Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Gli iraniani sfilano a New York contro il regime. Cresce la protesta internazionale dei dissidenti Commento di Ghazal Afshar
Testata: Il Riformista Data: 27 settembre 2025 Pagina: 6 Autore: Ghazal Afshar Titolo: «Gli iraniani sfilano a New York contro il regime. Cresce la protesta internazionale dei dissidenti»
Riprendiamo dal RIFORMISTA, di oggi, 27/09/2025, a pagina 6, il commento di Ghazal Afshar dal titolo "Gli iraniani sfilano a New York contro il regime. Cresce la protesta internazionale dei dissidenti".
Ghazal AfsharLa protesta dei dissidenti iraniani all'estero, a New York, all'inizio della sessione dell'Assemblea Generale dell'Onu. La rivolta contro il regime degli ayatollah non si placa, nonostante gli arresti di massa e il terrore indiscriminato.
Il 23 e 24 settembre, in concomitanza con l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, si è tenuto il più grande raduno di iraniani negli Stati Uniti, promosso dall’Organizzazione delle Comunità Iraniane Americane (OIAC) e dal Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI).
Iraniani provenienti da oltre 40 Stati si sono uniti a New York per dire no all’appeasement, no al progetto nucleare dei mullah, no alla guerra all’estero.
Già il 6 settembre scorso, decine di migliaia di iraniani si erano radunati a Bruxelles e avevano dichiarato il loro sostegno alla “Terza Opzione”: un cambio di regime da parte del popolo iraniano e della resistenza organizzata.
Di recente, in diverse parti di Manhattan, si sono tenuti raduni, manifestazioni di strada e veglie per protestare contro la presenza del presidente Masoud Pezeshkian.
Nel suo primo anno di amministrazione sono state registrate più di 1.670 esecuzioni.
Le rivolte a livello nazionale dal 2018 hanno scosso le fondamenta del regime, mentre l’Iran affronta crisi come continue interruzioni di corrente e carenza idrica.
Per fare fronte a questa dilagante crisi, Khamenei e le sue forze repressive hanno risposto con un’ondata di esecuzioni senza precedenti, tra cui 170 solo ad agosto, e arresti di massa di attivisti, 21mila solo negli ultimi mesi.
I media statali avvertono di una ripetizione del massacro del 1988, un crimine in cui oltre 30mila prigionieri politici (il 90% dei quali membri dei Mojahedin del Popolo Iraniano/MEK) furono giustiziati nel giro di pochi mesi in seguito alla fatwa di Khomeini.
Il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sull’Iran, Javaid Rehman, nel luglio 2024 lo ha descritto come “genocidio” e “crimine contro l’umanità”.
Un’altra consueta arma utilizzata dal regime, questa volta per minacciare l’Occidente, è l’accelerazione del suo programma nucleare.
Il 28 agosto i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito hanno inviato una lettera al Segretario Generale delle Nazioni Unite attivando il meccanismo di snapback.
Dopo un periodo di 30 giorni, chiedono il ripristino delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sospese ai sensi dell’accordo sul nucleare del 2015 (JCPOA), e l’applicazione del Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, considerando di fatto il regime iraniano una reale minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale.
Concedere al regime ulteriori scadenze sulla questione nucleare non farà che peggiorare la crisi, incoraggiando Teheran, con le sue esecuzioni e la sua spinta verso le armi nucleari, a spianare la strada a ulteriori guerre e destabilizzazione dell’area mediorientale.
Ed è per questo che decine di migliaia di iraniani si sono riversati nel cuore dell’Europa a Bruxelles nei giorni scorsi, ed è per lo stesso motivo che altre migliaia di iraniani da tutto il mondo hanno aderito al Free Iran New York Rally per sostenere la “Terza Opzione” presentata da Maryam Rajavi, presidente eletta del CNRI, unica e reale alternativa a questo regime: un cambio di regime da parte del popolo e della sua resistenza organizzata.
Ora più che mai è giunto il momento di sostenere la lotta di milioni di coraggiosi giovani e donne iraniane.
Un Iran libero non è più un sogno, ma una realtà ogni giorno più vicina e concreta.
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