Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
I complici del male: in Francia i legami fra sinistra e islamisti Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 24 settembre 2025 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «I complici del male»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 24/09/2025, a pagina 1/III, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "I complici del male".
Giulio Meotti
Un libro di Omar Youssef Souleimane denuncia i legami tra la sinistra radicale francese e gli islamisti. L’ex imam Bruno Guillot conferma la strategia dei Fratelli musulmani di infiltrarsi tramite Mélenchon. Intanto al Museo ebraico di Parigi alcuni accademici boicottano un convegno per i legami con Israele
Il leader della France insoumise, Jean-Luc Mélenchon, ha definito “spaventosamente stupida” la decisione del sindaco di Parigi Anne Hidalgo di proiettare le bandiere israeliana e palestinese sulla Torre Eiffel. Ormai al leader della sinistra radicale francese non va bene neanche la doppia bandiera: vuole solo quella palestinese su tutti i frontoni dei municipi di Francia.
C’è nervosismo all’interno del partito di Mélenchon, che ha cercato di anticipare (per valutare una causa legale) l’uscita presso l’editore Plon di un libro intitolato “Les Complices du mal” (i complici del male), scritto dal giornalista Omar Youssef Souleimane, che rivelerebbe i legami tra alcuni dirigenti della sinistra radicale francese e progetti islamisti che tentano di imporre la sharia.
Ricercato dai servizi segreti del suo paese per il suo lavoro di giornalista contrario alla dittatura di Assad, Souleimane è arrivato in Francia nel 2012, dove ha ottenuto asilo politico e la cittadinanza francese. Questo gli ha permesso di infiltrarsi in numerose manifestazioni e raduni pro Palestina per scrivere la sua inchiesta. “Sono fuggito dalla persecuzione del regime di Assad in Siria per vivere liberamente nella patria dei diritti umani e, tredici anni dopo, mi ritrovo di fronte a politici che vorrebbero mettermi a tacere!”, ha detto Souleimane. Jean-Luc Barré, presidente di Plon, non ha alcuna intenzione di capitolare alle minacce. “Non cederemo alla censura e alle pressioni politiche, altrimenti non ci sarà più libertà di parola”. Martedì i giudici hanno dato ragione all’editore. “Sono scioccato dalla presenza degli islamisti in Francia” scrive Souleimane. “Provenendo dalla Siria, un paese in cui manipolano la società, la cultura e gli esseri umani, mi chiedo: ‘Com’è possibile che in Francia, un paese laico, i fondamentalisti siano così presenti? Che approfittino della democrazia per infiltrare la loro ideologia? La cosa più inquietante è questa alleanza tra islamisti ed estrema sinistra”, che è “semplicemente sconvolgente”, scrive. Souleimane rivela come si sia infiltrato in diverse manifestazioni pro-palestinesi e svela la strategia di un’alleanza elettorale tra la France insoumise e gli islamisti calcolata per ottenere il “voto della comunità musulmana”.
Nel frattempo, l’ex imam salafita Bruno Guillot, intervistato il 13 settembre su Europe1, ha confermato che la strategia dei Fratelli musulmani era quella di entrare nella vita politica francese tramite Mélenchon: “I Fratelli musulmani sono molto consapevoli della situazione in occidente, conoscono molto bene i suoi difetti”. Comprese le nuove parole d’ordine della sinistra radicale.
Intanto è scandalo al Museo di storia dell’ebraismo di Parigi. Cinque accademici hanno annullato la loro presenza al convegno su “Storia ebraica di Parigi, dal Medioevo all’età moderna”. I ricercatori hanno annullato la partecipazione perché un programma di ricerca dell’Università Ebraica di Gerusalemme finanzia il lavoro di una dottoranda. Alcuni hanno sostenuto che la loro adesione equivaleva a sostenere il governo israeliano. Altri ancora hanno fatto riferimento alla guerra a Gaza per mettere in discussione le modalità di organizzazione del convegno. Altri infine si sono ritirati senza fornire motivazioni esplicite. Chi sono? Una professoressa all’Università Paris Cité, un docente presso la Facoltà di Storia di Rouen, un ricercatore presso il Cnrs e docente all’Università di Strasburgo, un professore associato di Storia e un professore dell’Università Sorbonne Nouvelle. Da boicottare Israele a boicottare gli ebrei è un attimo.
Spiega Paul Salmona, direttore del Museo ebraico di Parigi: “Temo che ci sia un contagio e oggi sono i ricercatori israeliani, domani potrebbero essere i ricercatori francesi a essere messi da parte perché non hanno preso le ‘posizioni giuste’ su Gaza. Gli accademici sovietici venivano continuamente invitati durante gli anni più duri della Guerra Fredda”. Anni pre woke e dei suoi complici.
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