonnello della riserva e analista militare indipendente dopo esserlo stato per 12 anni presso il Comando Nato Nrdc Italy di Solbiate Olona (ovvero il comando multinazionale di corpo d’armata ad alta prontezza operativa), Orio Giorgio Stirpe ha anche lui la sensazione che Hamas come forza combattente stia al minimo: «Ora è un problema esclusivamente politico», ha spiegato.
Israeliano esperto di sicurezza, antiterrorismo militare e strategia militare titolare di un seguitissimo canale Telegram sul tema, Lion Udler ritiene invece che «le operazioni vengono condotte molto lentamente a causa della presenza di una parte degli ostaggi in città e, pertanto, bisogna procedere con molta cautela per non colpirli. Si tratta quindi di un’operazione militare assolutamente necessaria visto che l’organizzazione terroristica si rifiuta di rilasciare gli ostaggi, ma allo stesso tempo molto rischiosa». Insomma, «le truppe dell’Idf evitano in questo momento le zone dove c’è certezza sulla base di informazioni di intelligence della presenza di ostaggi, ma ad un certo punto si dovrà affrontare anche quelle, procedendo presumibilmente con le forze speciali di antiterrorismo nel tentativo di liberare uno o più ostaggi presenti in città. Se, dopo le operazioni a Gaza City, l’organizzazione terroristica non si arrenderà, bisognerà procedere ancora nei campi centrali come Al Bureij, Al Nuseirat e Deir Al Balah. Stiamo parlando di un’organizzazione terroristica di matrice jihadista, fondamentalista e molto estremista - ha sottolineato l’esperto- che non considera minimamente la morte come un male, anzi, sono persone che elogiano la morte e pregano per essa».
E ha aggiunto: «Hamas è oggi un’organizzazione terroristica più ridotta del passato, ma tutt’ora ci sono ancora migliaia di terroristi che in città combattono come formazioni paramilitari e non in modo isolato. Come fanno nel resto della Striscia di Gaza, dove sono già stati sconfitti come un’organizzazione organizzata ma continuano con attacchi di guerriglia».

 

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