Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Il discorso di Netanyahu all’Onu Cronaca di Amedeo Ardenza
Testata: Libero Data: 27 settembre 2025 Pagina: 6 Autore: Amedeo Ardenza Titolo: ««Riconoscere la Palestina? Come farlo con al Qaeda»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 27/09/2025, a pag. 6, con il titolo "Riconoscere la Palestina? Come farlo con al Qaeda", la cronaca di Amedeo Ardenza.
Netanyahu, all'Onu, ha spiegato perché non è giusto e non ha senso riconoscere la Palestina. Sarebbe come riconoscere uno Stato terrorista, governato da Al Qaeda.
Fra l’ingresso di Netanyahu davanti all’Assemblea e il momento in cui ha potuto parlare sono passati diversi minuti di strepiti, fischi, qualche battimano isolato mentre con plateale lentezza decine e decine di delegati uscivano dalla grande sala a segnalare il proprio rifiuto di ascoltare il primo ministro dello stato degli ebrei.
Tra le delegazioni artefici del boicottaggio, si segnalano quelle di Iran, Turchia, Indonesia, Pakistan, Malesia, Kuwait.
Due le colpe: quella della nazione-Israele è esistere (da cui il bollino di stato di apartheid); e quella del suo capo di governo è resistere, rispondendo colpo su colpo (da cui l’accusa di essere un leader genocidario) alla campagna di annientamento lanciata il 7 ottobre del 2023 dal nemico iraniano e da una pletora di suoi alleati in Medio Oriente. La contestazione fra lo sventolio di bandiere aveva raggiunto Bibi anche fuori dal Palazzo di Vetro ma neppure la gazzarra al suo interno – derubricata dall’ambasciatore israeliano all’Onu a «una messinscena ordita dall’Autorità palestinese a New York», ha impressionato il capo del governo di Gerusalemme. «Mi rivolgo alle famiglie dei nostri cari ostaggi che sono ancora nei tunnel di Gaza», ha esordito Bibi, passando subito a parlare delle minacce iraniana costituta «dal programma nucleare e dal programma missilistico di Teheran».
Quindi ha ringraziato l’amministrazione Trump e ricapitolato le vittorie israeliane nella regione usando al solito dei cartelli dai quali ha cancellato uno a uno con il pennarello nero i nemici già eliminati.
Ma la minaccia non è stata debellata, ha proseguito: «Noi ricordiamo il tentativo di cancellarci il 7 ottobre.
Potete farlo anche voi usando questo codice QR», ha detto indicando una spilla sulla sua giacca. Quindi ha nominato i 20 ostaggi ancora in vita (dei 48 che Hamas ha sequestrato ormai due anni fa) e ha ancora sorpreso l’Assemblea Generale semideserta: «Voglio fare una cosa mai fatta prima: voglio parlare direttamente agli ostaggi; ho fatto circondare Gaza da altoparlanti collegati a questo microfono nella speranza che mi possano sentire». Quindi in ebraico e poi in inglese ha scandito: «Nostri eroi coraggiosi, sono il primo ministro Netanyahu e vi parlo dalle Nazioni Unite: non vi abbiamo dimenticato neanche per un istante, il popolo d’Israele è con voi e non avremo pace fino a che non vi riporteremo tutti a casa». Bibi ha una volta ancora respinto l’accusa di genocidio: «È vero il contrario: facciamo di tutto per salvare vite umane: da tre settimane stiamo bombardando di Gaza City, una delle due ultime roccaforti di Hamas, di volantini e messaggi di testo avvertendo la popolazione di lasciare l’area. Hamas fa il contrario, forzando i gazawi a restare in zona: per noi ogni morte di un civile è una tragedia, per i terroristi è una strategia».
ANTISEMITISMO Quindi ha interrogato i presenti: «Se volessimo un genocidio credete davvero che domanderemmo ai gazawi di allontanarsi prima che arrivi il nostro esercito?». Poi l’accusa: «La stessa Onu ha riconosciuto che Hamas ha rubato l’85% degli aiuti umanitari per i palestinesi: chi ci accusa oggi di genocidio non è meglio di chi nel Medioevo accusava gli ebrei di diffondere la peste o di omicidio rituale». Il capo del governo ha poi puntato il dito contro il rinascente antisemitismo su scala gobale «alimentato da queste accuse».
Ma soprattutto c’è chi continua a premiare Hamas, ha poi detto rivolto a Francia e Regno Unito che hanno riconosciuto la Palestina. «Ma il problema non è la mancanza di uno stato palestinese bensì il rifiuto dei palestinesi di riconoscere lo stato ebraico a scatenare la guerra». Rifiuto che, ha sottolineato Bibi, riguarda tanto Hamas «quanto i sedicenti moderati di Ramallah, che pagano pensioni a chi uccide ebrei». «Noi – ha concluso rivolto ai paesi occidentali – non ci faremo imporre uno stato palestinese perché voi non avete il coraggio di affrontare la stampa ostile e le manifestazioni antiisraeliane».
Bibi non si è fermato qui: «Quasi il 90% dei palestinesi ha festeggiato l'attacco del 7 ottobre. Hanno ballato sui tetti, distribuito caramelle. Questo sia a Gaza che in Cisgiordania. È il modo in cui hanno celebrato un altro orrore, l'11 settembre. Sapete quale messaggio hanno inviato ai palestinesi i leader che hanno riconosciuto uno Stato palestinese questa settimana? È un messaggio molto chiaro.
Uccidere gli ebrei paga».
Sul piano pratico ha poi parlato delle possibilità realistiche di pace con la Siria, «con il cui governo stiamo parlando di sicurezza» e con il Libano: «Mi compiaccio dell’obiettivo dichiarato del suo governo di disarmare Hezbollah e chiedo a Beirut di avviare negoziati diretti con Israele». Quelli rimasti ad ascoltare hanno applaudito.
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