mercoledi` 24 settembre 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



Clicca qui






Setteottobre Rassegna Stampa
24.09.2025 La magistratura pro-Pal va ricusata
Commento di Aldo Torchiaro

Testata: Setteottobre
Data: 24 settembre 2025
Pagina: 1
Autore: Aldo Torchiaro
Titolo: «La magistratura pro-Pal va ricusata»

Riprendiamo dal magazine online di SETTEOTTOBRE, il commento di Aldo Torchiaro, dal titolo: "La magistratura pro-Pal va ricusata"

File:Aldo Torchiaro.png - Wikipedia
Aldo Torchiaro

Magistratura Democratica, la corrente di sinistra dei magistrati, ha promosso formalmente iniziative di condanna del cosiddetto “genocidio in Palestina”. Le ipotesi discusse: lettura di comunicati in udienza, coordinamento con scioperi, boicottaggio di aziende italiane ed estere collegate con Israele. E questi sarebbero giudici. Cosa accadrà quando ci sarà un processo che coinvolge cittadini italo-israeliani o anche ebrei italiani?

È, sin dall’antichità classica, il primo comandamento della giustizia: chi veste la toga non deve soltanto essere imparziale, deve anche apparirlo. È la barriera che protegge il cittadino quando entra in aula, la garanzia che chi giudica non è mosso da passioni, appartenenze, ideologie. Eppure oggi questa barriera sembra sgretolarsi. Perché una parte della magistratura italiana, quella che si riconosce in Magistratura Democratica, appare sempre più indistinguibile da un collettivo dei centri sociali. Non una corrente culturale, ma una militanza travestita da ruolo togato.

Ieri il Consiglio nazionale di MD, riunitosi a Roma, ha deliberato un mandato formale ai propri rappresentanti nell’Associazione Nazionale Magistrati per promuovere iniziative di condanna del cosiddetto “genocidio in Palestina”. Le ipotesi discusse parlano chiaro: lettura di comunicati in udienza, coordinamento con scioperi, boicottaggio di aziende italiane ed estere collegate con Israele. Non siamo più nel campo della libertà di opinione individuale, ma in quello dell’azione organizzata. Azione che, inevitabilmente, cancella il principio di imparzialità.

Quando un magistrato si schiera così, non prende posizione contro un premier o una coalizione di governo. Prende posizione contro un popolo intero. Israele non è Netanyahu, come il cittadino ebreo che denuncia un’aggressione non è la politica di Gerusalemme. Eppure il ragionamento che circola nei corridoi di MD è questo: colpevole Israele in quanto tale. Un riflesso condizionato che cancella la presunzione di innocenza e sostituisce la toga con una bandiera.

Siamo davanti a un fenomeno ancora più grave: in sede pre-politica scatta la condanna automatica di chi osa stare dalla parte di Israele. Non è il confronto tra partiti, non è il dibattito parlamentare: è la postura “etica” di giudici che dovrebbero astenersi da ogni partigianeria. L’interpretazione del codice di procedura penale non può trasformarsi in quella dei fatti, cruenti e controversi, che insanguinano il Medio Oriente e addolorano i cittadini israeliani così come quelli palestinesi, vittime entrambi di Hamas.

Come potrà sentirsi un ebreo che, andando in aula per la causa intentata contro un pro-Pal che ha vandalizzato – poniamo ad esempio – le vetrine del suo negozio, si troverà ad essere giudicato da un magistrato di MD? Quale fiducia potrà avere, se la toga di fronte a lui non appare come simbolo di terzietà ma come strumento di lotta politica?

La stessa idea di promuovere boicottaggi economici è un salto nel buio: un magistrato che si fa promotore di discriminazioni commerciali non esercita un ruolo civile, ma politico. E lo fa senza alcun mandato democratico, sfruttando invece l’autorità che la Costituzione gli affida. È un abuso simbolico, che mina la fiducia nella giustizia più di qualsiasi ritardo processuale.

C’è poi un punto che riguarda direttamente la comunità ebraica italiana. D’ora in poi, un querelante ebreo ha tutto il diritto di ricusare la corte se in collegio siede un magistrato di MD. È un diritto sacrosanto: non esiste presupposto di imparzialità se chi giudica ha già deliberato, in assemblea politica, la condanna di Israele. Non si tratta di ipotesi astratte: è la realtà che scaturisce dalle delibere di ieri.

Il paradosso è evidente: MD predica la difesa dei diritti umani universali, ma li applica in modo selettivo. Silenzio su regimi che perseguitano minoranze e donne, clamore solo quando c’è di mezzo Israele. Una giustizia che sceglie il bersaglio a tavolino non è più giustizia: è militanza.

Non si tratta di limitare la libertà di pensiero dei magistrati, ma di difendere la credibilità stessa della giurisdizione. Se Magistratura Democratica vuole occuparsi di politica estera, fondi un partito. Se vuole guidare campagne di boicottaggio, si presenti alle elezioni. Ma finché i suoi iscritti indossano la toga, hanno il dovere di rappresentare la neutralità dello Stato, non le parole d’ordine di un corteo.

Il rischio, altrimenti, è devastante: che la giustizia perda la sua ultima ragione d’essere, la fiducia dei cittadini. E senza fiducia, non c’è processo, non c’è sentenza, non c’è giustizia che tenga.

 


info@setteottobre.com

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT