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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
23.09.2025 L'antisemitismo medievale e l'antisionismo moderno si fondono in Spagna
Commento di Ben Cohen

Testata: Informazione Corretta
Data: 23 settembre 2025
Pagina: 1
Autore: Ben Cohen
Titolo: «L'antisemitismo medievale e l'antisionismo moderno si fondono in Spagna»

L'antisemitismo medievale e l'antisionismo moderno si fondono in Spagna
Commento di Ben Cohen

(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.jns.org/medieval-antisemitism-and-modern-anti-zionism-fuse-in-spain/

 

Ben Cohen Writer - JNS.org
Ben Cohen

Pedro Sanchez, primo ministro socialista spagnolo, incarna tutta l'ostilità della Spagna contro gli ebrei, sia quella storica, della Reconquista che portò alla persecuzione e alla cacciata della comunità ebraica dal paese sei secoli fa, sia quella dell'antisionismo terzomondista moderno.

Potremmo chiamarla “ipocrisia.”  Mentre promuoveva un boicottaggio di massa di Israele a causa della guerra in corso a Gaza contro Hamas, la scorsa settimana il governo socialista spagnolo si è unito ad altri quattro Stati membri dell'UE nell'opporsi alle proposte di Bruxelles di limitare i visti per i cittadini russi, a causa della guerra in corso del regime di Mosca contro l'Ucraina.

La Spagna si accontenta di demonizzare Israele per aver combattuto una guerra innescata da un grottesco pogrom, mentre permette ai ricchi russi di spendere i loro guadagni illeciti in vacanze al mare, mentre le sue forze armate colpiscono obiettivi civili, rapiscono bambini ucraini e minacciano la sicurezza della Polonia. “Ipocrisia” è un termine appropriato, ma non rende appieno la natura untuosa della posizione spagnola. Il doppio standard del Paese non è semplicemente la conseguenza di un calcolo strategico. Quando il Primo Ministro spagnolo Pedro Sánchez ha recentemente espresso del rammarico per non possedere armi nucleari o portaerei per contrastare le Forze di Difesa Israeliane, quando ha chiesto l'espulsione dello Stato ebraico dal mondo della cultura e dello sport, quando ha elogiato i manifestanti che molestavano gli atleti israeliani che partecipavano a una famosa gara ciclistica attraverso la Spagna e quando ha esortato l'Unione Europea a imporre sanzioni contro Gerusalemme, stava proseguendo una tradizione di ostilità verso gli ebrei e l'ebraismo che risale a secoli fa. Nella sequenza di guerre che Israele ha combattuto negli ultimi due decenni contro i proxy iraniani a Gaza e in Libano, la Spagna si è istintivamente e aggressivamente schierata dalla parte dei nemici dello Stato ebraico.

Durante la guerra in Libano del 2006, un altro Primo Ministro socialista, José Zapatero, indossò una kefiah mentre denunciava Israele per essersi difeso dai bombardamenti di missili e di razzi di Hezbollah. La maggior parte dei media spagnoli, in balia di quello che il senatore spagnolo di lunga data, José Laborda, definì l'” infantile antiamericanismo” che prevale nella Spagna contemporanea, ha partecipato per anni con entusiasmo alla descrizione di Israele come uno Stato canaglia senza pari. Ironicamente, l'adesione della Spagna all’Antisionismo radicale associato all'estrema sinistra si fonda su basi di antisemitismo retrivo e premoderno. Rispetto a Germania, Francia e Russia, la Spagna riceve relativamente poca attenzione tra gli studiosi dell'antisemitismo. In parte, questo è dovuto al fatto che il termine tedesco “Antisemitismus” fu coniato solo alla fine del XIX secolo, 400 anni dopo che i sovrani spagnoli – Re Ferdinando e la Regina Isabella – emanarono il Decreto dell'Alhambra, che espelleva tutti gli ebrei da una terra in cui un tempo prosperavano. Ciononostante, la Spagna ha dato un contributo importante, se così si può dire, al torbido mondo dell'odio per gli ebrei. Un'innovazione in particolare spiega in gran parte il veleno mortale che affliggeva gli ebrei in un Paese che, ai nostri giorni, ospitava ancora una città chiamata Castrillo Matajudíos (“Fortezza Uccidi gli Ebrei”) fino al suo cambio di nome nel 2015 in Castrillo Mota de judìos (“Fortezza Collina di Ebrei”), come si chiamava in origine fin dall’XI secolo.

Con il progredire della Reconquista cristiana nella Spagna governata dai musulmani nel XIV e XV secolo, che portò all'istituzione dell'Inquisizione, gli ebrei si trovarono di fronte alla scelta tra la conversione al cristianesimo e la morte. Molti scelsero la prima opzione, spesso praticando l'ebraismo in segreto. Sebbene in precedenza il cristianesimo non avesse fatto distinzioni tra chi nasceva nella fede e chi l'accettava attraverso la conversione, in Spagna non fu più così. Anticipando di 500 anni le leggi razziali naziste, la Chiesa in Spagna pose una spessa spaccatura tra i “Vecchi” e i “Nuovi” Cristiani, ovvero ex ebrei costretti a entrare nella Chiesa sotto pena di morte. Alla base di tutto ciò c'era il concetto noto come limpieza de sangre , o “purezza del sangue.” Chi nasceva cristiano era considerato puro, ma chi si convertiva era considerato sospettosamente impuro. Leggi basate sul concetto di “purezza del sangue” furono emanate in tutta la nazione, dando luogo a uno dei primi esempi di discriminazione razziale. Ai Nuovi Cristiani, o conversos, era proibito ricoprire cariche pubbliche, testimoniare in tribunale e sposare Vecchi Cristiani per preservare la “purezza” delle loro linee di sangue. Inoltre, alcuni teologi considerarono gli ebrei esseri inferiori. Nel suo polemico “Fortalitium Fidei” del XV secolo, Alonso de Espina presentò gli ebrei come “metà umani e metà bestie”, osservando che quegli ebrei che sceglievano di essere bruciati sul rogo piuttosto che convertirsi erano “maledetti martiri del diavolo.”

Nel corso dei secoli, con lo spostamento del baricentro dell'antisemitismo verso Est– in Francia, Germania, Polonia, Russia, e altri Paesi – la Spagna perse importanza. Ma l'eredità delle sue polemiche e persecuzioni antiebraiche, come scrisse l'eminente storico Benzion Netanyahu (il defunto padre del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu), “piena dell'odio razziale e dei pregiudizi razziali che caratterizzavano il pensiero, i sentimenti e gli atteggiamenti” dei Vecchi Cristiani, ebbe certamente un impatto sulla natura dell'antisemitismo ovunque.

L'attuale ondata di odio in Spagna, incentrata su Israele, riproduce quegli antichi temi. Alla sua radice c'è l'idea che ci sia un marciume insito in ogni ebreo, tramandato di generazione in generazione. Ciò spiega perché non ci si possa fidare nemmeno di quegli ebrei che affermano di accettare Cristo come loro Redentore. In una moderna Inquisizione basata sullo sradicamento del Sionismo, questa concezione tipicamente spagnola può svolgere un ruolo importante sia all'interno che all'esterno della Spagna. Per molti versi, la stiamo già vedendo manifestarsi nel movimento pro-Hamas in diversi Paesi, dove gli ebrei che si dichiarano anti-Sionisti si ritrovano ancora accusati di “tribalismo”, di “invocare privilegi”, di “cercare il vittimismo” e simili reati d'opinione, come vengono definiti dalla sinistra antisemita.

Per quanto riguarda il governo spagnolo, è questo stesso retaggio a spiegare perché la Spagna seguirà cinicamente una politica determinata dagli interessi nazionali nel caso del massacro russo in Ucraina, per poi ritrovare improvvisamente la sua bussola morale nel caso degli israeliani che si difendono da Hamas, da Hezbollah e dall’Iran.

Per abbandonare questi comportamenti, è necessaria una riforma radicale dell'atteggiamento spagnolo nei confronti degli ebrei. In assenza di una trasformazione così profonda, israeliani ed ebrei devono capire che Madrid è un nemico. Ciò non significa che tutti i cittadini spagnoli sostengano il governo o condividano queste posizioni antisemite e antisioniste, e molti di loro vi si oppongano attivamente e coraggiosamente. Significa piuttosto che i nostri interessi sono tutelati contrastando e isolando la Spagna economicamente e diplomaticamente, soprattutto negli Stati Uniti, dove l'amministrazione Trump è sempre più consapevole del ruolo nefasto che l'antisemitismo gioca nel determinare gli atteggiamenti, e in ultima analisi le politiche, nei confronti del conflitto tra Palestinesi e Israele.


takinut3@gmail.com

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