Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
La mattanza dei cristiani dimenticati dall’Occidente Analisi di Andrea Morigi
Testata: Libero Data: 24 settembre 2025 Pagina: 11 Autore: Andrea Morigi Titolo: «La mattanza dei cristiani dimenticati dall’Occidente»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 24/09/2025, a pag. 11 con il titolo "La mattanza dei cristiani dimenticati dall’Occidente", l'analisi di Andrea Morigi.
Andrea Morigi
Strage di cristiani in Congo, ad opera degli islamisti dell'ADF. Solo l'ultima di una lunghissima serie di persecuzioni dei cristiani in Africa e in Asia, che non fanno assolutamente notizia. Eppure i numeri sono impressionanti: sono ben 380 milioni i cristiani perseguitati nel mondo.
Se fossero stati preti condannati per abusi sessuali, furto e vita disordinata, le loro vicende avrebbero trovato un po’ di spazio. Siccome però sono sacerdoti e laici cattolici africani, bruciati vivi come don David Tanko, morto martire due anni fa nello Stato di Taraba, in Nigeria, o don Augustine Dauda Amadu, parroco della Chiesa dell’Immacolata Concezione di Kenema, in Sierra Leone, assassinato il 30 agosto scorso, sudi loro è calato il silenzio.
Ci sono anche i cristiani perseguitati, ricorda Andrea Delmastro delle Vedove, sottosegretario di Stato alla Giustizia, presidente dell’intergruppo parlamentare per la difesa della libertà religiosa dei cristiani nel mondo e deputato di Fratelli d'Italia, in un appello per gli «oltre 380 milioni di credenti» perseguitati, che «subiscono violenze, discriminazioni e spesso vengono assassinati per la loro fede».
Il sangue continua a scorrere da anni, senza provocare scandalo e reazioni pari a quelli a cui parallelamente si assiste per la guerra a Gaza, anche se in luoghi più periferici rispetto all’attenzione dei mezzi d’informazione. Per testimoniare le dimensioni di umanità e di sofferenza, a Milano nei locali della Fondazione Ambrosianeum, si aprirà il 27 ottobre «Fede e Guerra», una mostra fotografica a cura dell’associazione di fotoreporter Memora. Il focus su Armenia Libano, Myanmar, Nigeria, Siria, permetterà di introdurre poche, ma significative storie sulle quali iniziare a smuovere un po’ d’attenzione, con una modalità partecipativa, attraverso workshop e il progetto di un libro.
Basta puntare il dito a caso su un mappamondo, del resto, per trovare luoghi dove i cristiani subiscono discriminazione in varie forme, da anni. In India le conversioni dall’induismo al cristianesimo scatenano la distruzione di villaggi interi. Una suora cattolica, due membri dello staff del Centro per i servizi sociali della diocesi di Jamshedpur e 19 minori il 19 settembre sono stati fermati dalla polizia in seguito a una denuncia da parte del Vishwa Hindu Parishad – un’associazione della galassia nazionalista indù - che sosteneva che i minori fossero vittime di traffico di esseri umani.
Si danno per scontate le stragi in Africa, come se fossero un meccanismo fisiologico. Tanto che dall’inizio del 2025 si calcola che nella sola Nigeria siano stati uccisi più di 7mila cristiani. Lo sterminio si può compiere anche con il contagocce. Il primo settembre scorso una donna accusata di blasfemia contro l’islam è stata bruciata viva dalla folla nella Nigeria centrale. La polizia locale sostiene che Amaye, la vittima, una venditrice di generi alimentari originaria dello stato di Katsina, nel nord-ovest della Nigeria, si era permessa di dire qualcosa su Maometto. E siccome laggiù la sharia è in vigore insieme al diritto comune in 12 Stati a maggioranza musulmana della Nigeria, la blasfemia è punibile con la morte. In molti casi gli accusati vengono uccisi sul posto in attacchi di massa senza passare attraverso un procedimento legale.
La legge coranica aveva già tolto la vita a un macellaio nella città settentrionale di Sokoto, lapidato a morte nel giugno 2023 e a uno studente universitario cristiano era stato ucciso da studenti musulmani un anno prima, entrambi in seguito ad accuse di blasfemia.
Il 5 settembre almeno 55 persone sono state uccise nel nord-est della Nigeria in un attacco sferrato da terroristi jihadisti, arrivati in motocicletta sparando con fucili d’assalto e incendiando case. «Sono arrivati gridando, sparando a chiunque capitasse a tiro», ha detto all’Afp Malam Bukar, fuggito in campagna con la moglie e i tre figli. «Quando siamo tornati all'alba, c'erano cadaveri ovunque». «Il governo ci aveva detto che saremmo stati al sicuro qui», ha detto Hajja Fati, madre di cinque figli che ha perso il fratello nell’attacco. L’area è sotto il controllo di un comandante di Boko Haram, Ali Ngulde, e secondo una fonte delle forze di sicurezza citata dall’Afp sarebbe stato lui a guidare l’attacco.
Contarli tutti sembra un’impresa impossibile. Eppure una commissione vaticana composta da storici, teologi ed esperti ha documentato le vicende di oltre 1.600 uomini e donne uccisi negli ultimi 25 anni a causa della loro fede cristiana. È il completamento, sostenuto da Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), della ricerca avviata in occasione del Grande Giubileo del 2000 su richiesta di san Giovanni Paolo II. Per rendere omaggio a questi testimoni della fede, il 14 settembre Papa Leone XIV davanti a rappresentanti di tutte le confessioni cristiane nella Basilica romana di San Paolo fuori le Mura, ha ricordato il loro sacrificio meditando sull’impressionante risultato svolto in diciotto mesi di indagini. La Commissione ha identificato 1.624 casi di cristiani uccisi in odio alla fede tra il 2000 e il 2025: 643 in Africa subsahariana, 357 in Asia e Oceania, 304 nelle Americhe, 277 in Medio Oriente e Maghreb e 43 in Europa. E i dati raccolti non sono ancora definitivi.
Ci sono 200 fedeli massacrati negli attentati della Pasqua 2019 in Sri Lanka, come i sette religiosi anglicani della Melanesian Brotherhood uccisi nelle Isole Salomone nel 2003; l’elenco prosegue con padre Ragheed Ganni, assassinato dall’Isis a Mosul nel 2007, con il piccolo Abish Masih, vittima a 10 anni di un attentato in Pakistan nel 2015, i 21 copti decapitati in Libia nello stesso anno; le Missionarie della Carità trucidate ad Aden nel 2016; il fratello lasalliano Paul McAuley, ucciso in Amazzonia nel 2019.
Chissà se meriteranno una citazione anche i perseguitati come mons. Placidus Pei Ronggui, vescovo clandestino della diocesi cattolica di Luoyang, morto il 6 settembre a 91 anni dopo aver conosciuto più volte il carcere per il rifiuto di aderire al Partito comunista. Alcuni cattolici locali ricordano ad AsiaNews le sue parole: «In Cina mantenere una fede pura porta inevitabilmente alla persecuzione. Ma se soffriamo per testimoniare Dio è comunque una benedizione».
Magari un giorno si potranno inserire anche Charles James Kirk, colpito a morte il 10 settembre scorso nello Utah mentre faceva apostolato o le due vittime dell’attentato alla chiesa dell’Annunciazione di Minneapolis, negli Stati Uniti del 27 agosto scorso. Anche in Occidente i cristiani rischiano la vita. E talvolta la galera, come don Custodio Ballester, di Barcellona, che potrebbe essere condannato a tre annidi carcere per aver scrittto che l’islam radicale vuole distruggere la civiltà cristiana e radere al suolo l’Occidente». È vero, ma non si può più dirlo.
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