Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Così la sinistra assolve la guerriglia di Milano Commento di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 24 settembre 2025 Pagina: 1/16 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «La sinistra prova a nascondere le violenze dei pro-Gaza spacciandoli per bravi ragazzi»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 24/09/2025, a pag. 1/16, con il titolo "La sinistra prova a nascondere le violenze dei pro-Gaza spacciandoli per bravi ragazzi", il commento di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
La stampa di sinistra nasconde o giustifica la guerriglia dei pro-Pal a Milano. Parla, senza senso del ridicolo, di "piazza pacifica", liquida gli episodi come fossero estranei alle manifestazioni per Gaza. Ma le immagini parlano chiaro: masse di violenti pro-Hamas che aggrediscono la Stazione Centrale.
“Mostly peaceful”, prevalentemente pacifici. Ai tempi delle imprese violente di Black Lives Matter, negli Stati Uniti di pochissimi anni fa, rimase leggendario un fermo immagine dell’inviato della Cnn in Wisconsin, durante furiose manifestazioni con sullo sfondo fuochi e immagini di guerriglia urbana, con il surreale sottotitolo televisivo che descriveva i fatti in quei termini: “mostly peaceful”, appunto.
Ecco: lo stesso giochino e lo stesso schema di minimizzazione o addirittura di negazione della realtà sono stati messi in campo l’altra sera (in tv) e ieri mattina (su carta) dalla macchina mediatica progressista per coprire l’oggettivo imbarazzo creato da manifestazioni “per la pace” tramutate in occasioni di sfascio di strade, città e stazioni.
E allora come ne sono usciti i nostri campioncini politicamente corretti? Ecco Michele Serra: «Quelli che rubano le manifestazioni», con riferimento ai violenti descritti come un corpo totalmente estraneo alle piazzate di ieri. E infatti Repubblica titola a pagina 4: «Marea pacifica». E in prima? «Piazze di pace e scontri a Milano». Ohibò, ma se le piazze erano di pace, chi li avrà mai procurati gli scontri?
Ed ecco Avvenire, il quotidiano dei vescovi: «Tanti manifestavano in pace, oscurati da assalti insensati». Senza freni il Fatto: «Marea pacifica, ma tutti parlano di 100 violenti».
Chiaro, no? Ecco dunque la tesi: c’era una grande “marea” buona, che poi purtroppo è stata inspiegabilmente e imprevedibilmente sporcata da pochi e isolati estremisti.
Eh no, compagni: questa favoletta non funziona e non ci incanta almeno per quattro ragioni.
1. Le immagini mostrano che le violenze sono state tutt’altro che marginali e sporadiche. Sono state realizzate da gruppi numerosi, organizzati e in grado di procurare danni notevoli. Non bastano le immagini della Stazione di Milano? Non sono sufficienti i 78 agenti di polizia rimasti feriti? La realtà è che ci prendono in giro con il solito metodo: vi ricordate la “Senna pulita” alle Olimpiadi parigine (quando noi vedevamo un fiume di fango) o Joe Biden “lucidissimo” (quando noi lo vedevamo vagare sui prati in cerca di amici immaginari)? Il tentativo è il medesimo: raccontarci l’opposto di quello che vediamo. 2. Tutto il tono e la piattaforma della manifestazione, per non dire dell’accompagnamento mediatico e politico, erano tali da far sentire a casa i più facinorosi. Non un pensiero per gli ostaggi, non un netto e inequivocabile slogan anti Hamas, non una parola equilibrata su Israele. Come sorprendersi- a posteriori - di ciò che è inevitabilmente accaduto? 3. Era tutto prevedibile, altro che “sorpresa”. E infatti Libero aveva anticipato il film già il 3 settembre scorso, dopo le primissime ma chiare avvisaglie di tempesta. Titolo di prima: «Vogliono bloccare l’Italia». Occhiello: «Sommossa per Gaza». Sommario: «A sinistra c’è chi invoca lo sciopero generale. È l’inizio di un autunno caldo». Commento in prima: «I piromani sono al lavoro per portare qui lo scontro». Non eravamo profeti: stavamo soltanto unendo i puntini come in un gioco di enigmistica nemmeno troppo difficile. 4. Già alla vigilia della manifestazione, con oscena “trasparenza”, alcune delle sigle alla guida della protesta avevano preannunciato l’intenzione di bloccare strade e autostrade, di circondare stazioni, in un crescendo di forzature. In questo senso, amaramente, come si fa a definire “infiltrati” quelli che hanno materialmente eseguito ciò che era stato anticipato? Era tutto chiaro, bastava guardare senza essersi bendati gli occhi. Di Gaza, a tanti, non importava e non importa granché. Volevano e vogliono fare casino qui, contro il governo e contro gli italiani, per trasformare l’autunno in un inferno. A riferire in Parlamentoper paradosso - non dovrebbe essere il governo, ma un’opposizione di piromani.
Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante