Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Violenza rossa all’aeroporto di Torino Cronaca di Massimo Sanvito
Testata: Libero Data: 28 settembre 2025 Pagina: 3 Autore: Massimo Sanvito Titolo: «Nuova vergogna pro-Pal: polizia presa a sassate per bloccare l’aeroporto»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 28/09/2025, a pag. 3, con il titolo "Nuova vergogna pro-Pal: polizia presa a sassate per bloccare l’aeroporto", la cronaca di Massimo Sanvito
I pro-Pal vogliono bloccare anche i voli. Assalto all'aeroporto di Torino, violenti scontri con la polizia. Dimmi come protesti e ti dirò chi sei: metodi terroristici a sostegno dei terroristi di Hamas
La celere sbarra la strada tra Torino e Borgaro lungo il tragitto che porta all’aeroporto Sandro Pertini. Di fronte 1.500 manifestanti sorvegliati anche da un elicottero in sorvolo: sventolano le bandiere della Palestina, quelle di Potere al Popolo e quelle di Cambiare rotta. In testa, a tenere lo striscione “Blocchiamo tutto”, ci sono giovani ragazze. Sono pochi centimetri a dividere i due schieramenti. «Siete pregati di farci passare. Siamo pronti alla violenza di ogni tipo», dicono i pro-Pal al megafono. I reparti mobili non si muovono. «Vergogna, vergogna!». I decibel salgono.
Poi scatta l’assalto. Da dietro volano bottiglie di vetro, petardi, sassi e fumogeni contro i poliziotti che indossano maschere antigas. La risposta è immediata: scudi a protezione e manganellate a disperdere i violenti. Sono due le cariche. Poi tocca all’idrante e ai lacrimogeni per mettere a distanza di sicurezza gli antagonisti.
Che fanno marcia indietro e puntano verso il centro del capoluogo: durante il percorso, verso un balcone che espone una bandiera israeliane, parte anche un lancio di bottiglie. In corso c’è il “Salone dell’auto” e i manifestanti arringano: «Dai suv ai carri armati blocchiamo tutto». La sfilata delle super car verrà annullata.
A Borgaro Torinese, invece, c’è un secondo concentramento - 50 persone, famiglie con bambini - per cercare di rompere il fronte dei controlli delle forze dell’ordine. Vogliono raggiungere lo stabilimento della Leonardo ma il presidio delle divise è imponente, dunque si incamminano per i campi di mais e raggiungono le recinzioni dell’aeroporto. Saranno allontanati dalla polizia e il traffico aereo, per fortuna, non ne risentirà. «Ci sono dieci feriti tra noi», faranno poi sapere i pro-Pal: tutti medicati in un’auto sanitaria fai da te, allestita per il corteo, con ghiaccio e disinfettanti. Tra i poliziotti, invece, di feriti se ne contano due. «Chi blocca servizi essenziali e attacca le forze dell’ordine deve essere perseguito senza esitazioni», commenta il senatore di Forza Italia Roberto Rosso. La Lega, per voce della vicesegretaria Silvia Sardone e della deputata Elena Maccanti, attacca: «I centri sociali sono realtà che sarebbero da chiudere senza tanti tentennamenti». Anche la deputata di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli, non ha dubbi: «Si rifletta su chi sta dando copertura politica e forza a questa gente senza mai una parola di distanza».
Il serpentone era partito da piazza Crispi e aveva come obiettivo quello di paralizzare l’aeroporto. «Bloccare Torino Caselle significa apportare un danno economico a uno dei punti nevralgici della viabilità nazionale e internazionale. Significa opporsi a continui voli verso Tel Aviv, voli che permettono ai soldati di atterrare in Italia per riposarsi dal genocidio», il delirio dei pro-Pal. E ancora: «A noi non basta che gli aiuti della Flotilla arrivino a Gaza, noi vogliamo che si fermi il genocidio». C’era anche un bambino col viso coperto da una kefiah con sopra disegnata una fionda da Intifada. E poi uno striscione con la scritta “Fermiamo il Terzo Reich israeliano che ammazza i bambini e i giornalisti”. Oltre all’ordine pubblico- i negozi a Caselle e a Borgaro sono rimasti chiusi e sono state sospese pure le feste patronali-, anche la viabilità ne ha risentito per colpa dei professionisti del disordine. Un gruppo di ciclisti pro-Pal, infatti, mentre infuriavano gli scontri è riuscito a imboccare la tangenziale e occupare lo snodo autostradale per Caselle. Per poi raddoppiare un’ora più tardi, bloccando entrambe le carreggiate del raccordo e costringendo le autorità a chiudere l’uscita per Caselle centro. Nella zona dell’aeroporto, poi, scene surreali: i viaggiatori, per non perdere il volo, hanno dovuto camminare in mezzo alla strada per raggiungere gli imbarchi. E disagi pure a Padova, dove trecento manifestanti hanno sfilato sulla tangenziale per quasi un chilometro.
Ora gli occhi sono puntati sulla grande manifestazione di sabato prossimo a Roma. Il viaggio della Flotilla è l’ago della bilancia: in caso di altri attacchi, veri o presunti, l’asticella della violenza nelle piazze è destinata a salire.
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